Intorno alle 15:00 le borse europee scambiano ancora in area negativa, ad eccezione del Dax di Francoforte poco mosso. Il Ftse Mib cede l’1%, l’Ibex 35 di Madrid è a -0,8%, mentre il Cac 40 di Parigi e il Ftse 100 di Londra perdono rispettivamente lo 0,6% e lo 0,3 per cento.
Nel frattempo, a Wall Street, i principali listini americani hanno aperto in ribasso, in un clima di persistente attesa per le indicazioni che potrebbero giungere dalla riunione della Fed. Domani sera la banca centrale americana comunicherà la decisione sui tassi, che con ogni probabilità saranno alzati dello 0,25%, ma gli operatori cercano soprattutto indicazioni dal discorso di Janet Yellen sul ritmo dei prossimi interventi.
Sempre negli Stati Uniti, sul fronte macro, i prezzi alla produzione di febbraio sono cresciuti in misura superiore alle attese (+0,3% su base mensile, +2,2% rispetto all’anno precedente). In Europa la rilevazione Zew di marzo del sentiment sull’economia tedesca è risultata inferiore alle attese ma in crescita rispetto a febbraio.
Delude le aspettative anche l’indice relativo alle condizioni economiche in Germania mentre il sentiment sulla fiducia nella zona euro è salito rispetto a febbraio, superando anche il consensus. Sempre per quanto riguarda l’Eurozona, infine, la produzione industriale di gennaio ha fatto segnare un +0,9% su base mensile rispetto al +1,3% atteso, migliorando il -1,2% del mese precedente.
Intanto il dollaro recupera terreno sull’euro (EUR/USD a 1,063), con la moneta unica appesantita anche dall’incertezza politica per le elezioni in Olanda di domani. Debole invece la sterlina (GBP/USD a 1,215) dopo il voto favorevole delle Camere sulla legge Brexit e la notizia di un possibile referendum in Scozia per ottenere l’indipendenza dal Regno Unito.
Sull’obbligazionario, il rendimento del Btp risale al 2,39% mentre quello del decennale tedesco arretra di circa 2 bp, portando lo spread Btp-Bund in area 193 punti base.
Tra le materie prime nuova brusca discesa del petrolio con Brent e Wti in calo di circa 2 punti percentuali rispettivamente a 50,4 e 47,3 dollari in scia ai timori per la crescita delle scorte Usa e alle indicazioni provenienti dall’Opec, che riducono le probabilità di un’estensione oltre giugno dei tagli alla produzione.
A Piazza Affari, restano deboli i bancari e in particolare UBI (-2,2%), BANCO BPM (-2,5%) e BPER (-2,5%). Quest’ultima è pronta a rinnovare il proprio cda nell’assemblea del prossimo 8 aprile, in cui i fondi punteranno a entrare attivamente nella governance del gruppo dopo la presentazione di una lista.
Nel settore dell’auto torna a salire FCA (+1,2%) dopo la buona performance di ieri, in attesa della possibile revisione sulle regole in tema emissioni da parte del presidente Usa Donald Trump.
Tra le utilities bene A2A (+0,3%), mentre arretra SNAM (-1,7%) che ha annunciato il lancio di un prestito obbligazionario equity linked per 400 milioni.
Sottotono i petroliferi, in scia al calo del greggio, con ENI e SAIPEM a -1,6% e TENARIS a -1,8 per cento.
In calo POSTE ITALIANE (-1,7%) sui timori di un imminente cambio al vertice e in attesa dei risultati 2016 che verranno pubblicati domani.