I principali listini europei appena sotto la parità, in una seduta che si preannuncia poco mossa in attesa degli importanti avvenimenti di domani. Intorno alle 9:25 il Ftse Mib di Milano e l’Ibex 35 di Madrid cedono lo 0,3%, il Cac 40 di Parigi lo 0,2% e il Dax di Francoforte lo 0,1%, mentre il Ftse 100 di Londra è in progresso dello 0,2 per cento, agevolato anche dalla svalutazione della sterlina.
Nella seduta odierna dovrebbe prevalere ancora la cautela sui mercati in attesa della riunione della Federal Reserve, che comincerà oggi per concludersi domani con la decisione sui tassi e il discorso di Janet Yellen. Scontato l’aumento del costo del denaro pari a 25 punti base, gli operatori attendono indicazioni sulla quantità e il tempismo dei successivi interventi di politica monetaria nel corso dell’anno.
Domani, inoltre, si terranno le elezioni politiche in Olanda, mentre ieri sera è giunto dalla Gran Bretagna il via libera definitivo da entrambe le Camere per l’avvio dell’iter di uscita dall’UE. Ora manca solo il consenso della Regina Elisabetta, dopodiché il premier Theresa May attiverà (entro fine marzo) l’articolo 50 del Trattato di Lisbona e inizierà i negoziati con Bruxelles.
Nel frattempo, sul Forex, l’euro scambia in area 1,064 sul dollaro, mentre la sterlina cede terreno sia sulla moneta unica (EUR/GBP a 0,877) sia sul biglietto verde (GBP/USD a 1,212) dopo il voto del parlamento britannico. In lieve calo lo yen, con il cambio USD/JPY a 115,1 e l’EUR/JPY a 122,5.
Sul fronte macro le vendite al dettaglio cinesi dello scorso mese hanno realizzato una crescita del 9,6% su base annua, rispetto al 10,5% previsto, facendo però registrare il più debole incremento nel mese di febbraio dal 2002.
In Germania i dati definitivi sui prezzi al consumo di febbraio hanno confermato le stime preliminari, crescendo dello 0,6% su base mensile e del 2,2% rispetto al pari periodo del 2016. Attesi in giornata gli indicatori sulla produzione industriale dell’Eurozona e gli indici Zew tedeschi. Negli Stati Uniti, infine, saranno resi noti i prezzi alla produzione di febbraio.
Fra le materie prime il petrolio resta debole e poco mosso, con Brent e Wti rispettivamente in area 51,3 e 48,4 dollari al barile. In lieve calo l’oro, poco sopra la soglia dei 1.200 dollari l’oncia.
Sul mercato obbligazionario la seduta si apre all’insegna delle vendite sui titoli di Stato decennali, con il rendimento del Btp che risale a 2,39% e lo spread Btp-Bund che riparte da 190 punti base.
A Piazza Affari le blue chip evidenziano variazioni contenute e comprese tra il +0,6% di AZIMUT, che rimbalza dopo le recenti prestazioni negative, e il -1,3% di FERRARI.
Negativo infatti il comparto automotive dopo la buona performance di ieri. Intanto FCA (-0,5%) attende l’appuntamento di domani tra le case automobilistiche e il presidente Usa Donald Trump, il quale potrebbe annunciare una revisione delle norme sulle emissioni.
In calo anche SNAM (-1,2%), che nel frattempo ha annunciato il lancio di un prestito obbligazionario equity linked per 400 milioni, durata cinque anni e rendimento annuo lordo a scadenza compreso fra il -0,49% e lo 0 per cento.
Intorno alla parità i bancari e in particolare UNICREDIT, che ieri ha approvato i risultati definitivi del 2016.
Per quanto riguarda la moda, poco mosse le azioni FERRAGAMO, in attesa dei risultati che verranno diffusi a mercati chiusi.
Fuori dal listino principale, sono in calendario anche i conti di TOD’S, ASTALDI e MARR. Giù del 2,5% ASTM dopo la pubblicazione dei risultati 2016.