Oggi si riunirà il cda della banca genovese alle prese con passaggi delicati nel percorso di riorganizzazione e messa in sicurezza. Uno dei punti che verranno probabilmente affrontati sarà quello delle cause legali verso gli ex amministratori, che dovranno poi essere votate dall’assemblea del 28 marzo. Per quanto riguarda l’aumento di capitale da 450 milioni bisogna attendere il giudizio delle Bce sul piano. I titoli fanno +1,5% in Borsa, ma sono vicini ai minimi degli ultimi 5 anni.
Si riunisce oggi il cda di Carige, la banca genovese che si trova una fase molto delicata del proprio percorso di ristrutturazione per approdare a una situazione di maggiore solidità. Quella di oggi dovrebbe essere una riunione di passaggio per l’istituto che ha presentato un piano di industriale di rilancio che deve ancora ricevere l’approvazione da parte della Bce.
Solo dopo l’ok da parte di Francoforte potranno essere deliberate le azioni previste dal dossier e cioè il varo dell’aumento di capitale da 450 milioni e la scissione dei crediti deteriorati in un’entità a sé stante la cui proprietà sarà assegnata pro quota agli azionisti di Carige.
L’ammontare dell’aumento di capitale non parrebbe particolarmente elevato rispetto alle operazioni monstre varate ultimamente da altre banche, come quella da 8 miliardi di Deutsche Bank, ma 450 milioni sono pesanti per la banca ligure, dato che rappresenta il doppio dell’attuale capitalizzazione di Borsa di Carige, pari a 213 milioni.
D’altronde, anche se oggi a Piazza Affari le azioni dell’istituto il cui Ad è Guido Bastianini registrano un rialzo dell’1,57% a 0,25 euro alle 10:05, i titoli sono veramente ai minimi. Il prezzo è infatti di poco superiore al livello più basso toccato negli ultimi 5 anni pari a 0,22 euro del 28 novembre 2016.
Il cda di oggi sarà anche l’occasione per fare il punto sulle cause in corso con gli ex manager per l’operazione di cessione della compagnia di assicurazione al gruppo Apollo.
Decisioni che saranno prese dall’assemblea che si riunirà il prossimo 28 marzo che sarà chiamata ad esprimersi sull’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori con due distinti dossier, uno nei confronti dell’ex presidente Giovanni Berneschi, e il secondo, più consistente, verso Cesare Castelbarco, ex presidente succeduto a Berneschi, e verso l’ex amministratore delegato Piero Montani.
Ai due manager si contesta di avere venduto la compagnia di assicurazione Amissima al gruppo Apollo a condizioni penalizzanti per la banca e senza avere tenuto in considerazione la mutata situazione economica che rendeva l’operazione non più necessaria. Inoltre si contestano i vincoli connessi contrattualmente all’operazione per cui la banca ha chiesto un arbitrato per sciogliere gli accordi. Tra questi quello di distribuzione valido fino al 2024, che prevede anche penali in caso non vengano raggiunti determinati target. Fatto che si è verificato nel 2016 per cui Carige dovrebbe pagare una penale di 4 milioni. Una situazione giuridicamente piuttosto complessa anche perché a loro volta i vertici di Apollo hanno fatto causa alla banca sostenendo la temerarietà delle loro azioni legali.