Nel 2016 il fatturato del gigante elettrico internazionale si è attestato a 70,59 miliardi, in calo del 6,7% su base annua a causa dell’andamento negativo dei tassi di cambio soprattutto per l’apprezzamento dell’euro nei confronti delle valute sudamericane (impatto pari a 1.286 milioni), delle minori attività di trading di energia elettrica per 1.062 milioni, del deconsolidamento di Slovenské Elektrárne dal 29 luglio 2016, della riduzione dei prezzi di vendita nei mercati maturi (Italia e Spagna), nonché della minore produzione elettrica complessiva dell’8% rispetto al 2015 soprattutto in Italia e Spagna.
Nel 2016 comunque il gruppo Enel ha registrato una crescita della capacità rinnovabile installata di 1.949 MW, di cui 970 nell’eolico, una forte crescita dell’energia elettrica venduta in Italia e in Spagna rispettivamente di 6,1 TWh e 0,6 TWh, nonchè del gas venduto sempre in questi due paesi rispettivamente per 500 e 700 milioni di metri cubi. Con riferimento all’Italia, è aumentato molto il mercato libero, sia in termini di volumi venduti sia in termini di clienti.
Grazie al significativo efficientamento dei costi operativi (-8,4% a/a), in particolare in Italia e Spagna, l’Ebitda è rimasto sostanzialmente invariato in area 15,3 miliardi, mentre l’Ebitda margin è salito dal 20,2% al 21,6 per cento. A fronte delle maggiori componenti straordinarie registrate nel 2015, il margine operativo lordo ordinario si è attestato a 15,17 miliardi, in lieve progresso dello 0,9% su base annua. Si segnala che l’Ebitda ordinario risulta in crescita per la prima volta dal 2013.
Nel dettaglio, per il 2016 si rileva la crescita dei margini in particolare in America Latina (sia nella generazione che nella distribuzione e vendita di energia elettrica), nonostante il deprezzamento di tutte le valute, e in Spagna, mentre si è ridotto l’Ebitda generato in Italia e negli altri paesi europei.
La contrazione di ammortamenti e perdite di valore del 16,5% rispetto al 2015, ha spinto l’Ebit del 16,1% a 8,92 miliardi, con un Ebit margin passato dal 10,2% al 12,6 per cento. Nonostante l’aumento degli oneri finanziari netti non legati al debito e di quelli da partecipazioni per l’adeguamento al fair value di alcune partite connesse alla cessione di Slovenské Elektrárne, Enel ha archiviato il 2016 con un utile netto consolidato pari a 2,57 miliardi, in progresso del 17% su base annua.
L’utile netto ordinario risulta pari a 3,24 miliardi, in aumento del 12,3% su base annua. Il dividendo complessivo proposto per l’intero esercizio 2016 è stato confermato pari a 0,18 euro per azione (di cui 0,09 euro corrisposti a titolo di acconto già a gennaio 2017), per un pay-out implicito pari a circa il 57%, superiore al 55% indicato nel Piano Strategico 2017-2019.
A fine 2016 l’indebitamento finanziario netto si è fissato a 37,55 miliardi, in linea con il dato al 31 dicembre 2015. Il rapporto Debito/Patrimonio netto è sceso a 0,71 dallo 0,73 di fine 2015.
Nel 2016 gli investimenti hanno assorbito la somma record di 8,55 miliardi, in incremento di oltre il 20% rispetto al 2015. Ben 3,07 miliardi (+4,5% a/a) si riferiscono all’America Latina, 1,88 miliardi (+2,2% a/a) all’Italia e 1,83 miliardi (720 milioni nel 2015) alle rinnovabili in Nord America e Messico.
Confermati i target 2017 già presentati nel Piano al 2019 lo scorso novembre: Ebitda ordinario pari a 15,5 miliardi, utile netto ordinario a 3,6 miliardi, dividendo minimo a 0,21 euro/azione per un pay-out del 65%, indebitamento finanziario netto a 38 miliardi.