Brusca frenata nel finale per le borse europee che invertono la rotta influenzate dall’andamento negativo di Wall Street. Dopo un avvio in rialzo, i listini americani hanno infatti velocemente virato al ribasso arrivando a registrare perdite vicine al punto percentuale.
Dopo un picco intraday a quota 20.252 punti, il Ftse Mib archivia le contrattazioni in prossimità dei minimi di seduta a 19.918 punti segnando un -0,25 per cento. In calo anche il Dax di Francoforte (-0,8%), il Ftse 100 di Londra (-0,7%), il Cac 40 di Parigi (-0,2%) e l’Ibex 35 di Madrid (invariato).
Crescono i timori che l’amministrazione Trump non riesca a far approvare dal Congresso la riforma sanitaria, lasciando pensare anche ad un rinvio della riforma fiscale promessa dal presidente americano.
L’impressione comunque è che il mercato abbia colto l’occasione per far scattare le prese di profitto e monetizzare parte dei forti rialzi registrati negli ultimi mesi.
Pesa inoltre la virata in rosso del petrolio, che dopo il rimbalzo tentato in mattinata torna a scendere, in attesa dei dati preliminari Api sulle scorte settimanali Usa in serata e quelli definitivi pubblicati dall’Eia domani. Brent e Wti perdono circa l’1%, scendendo rispettivamente a quota 51,2 dollari e 47,7 dollari.
Salgono invece le quotazioni dell’oro, tornato oltre la soglia dei 1.240 dollari l’oncia approfittando dell’ulteriore discesa del biglietto verde.
La valuta americana ha infatti perso ulteriormente terreno, con l’USD/JPY che ha bucato al ribasso quota 112 e l’EUR/USD risalito a 1,082. La moneta unica ha beneficiato anche dalle notizie giunte dalla Francia, con il candidato centrista Emmanuel Macron che sta rafforzando il proprio consenso allontanando lo spettro di una possibile vittoria nella corsa all’Eliseo della leader dell’estrema destra anti-europeista Marine Le Pen.
Impennata della sterlina con il cambio GBP/USD a 1,248 e l’EUR/GBP a 0,866, dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione in Gran Bretagna, salita a febbraio del 2,3% su base annuale (+2,1% il consensus) e dello 0,7% su base mensile (+0,5% il consensus).
Sull’obbligazionario infine lo spread Btp-Bund scende di circa 6 basis point in area 184 punti base, con il rendimento del decennale italiano in calo al 2,3 per cento.
A Piazza Affari, vendite in particolare su STM (-4,3%), YNAP (-3%) ed FCA (-3,8%), con quest’ultima che trascina al ribasso anche EXOR (-2,4%). Il numero uno della casa di Detroit Sergio Marchionne è tornato sulla possibile fusione con Volkswagen, affermando di augurarsi l’inizio dei colloqui tra i due gruppi senza però specificare tempi e modalità.
Dopo aver trascinato la volata della mattinata, chiudono contrastate le banche con BANCO BPM (+3,3%), BPER (+3%) e INTESA (+0,9%) in rialzo e UBI (-0,5%) e UNICREDIT (-0,8%) in ribasso.
Resistono i titoli difensivi come le utilities, che beneficiano anche del calo dei rendimenti governativi, con SNAM (+1%), TERNA (+0,4%), ENEL (+0,7%) ed A2A (+0,7%).
In calo MEDIASET (-1%) nel giorno in cui si è aperta la prima udienza della battaglia legale tra il Biscione e i francesi di Vivendi. Vendite, infine, sugli industriali, come BUZZI (-1,6%), LEONARDO (-1,7%) e PRYSMIAN (-1,2%).