Panariagroup ha comunicato i risultati dell’esercizio 2016, archiviato con ricavi consolidati che hanno toccato il record storico di 377 milioni (+10%). In deciso aumento sia l’Ebitda (+33% a a 40,8 milioni) sia l’Ebit (+72% a oltre 19 milioni). L’utile netto è poi balzato a 11,2 milioni, rispetto ai 5,9 milioni di fine 2015. L’indebitamento finanziario netto aumenta rispetto a fine 2015 di 0,7 milioni a 83,7 milioni, a fronte di un patrimonio netto salito a 172 milioni dai 159 milioni di un anno prima. Proposta la distribuzione di un dividendo unitario di 0,07 euro. Positive le aspettative del management per il 2017, sia in termini di volume d’affari sia di redditività.
Il CdA di Panariagroup, tra i principali produttori italiani di ceramica per pavimenti e rivestimenti, ha comunicato i risultati del 2016 che si è chiuso con un sensibile miglioramento di tutti gli indicatori economici.
Nell’anno il giro d’affari si è portato a oltre 377 milioni (+10%), principalmente per la crescita dei volumi a fronte della stabilità dei prezzi e realizzato per l’82% sui mercati esteri.
Particolarmente positiva la performance realizzata sul mercato europeo che, cresciuto del 20% rappresenta ora il 34% del totale delle vendite (31% nel 2015). Sul mercato statunitense (37% del totale) è proseguita la crescita del volume d’affari e delle quote di mercato, con un incremento del fatturato pari al 9 per cento.
Sugli altri mercati (11% del totale) il gruppo ha realizzato una crescita del 7%, beneficiando in particolare dello sviluppo in Oceania (+19%) e sui mercati asiatici (+18%), a fronte del rallentamento sui mercati dell’America Centrale ed in Sud-America.
La crescita dei volumi, unitamente alla minore incidenza dei costi di gestione, saliti in valore assoluto del 6,8% a 350,6 milioni, elevano l’Ebitda a 40,8 milioni, con un aumento del 32,6%) rispetto a fine 2015.
Ancora più evidente lo sviluppo dell’Ebit, in ascesa del 71,8% a 19 milioni con una marginalità salita al 5,1% (3,2% nel 2015), pur in presenza di maggiori ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni contabilizzati per complessivi 21,8 milioni (+10%).
L’effetto combinato dei maggiori oneri finanziari netti a 2,5 milioni (+38%) e della minore imposizione fiscale, con un tax rate passato dal 36,6% al 32,1%, spinge l’utile netto a 11,2 milioni dai 5,9 milioni di fine 2015
Il gruppo a fine 2016 presenta un indebitamento finanziario netto aumentato di 0,7 milioni a 83,7 milioni, ma con un’evoluzione positiva in termini di rapporto Net Debt/Ebitda, passato da 2,7x a 2,1x.
Il Consiglio di Amministrazione proporrà all’assemblea dei soci la distribuzione di un dividendo unitario di 0,07 euro, dopo anni di digiuno.
Sulla base degli ottimi risultati raggiunti nel 2016, il management si attende un 2017 positivo.
I ricavi sono stimati in ulteriore crescita in tutte le Business Unit, con un contributo particolarmente positivo della Business Unit italiana, che dovrebbe beneficiare della rivisitazione del modello commerciale.
Attesi benefici anche sul fronte dei costi di produzione. Il budget 2017 prevede un utilizzo ancora più intenso degli impianti con la conseguente riduzione dei costi fissi. A ciò si aggiunge l’entrata a regime degli investimenti industriali effettuati nell’ultimo biennio che consentiranno ulteriori vantaggi in termini di efficienza e produttività.