I principali listini europei aprono discretamente in rialzo all’indomani dell’aumento dei tassi Fed, già ampiamente scontato dai mercati, ma soprattutto della notizia che gli ulteriori interventi nel corso dell’anno saranno due e non tre.
Intorno alle 9:15 il Ftse Mib di Milano e il Dax di Francoforte guadagnano l’1,2%, l’Ibex 35 di Madrid è a +1,1%, il Cac 40 di Parigi a +0,9% e il Ftse 100 di Londra a +0,7 per cento.
Notizie positive anche sul fronte politico, con le elezioni in Olanda che hanno visto prevalere i liberali di Rutte, mentre il partito populista e antieuropeista Ppv di Geert Wilders guadagna seggi ma resta arretrato, appena sopra democristiani e liberali di sinistra.
In risposta alla Fed, la Banca Centrale cinese ha alzato i tassi dei pronti contro termine a sette, quattordici e ventotto giorni di un decimo di punto percentuale, mentre la Bank of Japan ha lasciati invariati i propri tassi di riferimento. In tarda mattinata toccherà alla Bank of England aggiornare la strategia di politica monetaria.
L’agenda macro prevede i dati di febbraio sull’inflazione dell’Eurozona e una serie di indicatori sull’economia statunitense, tra cui nuovi le costruzioni abitative, i permessi edilizi di febbraio e le richieste settimanali di disoccupazione.
La decisione della banca centrale americana ha scatenato un’immediata reazione sul Forex, dove il dollaro si è nettamente svalutato raggiungendo quota 1,072 nei confronti dell’euro e scivolando a quota 113,3 rispetto allo yen, dai 115 di inizio ottava.
La discesa del biglietto verde ha avuto implicazioni molto positive anche per i metalli preziosi con l’argento che avanza di oltre tre punti percentuali e l’oro di oltre un punto, rispettivamente a 17,46 e 1.225 dollari l’oncia.
Sempre fra le commodities continua il rialzo del petrolio, sostenuto dai dati Eia che hanno evidenziato un calo oltre le attese delle scorte di greggio negli Stati Uniti. Brent e Wti scambiano in progresso dell’1,2-1,3% a 52,5 e 49,5 dollari al barile.
Sul mercato obbligazionario, invece, cala il rendimento del Btp a quota 2,25% e lo spread dal Bund si riduce a 182 punti base.
A Piazza Affari parte forte GENERALI (+2,7%) dopo i conti del 2016, chiuso con un utile netto in aumento a 2,1 miliardi. Il cda ha proposto una cedola da 0,8 euro per azione, in crescita dell’11,1 per cento.
Avvio positivo dei bancari, in particolare BANCO BPM (+1,9%), BPER (+1,9%) e UNICREDIT (+1,7%). In rialzo anche i petroliferi in scia al recupero del greggio, con ENI a +1,4% e TENARIS a +2,1 per cento.
Prese di profitto su LEONARDO (-1,2%), dopo lo sprint di ieri in seguito all’annuncio di un dividendo di 14 centesimi per azione dopo sei anni di astinenza.
Denaro su POSTE ITALIANE (+1,3%), che ieri ha diffuso i risultati consolidati dell’esercizio 2016, archiviato con ricavi ed ebit oltre le attese, un utile in crescita del 12,8% a 622 milioni e masse gestite ed amministrate in aumento del 3,7% a 493,35 miliardi. Per lo Stato, maggiore azionista della società, previsto un dividendo di 0,39 euro per azione.
In rialzo dell’1,9% anche FCA dopo i dati di febbraio sulle immatricolazioni di nuove auto del gruppo, aumentate in Europa dell’8,7% su base annua, mentre la quota di mercato è cresciuta al 7,9% dal 7,4% del pari periodo 2016.
In giornata sono attesi i conti di ENEL (+0,7%), mentre fuori dal listino sono previsti i cda per l’approvazione dei bilanci di BANCA IFIS (con conference call sul piano strategico al 2019), BANCA INTERMOBILIARE, CATTOLICA, CREDITO EMILIANO, EMAK, ENAV, ENERVIT, EXPRIVIA, INWIT, IREN, ITWAY, OPENJOBMETIS, TAS GROUP.