Le borse europee recuperano terreno nel finale e chiudono sui massimi di giornata, limitando i danni in una seduta debole dopo lo stop subito venerdì dalla riforma sanitaria di Trump.
Il ritiro del provvedimento prima della bocciatura al Congresso ha infatti riacceso i dubbi sulla capacità del presidente americano di realizzare gli interventi annunciati in campagna elettorale, primo fra tutti la riforma fiscale, che hanno sostenuto il mercato azionario negli ultimi mesi.
Nel Vecchio Continente il Ftse Mib di Milano archivia le contrattazioni in flessione dello 0,3% a 20.124 punti, sovra-performando il Ftse 100 di Londra e il Dax di Francoforte (entrambi a -0,6%), mentre l’Ibex 35 di Madrid e il Cac 40 di Parigi terminano rispettivamente a -0,2% e -0,1 per cento.
Il recupero finale viene agevolato anche dalla risalita degli indici americani, che riducono le perdite rispetto all’apertura e intorno alle 18:00 scambiano poco sotto la parità.
In netta risalita anche il petrolio, con Brent e Wti che tornano rispettivamente a 50,9 e 47,7 dollari al barile dopo aver sfiorato in giornata i minimi da fine novembre. Sempre fra le materie prime restano ben intonati i metalli preziosi, oro e argento, rispettivamente a 1.254 e 18,06 dollari l’oncia, agevolati dalla debolezza del dollaro.
Il biglietto verde, infatti, si è fortemente deprezzato in scia al flop di Trump sulla riforma sanitaria, permettendo all’euro di risalire fino a 1,088 e alla sterlina in area 1,258, mentre il cambio dollaro/yen si attesa a 110,5. La moneta unica ha beneficiato in giornata anche di alcuni dati macro positivi, in particolare gli indici tedeschi Ifo di marzo oltre le attese.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund scende a 177 punti base, con il rendimento del decennale italiano in calo al 2,17 per cento.
A Piazza Affari corre FERRARI (+2,9%), migliore del Ftse Mib dopo la vittoria di ieri della Rossa nel primo Gran Premio stagionale di Formula 1. Bene anche TELECOM ITALIA (+1,7%), RECORDATI (+1,4%) e BANCA MEDIOLANUM (+1,1%), che beneficia anche della conferma del giudizio ‘buy’ da parte di Citigroup con target price alzato da 7,7 a 8 euro.
Scatto finale delle utilities, tra cui brilla TERNA a +1,4%, seguita da SNAM a +1%, ITALGAS ed ENEL in rialzo di mezzo punto percentuale.
Soffrono invece i titoli esposti al dollaro come BUZZI (-3,3%), STM (-2,9%), e CNH (-2,7%).
Tra i petroliferi tiene bene ENI (-0,1%) mentre perdono terreno SAIPEM (-2%) e TENARIS (-2,2%).
Fuori dal listino principale continua a volare STEFANEL (+39,5%), dopo l’accordo annunciato venerdì con Attestor Capital e Oxy Capital Italia per il rilancio aziendale.