I risultati consolidati del 4° trimestre 2016 della società guidata da Tomaso Tommasi di Vignano evidenziano una significativa crescita per tutti i principali aggregati economici, con un debito ridottosi di oltre 8 milioni rispetto a fine settembre e di quasi 93 milioni rispetto alla fine del 2015.
A livello di ricavi (+9,3% su base annua a 1,36 miliardi), l’impatto negativo dei minori tassi di remunerazione (WACC) sul capitale investito netto nei business regolati (-5,4 milioni rispetto al 4° trimestre 2015) è stato completamente assorbito dal contributo delle acquisizioni nelle attività del mercato libero perfezionate durante l’anno: Waste Recycling e Geo Nova nel settore dei rifiuti e Julia Servizi Più e Gran Sasso nella vendita dell’energia. Senza dimenticare la fornitura di elettricità ai clienti in regime di salvaguardia.
Nel 4° trimestre 2016 il margine operativo lordo è cresciuto dell’8,9% rispetto al medesimo periodo del 2015 attestandosi a 266 milioni, battendo le stime degli analisti. Nel dettaglio, è aumentato nettamente al di sopra le stime l’Ebitda della divisione gas (+21,5% a 114,1 milioni), grazie all’ampliamento della base clienti in Abruzzo con Julia Servizi e Gran Sasso. Per lo stesso motivo, anche i margini della business unit dell’energia elettrica sono cresciuti (+9,5% a 31 milioni), superando il consensus.
In lieve crescita l’Ebitda dell’area ambiente, dove il contributo degli asset di Waste Recycling e Geo Nova è stato assorbito dall’impatto del fermo di alcune discariche in fase di ampliamento e dalla fine di incentivi alle rinnovabili relativi ad alcuni termovalorizzatori. L’unico comparto che ha registrato un calo nel periodo in esame è quello del ciclo idrico integrato.
In conseguenza dell’allargamento del perimetro societario, la voce ammortamenti e accantonamenti ha registrato un balzo del 15,9% rispetto al 4° trimestre 2015. Ciononostante, l’Ebit ha registrato una variazione positiva del 2,4% su base annua a 127,9 milioni.
Al di sotto della gestione caratteristica si segnala la riduzione degli oneri finanziari netti del 23,3% su base annua, grazie al minor indebitamento medio e ai minori tassi di interesse sul mercato, nonchè la diminuzione del tax rate dal 33,5% al 31,9 per cento. Questi fattori hanno dato un ulteriore impulso ai conti del gruppo Hera, che ha archiviato il periodo ottobre-dicembre del 2016 con un utile netto di 65,1 milioni, in aumento del 17,3% rispetto al 4° trimestre 2015 e superiore ai 59,3 milioni indicati dal consensus.
Il Consiglio di Amministrazione proporrà all’Assemblea degli Azionisti, convocata il prossimo 27 aprile, la distribuzione di un dividendo unitario di 0,09 euro, in linea con quanto pagato a valere sull’utile del 2015 e con quanto indicato nel Piano Industriale.
A fine 2016 l’indebitamento finanziario netto è sceso sotto i 2,56 miliardi dai 2,57 miliardi registrati al 30 settembre 2016; gli analisti si aspettavano un debito pari a circa 2,61 miliardi. Infine, nel periodo in esame il gruppo ha effettuato investimenti operativi per circa 135,2 milioni, di cui 38,7 milioni nell’idrico e circa 30,7 milioni nel settore del gas.