Il titolo del gruppo guidato da Sergio Marchionne imbocca la via del ribasso a Piazza Affari, segnando intorno alle 15:30 un -2,5% a 9,84 euro rispetto al +0,4% del Ftse Mib.
A far scattare le vendite ha contribuito il profit warning lanciato da Ford, che ha ridotto la produzione trovandosi ad affrontare costi crescenti in un contesto in cui la domanda sta rallentando.
Il gruppo prevede utili per azione nel primo trimestre in un range compreso tra 0,3 e 0,35 dollari, rispetto agli 0,47 dollari del consensus e agli 0,68 dollari dello scorso anno.
Ford ha cominciato l’anno proiettando una riduzione del 4% dei volumi prodotti in nord America nel primo trimestre, data la frenata del mercato a stelle e strisce dopo sette anni di crescita. Il Ceo Mark Fields ha stimato profitti in calo quest’anno prima di un rimbalzo nel 2018.
Tra le principali ragioni del crollo degli utili, il gruppo ha citato un aumento degli investimenti e dei costi delle commodities, un rallentamento delle vendite principalmente dovuto a minori consegne alle flotte e tassi di cambio sfavorevoli.
Gli operatori temono inoltre la diminuzione dei prezzi delle auto usate, dopo che in settimana Ally Financial ha lanciato l’allarme su un possibile rallentamento della crescita a causa di un declino del 5% nei prezzi dell’usato quest’anno.
Lo scorso novembre Ford aveva abbassato l’oulook sul 2017 a causa dell’eccesso di usato. Tale mercato ha infatti cominciato a deteriorarsi dopo che gli automaker hanno tagliato i prezzi e spinto sui leasing per mantenere i tassi di crescita record degli scorsi anni.
Secondo l’agenzia Fitch, la performance dei finanziamenti per le auto peggiorerà ulteriormente quest’anno, dato l’incremento del tasso di default e la contemporanea diminuzione del valore dei veicoli.
Commento:
In occasione della presentazione dei risultati 2016, l’Ad di Fca Sergio Marchionne aveva già avvisto in merito alla debolezza del primo trimestre di quest’anno, a causa di minori volumi alle flotte, con i nuovi modelli che entreranno in produzione solo dal secondo semestre, e di maggiori costi di produzione e ristrutturazione.
Inoltre il calo dell’usato dipende anche dal sempre maggior contenuto tecnologico dei nuovi modelli, che sta sostenendo la domanda soprattutto dei Suv. Un segmento su cui Fca sta puntando molto e che garantisce una marginalità più elevata, permettendo dunque di controbilanciare in parte il rallentamento del mercato americano, che dovrebbe essere compensato anche dall’area Latam e dall’Europa.
Infine, il deterioramento delle performance dei finanziamenti alle auto dovrebbe avere un effetto meno penalizzante su Fca rispetto a Ford, dato che quest’ultima è più esposta avendo una finance company quasi interamente in-house.