Poste Italiane – Paga l’uscita di Caio

I titoli della società dei recapiti registrano alle 11:25 un calo dello 0,77% a 6,44 euro, facendo peggio dell’indice del settore Ftse Italia Servizi Finanziari che cede lo 0,17 per cento. Il mercato teme che l’avvicendamento al vertice possa portare a un rallentamento nell’esecuzione della strategia del manager uscente, che prevedeva il rafforzamento nell’asset management e nelle soluzioni digitali per i pagamenti, che era apprezzata.

Debole oggi a Piazza Affari l’andamento di Poste Italiane. I titoli della società dei recapiti registrano alle 11:25 un calo dello 0,77% a 6,44 euro, facendo peggio dell’indice del settore Ftse Italia Servizi Finanziari che cede lo 0,17 per cento.

Il mercato è rimasto perplesso dalla tornata di nomine pubbliche che ha registrato l’avvicendamento dell’Ad di Poste italiane, Francesco Caio, che sarà sostituito da Matteo Del Fante, bocconiano ed ex Ad di Terna.

Un disappunto che non rappresenta un giudizio negativo per il nuovo numero uno, che vanta una buona esperienza nel settore finanziario, dove ha iniziato la propria carriera partendo da Jp Morgan per arrivare alla Cassa Depositi e Prestiti, come responsabile dell’area finanza e M&A. Tuttavia Poste ha avviato una serie di partite finanziarie che erano state impostate dal manager uscente e che potrebbero subire un rallentamento nell’esecuzione per permettere al nuovo manager di prendere in mano la situazione e reimpostare la strategia secondo la propria visione.

La società dei recapiti ha archiviato il 2016 con un utile di 622 milioni, in crescita del 12,7% rispetto all’anno precedente. Di fronte, oltre all’implementazione del piano strategico al 2020, si trova la sfida del rafforzamento nel settore del risparmio gestito, dove ha allacciato un’alleanza con il gruppo Anima. L’intesa prevede che Poste conferisca al gruppo di asset management la propria sgr, Banco Posta Fondi, portando così la propria partecipazione in Anima dall’attuale 10,32%, fino a un massimo del 24,9 per cento. Tuttavia l’operazione dovrà essere realizzata nella prima metà del 2017, per cui bisognerà vedere come il nuovo Ad si inserirà nel progetto.

Tra le altre partite ancora tutte da implementare vi è lo sviluppo nel settore delle soluzioni digitali per i pagamenti, dopo l’ingresso di Poste nel capitale di Sia, avvenuto lo scorso mese di settembre. Sia è uno degli operatori leader nei sistemi di pagamenti in Europa, mentre Poste opera nel mercato dei pagamenti attraverso carte di credito e prepagate.

Si giocherà invece ai piani superiori, e cioè quelli dell’azionista di riferimento, ossia lo Stato, la partita della privatizzazione. Una delle ultime ipotesi, secondo indiscrezioni non confermate, avrebbe previsto il pagamento di un dividendo straordinario da un miliardo per fornire alla Cassa Depositi e Prestiti, che possiede il 35% della società dei recapiti, le risorse finanziarie necessarie ad acquistare il 29,3% ancora nelle mani del Ministero dell’Economia e delle Finanze.