Chiusura contrastata per i principali indici continentali, con il Ftse 100 di Londra (-0,7%), il Dax di Francoforte (-0,5%) e il Cac 40 di Parigi (-0,2%) e che archiviano le contrattazioni in rosso, mentre l’Ibex 35 di Madrid e il Ftse Mib di Milano (+0,2%) terminano lievemente positivi a +0,2 per cento. Il listino milanese chiude a 19.953 punti, recuperando terreno nelle ultime ore di contrattazioni e risalendo dai minimi intraday toccati in apertura.
Andamento altalenante anche per Wall Street, dove Nasdaq e S&P 500 sono in frazionale rialzo mentre il Dow Jones cede lo 0,2 per cento.
I mercati azionari evidenziano dunque una generale debolezza, dopo il tonfo di Wall Street della seduta precedente innescato dai malumori di alcuni membri del partito repubblicano nell’approvare la riforma sanitaria della nuova amministrazione, che hanno sollevato dubbi sull’effettiva realizzabilità delle misure annunciate da Trump.
Sul Forex il cambio euro dollaro resta in area 1,08 mentre prosegue l’apprezzamento dello yen, tradizionale bene rifugio, con il cambio USD/JPY intorno a quota 111 e il cross euro/yen poco sotto quota 120.
La debolezza del biglietto verde e l’incertezza continuano invece a favorire l’oro, che resta intorno ai 1.250 dollari l’oncia, sui livelli di fine febbraio e di metà novembre.
Sempre fra le materie prime, il petrolio scambia ancora in ribasso di circa un punto percentuale, con Brent e Wti rispettivamente a 50,5 e 47,8 dollari al barile, in scia all’aumento delle scorte americane confermato dai dati ufficiali dell’Eia. Le riserve di greggio sono aumentate di circa 4,9 milioni di barili, mentre il dato complessivo sulle scorte è salito di 1,3 milioni di barili.
Segnali di avversione al rischio anche sull’obbligazionario, dove si registra un calo generalizzato dei rendimenti. In particolare il Btp scende di 5 bp al 2,25%, mentre lo spread col Bund resta poco mosso a 184 punti base.
A Piazza Affari gli acquisti premiano in particolare LEONARDO (+1,6%) e STM (+1,5%) dopo le vendite delle scorse sedute, oltre a FERRAGAMO (+1,3%).
Recupero delle utilities, favorito dalle aspettative di una minor inflazione nei prossimi mesi e dal conseguente calo dei rendimenti obbligazionari. ENEL archivia le contrattazioni a +0,7%, TERNA a +0,5% e SNAM a +0,4%, mentre ITALGAS termina in controtendenza a -1,2% in attesa di venerdì mattina, quando alzerà il velo sui risultati consolidati relativi all’esercizio 2016.
In rialzo anche TELECOM ITALIA (+0,7%), dopo che Credit Suisse ha alzato il target price sul titolo e le stime sull’Ebitda.
Fra i bancari bene UNICREDIT a +1,3%, INTESA sostanzialmente invariata mentre BANCO BPM chiude a -1,2% dopo i recenti rialzi.
Termina a -1,3% MEDIASET dopo la prima udienza, tenutasi ieri al Tribunale di Milano, per il mancato rispetto del contratto firmato con Vivendi nell’aprile 2016.
In calo anche SAIPEM (-1,1%), in scia al ribasso del greggio, e FCA (-0,6%) dopo l’apertura di un’inchiesta da parte della procura francese per possibili frodi sui dispositivi di controllo delle emissioni di alcuni veicoli Diesel.