Nel 2016 il gruppo consuntiva ricavi pari a 149,7 milioni, in calo del 4,1% rispetto all’esercizio precedente scontando principalmente minori vendite in Sud America (in particolare in Brasile) per circa 6 milioni e in Nord America (in particolare negli Stati Uniti) per circa 3 milioni, nonché minori ricavi da accordi con terzi per la valorizzazione della proprietà intellettuale per circa 1 milione. Tutto ciò solo parzialmente compensato da un maggior fatturato in Europa e Asia.
La dinamica negativa delle vendite si amplifica sulla marginalità, dove l’Ebitda e l’Ebit diminuiscono rispettivamente del 16,7% a 16,2 milioni e del 29,8% a 6,9 milioni, nonostante ammortamenti e svalutazioni in calo del 3,3% a 9,3 milioni.
Migliora la gestione finanziaria, beneficiando soprattutto di utili/perdite su cambi e strumenti finanziari derivati passati a un valore positivo di 0,7 milioni da un precedente valore negativo di 1,3 milioni.
Nonostante ciò l’utile netto diminuisce del 12,7% a 2,7 milioni, dai 3,1 milioni del 2015.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto si attesta a 52,7 milioni, in aumento di 5,5 milioni rispetto a fine 2015 per effetto di un assorbimento di cassa da attività di investimento.
Il management sottolinea che l’andamento del 2017 dipenderà dalla normalizzazione delle condizioni di mercato e climatiche, soprattutto nelle Americhe, e dalla realizzazione di ricavi derivanti da nuovi accordi per la valorizzazione della proprietà intellettuale.
Dal lato dei costi e degli investimenti inciderà, invece, l’impatto delle nuove risorse assunte nel 2016, la prosecuzione del rafforzamento della struttura commerciale nonché la continuazione dei programmi di investimento per nuovi prodotti e molecole.
Confermato l’obiettivo di fatturato consolidato pari a circa 200 milioni da raggiungere entro il 2020-2021, grazie all’applicazione di linee strategiche quali scoperta e sviluppo di nuove molecole e la crescita nel business delle biosolutions.