Nel mese di febbraio i consumi di bevande alcoliche negli Usa sono aumentati dell’1,1% a/a. Una performance che media una riduzione dei volumi (-0,4% a/a) e una crescita del prezzo/mix (+1,5% a/a). Il trend degli ultimi 12 mesi ha subito un rallentamento passando dal +5% al +4,6%. In calo i consumi di Vodka, scesi nel mese dello 0,4% a/a, un prodotto che per Campari rappresenta un business importante (il 10,5% del giro d’affari del gruppo).
Dai dati NABCA (National Alcohol Beverage Control Association) si rileva che in febbraio negli Stati Uniti le vendite di bevande alcoliche sono salite dell’1,1% a/a. Una dinamica che media una diminuzione dello 0,4% a/a dei volumi e una crescita pari all’1,5% a/a del prezzo/mix.
Da segnalare che il trend negli ultimi 12 mesi ha registrato un progresso del 4,6% a/a (dal precedente 5%), con un aumento del 2,6% a/a dei volumi (dal precedente 3%).
Guardando alle singole tipologie di bevande alcoliche si evidenzia come i consumi di Vodka, pari al 35% dei consumi totali, siano diminuiti sia nel solo mese di febbraio che nei 12 mesi rispettivamente dello 0,4% e del 2,4% a/a. In calo anche i consumi di altre bevande, quali Gin (-3,8% a/a) e Cordials (-4,9% a/a). Andamento positivo invece per i consumi di Irish Whiskey (quota di mercato dell’1%), che ha rappresentato la categoria con la più forte crescita sia nel solo mese di febbraio (+9,9%) e sui 12 mesi (+14,2%).
Commento
La buona performance che ha interessato i consumi di alcolici negli Usa in febbraio potrebbe influenzare positivamente i risultati economici di Campari, che realizza in quest’area un’importante quota (il 24,8% nel 2016) del proprio fatturato. Può tuttavia risentire del trend discendente dei consumi di Vodka, che commercializza con il marchio SKYY.