Il gruppo toscano leader nella distribuzione di sistemi e soluzioni IT a valore aggiunto conferma la strategia di sviluppo tramite acquisizioni mirate e mette in cantiere altre iniziative di un percorso diventato di fatto organico come testimoniano anche i dati sugli ultimi nove mesi. Un periodo contrassegnato da un ulteriore rafforzamento nelle aree a maggiore potenzialità di sviluppo e pure a maggiore redditività come dimostra la crescita dell’Ebitda margin illustrata dall’amministratore delegato di Sesa, Alessandro Fabbroni nell’intervista che segue.
Andamento ed elementi caratterizzanti degli ultimi nove mesi
Il gruppo Sesa, leader in Italia nella distribuzione di soluzioni IT a valore per le imprese, ha diffuso la scorsa settimana i risultati relativi ai primi 9 mesi dell’esercizio 2016-2017. I conti al 31 gennaio 2017 hanno evidenziato un miglioramento dei principali indicatori economici e finanziari, confermando la bontà della strategia di sviluppo focalizzata sulle aree a maggior valore aggiunto dell’IT.
Nei 9 mesi il gruppo guidato da Alessandro Fabbroni ha riportato, su base annua, una “crescita dell’Ebitda (+7,1%) e dell’utile netto (+9,6%) superiore a quella dei ricavi netti (+4,6%). Questa dinamica dimostra che il settore VAR sta crescendo in maniera più che proporzionale rispetto al VAD”, come sottolineato dallo stesso Ceo di Sesa.
Le vendite da attività di distribuzione a valore aggiunto hanno fatto segnare un progresso del 2,6%, mentre i ricavi della divisione VAR sono saliti del 9,6% grazie soprattutto ad alcune acquisizioni mirate, avvenute fra lo scorso esercizio (come Apra, BMS e Sailing) e quello corrente (Var Prime, Yarix e Globo Informatica), che hanno contribuito per circa il 75% alla crescita complessiva del segmento VAR.
Si tratta di investimenti in aree strategiche dell’IT, i cosiddetti “digital enablers”, che comprendono attività “fortemente innovative come Cybersecurity, Cloud Computing, Big Data e Internet of Things, caratterizzate da Ebitda margin superiori al 10% e che sono quindi accreative in termini di Ebitda margin complessivo del gruppo”.
Il rapporto fra margine operativo lordo e fatturato del gruppo è infatti passato dal 4,35% al 4,45% ed “è destinato ad incrementarsi ulteriormente nei risultati full year”. Il tutto grazie ad una “strategia di investimenti mirati su target in grado di integrare rapidamente il core business, che permettono a Sesa di posizionarsi nelle aree catalyst del mercato”.
Focus su acquisizioni in aree a maggior valore aggiunto
È doveroso sottolineare, infatti, che per Sesa la crescita esogena non rappresenta un elemento di discontinuità ma “fa parte di una strategia di crescita continua e sostenibile, frutto di investimenti continui in acquisizioni per occupare le aree del mercato a maggior valore aggiunto”. Un’attenzione per le aree più innovative testimoniata anche dal recente accordo con Globo Informatica, attiva nel settore chiave della Digital Transformation e dell’Information Management.
Da evidenziare, inoltre, che Sesa è “una delle poche società a utilizzare una politica di ammortamento dei goodwill, come spiegato da Fabbroni: “la differenza di valore tra il prezzo pagato e il patrimonio netto contabile delle società acquisite viene infatti attribuita a delle voci specifiche dell’attivo (know how tecnologici e customer list) e viene ammortizzata”.
Le acquisizioni si concentrano nel segmento VAR, che ricomprende quattro aree di attività: Business Technology Solutions, Managed & Security Services, ERP & Vertical e Digital Solutions. Esclusa la prima categoria, che riguarda la commercializzazione di tecnologie hardware e software e ha un contenuto più ridotto di servizi, il contributo delle altre tre aree “ha superato quest’anno, per la prima volta, il 50% del fatturato del settore VAR”.
Tali attività “hanno un Ebitda margin tendenziale del 10%, quindi per Sesa diventa cruciale crescere in queste tre aree, con l’obiettivo non solo di incrementare il fatturato ma anche di aumentarne la qualità ed alzare ulteriormente l’Ebitda margin complessivo della divisione”, cresciuto nei 9 mesi dal 4% a quasi il 6 per cento.
Basti considerare che “solo nel terzo trimestre il segmento VAR ha riportato un Ebitda margin di quasi il 7,5 per cento. Questo”, prosegue il Ceo, “significa che il peso crescente delle aree a maggior valore sta portando ad un incremento strutturale della redditività, coerentemente con gli obiettivi di crescita mirata del gruppo”.
Obiettivi pienamente rispettati, come emerge dal raffronto tra le stime degli analisti e i risultati effettivi dei 9 mesi, superiori al consensus per quanto riguarda i ricavi e l’utile netto ed in linea alle previsioni in termini di Ebitda. Risultati che, come sottolinea Fabbroni, permettono al gruppo di essere “on track per realizzare gli obiettivi del full year al 30 aprile 2017”.
Un mercato di riferimento debole ma con segnali di ripresa
I miglioramenti conseguiti dal gruppo sono ancora più significativi se valutati alla luce dello scenario di riferimento, con un mercato IT che “cresce ancora in modo frazionario e modesto”. Ci sono deboli segnali di ripresa, testimoniati dallo sviluppo di circa l’1% dopo anni di decrescita, ma non sono ancora abbastanza forti per far pensare ad una vera e propria inversione di tendenza.
Il rallentamento del settore, unito ad una generale pressione competitiva che caratterizza il mercato stesso, ha penalizzato in particolare il business della distribuzione. Ma anche in questo caso i vertici di Sesa hanno scelto di “restare focalizzati nei segmenti distributivi a valore aggiunto (storage, cloud computing, server, software, networking), svolgendo nel contempo un’intensa attività di scouting per ricercare nuovi vendor nelle aree del software e delle tecnologie innovative”.
Un’attività che ha consentito al gruppo di inserire in portafoglio, da inizio anno, 25 nuovi brand, “non grandi vendor ma brand minori che tuttavia assicurano un elevato contenuto di innovazione tecnologica e che in prospettiva potranno dare soddisfazioni importanti dal punto di vista delle performance economiche”.
La scelta di non incentrare l’attività distributiva su prodotti a volume (ad esempio smartphone o tablet) può essere da un lato penalizzante per il fatturato del VAD, ma dall’altro lato consente al gruppo di occupare le aree a valore aggiunto, aumentando i servizi offerti ai clienti e ai partner e raggiungendo una maggiore profitability.
Una strategia che ha consentito al gruppo di mantenere risultati positivi e costanti anche nel contesto di mercato sfavorevole degli ultimi anni e che, a maggior ragione, permette di essere ottimisti per i mesi a venire.