Lo stop subito venerdì dalla riforma sanitaria di Trump continua a pesare sulle borse europee e condiziona negativamente anche l’apertura di Wall Street, già reduce da un’ottava sottotono. Nel Vecchio Continente, poco prima delle 16:00, il Ftse Mib di Milano, il Ftse 100 di Londra e il Dax di Francoforte cedono lo 0,9-1%, mentre l’Ibex 35 di Madrid e il Cac 40 di Parigi sono in calo rispettivamente dello 0,5% e dello 0,3 per cento.
Rossi diffusi anche fra i listini americani, con S&P 500, Dow Jones e Nasdaq in perdita di oltre mezzo punto percentuale. Il fallimento del neo presidente statunitense sul fronte della sanità, con il ritiro del provvedimento prima della bocciatura al Congresso, ha posto seri dubbi sulla reale capacità del neo presidente a stelle e strisce di realizzare gli interventi annunciati in campagna elettorale, primo fra tutti la riforma fiscale, che hanno sostenuto il mercato azionario negli ultimi mesi.
Proprio per questo i mercati hanno aperto la settimana in calo e nemmeno le notizie positive provenienti dall’agenda macroeconomica, con gli indici tedeschi Ifo di marzo oltre le attese, hanno risollevato i listini europei.
Sul Forex, invece, i dati macro hanno sostenuto la moneta unica, risalita fino a 1,088 nei confronti del dollaro. Il biglietto verde, penalizzato dal flop di Trump, perde terreno anche rispetto alla sterlina (GBP/USD in area 1,26) e allo yen (USD/JPY a 110,3).
La debolezza della moneta americana continua a favorire l’oro, giunto sui massimi di circa quattro settimane ad un soffio dai 1.260 dollari l’oncia. Ancora in calo invece il petrolio, con il Brent (-1,1%) a 50,3 dollari e il Wti (-1,5%) a 47,3 dollari.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund resta in area 181 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2,18 per cento.
Tornando a Piazza Affari, continuano a soffrire i titoli esposti al dollaro come STM (-3,9%), BUZZI (-3,7%) e CNH (-2,9%).
In calo anche i petroliferi SAIPEM (-1,7%) e TENARIS (-3%) in scia alla debolezza del greggio, mentre ENI contiene le perdite allo 0,4 per cento. Rossi diffusi tra i bancari, con UNICREDIT (-1,7%), BANCO BPM (-2,1%) e BPER (-2,7%) fra le peggiori.
Resistono le utilities, con TERNA a +0,4%, SNAM a +0,25%, ENEL e A2A poco sotto la parità.
Acquisti su RECORDATI (+0,85%) e BANCA MEDIOLANUM (+0,9%), con quest’ultima che beneficia anche della conferma del giudizio ‘buy’ da parte di Citigroup con target price alzato da 7,7 a 8 euro.
Migliore del Ftse Mib, infine, FERRARI (+2,5%) che ha aggiornato nuovamente il proprio record a 68,5 euro dopo la vittoria di ieri nel primo Gran Premio stagionale di Formula 1.