Landi Renzo – La congiuntura del mercato pesa sul conti del 2016

Il gruppo ha archiviato un 2016 difficile, i cui risultati hanno scontato l’effetto di una serie di condizioni esterne negative. I ricavi sono diminuiti del 10,4% a 184,2 milioni, a cui è corrisposto un più che proporzionale calo dell’Ebitda adjusted del 26,5% a 6,6 milioni. L’esercizio si è chiuso con una riduzione della perdita netta di circa 10 milioni a 25,2 milioni, grazie soprattutto alla contrazione degli oneri non ricorrenti. Per il 2017 il gruppo si attende un recupero in termini di marginalità, grazie alle iniziative intraprese per migliorare l’efficienza operativa.

Landi Renzo ha chiuso il 2016 con ricavi in calo del 10,4% a 184,2 milioni, scontando soprattutto le condizioni difficili che hanno caratterizzato diversi mercati, in particolare l’area americana, dovute principalmente al persistente livello basso del prezzo del petrolio.

Il settore Gas-sistemi per auto ha evidenziato una contrazione del fatturato dell’11,4% a 143,3 milioni (78% del totale), mentre il segmento Gas-sistemi di distribuzione ha consuntivato ricavi per 24,1 milioni (13% del totale), in aumento del 4,8 per cento. Il business Altre attività, infine, ha realizzato ricavi per 16,8 milioni (9% del totale), con un calo del 18 per cento.

La riduzione dei ricavi del business Automotive deriva principalmente dalla diminuzione del segmento After Market e dal temporaneo rallentamento del segmento OEM in Italia e in Europa, a causa del passaggio dalle motorizzazioni Euro V a quelle Euro VI.

A livello di gestione operativa, l’Ebitda adjusted è diminuito del 26,5% a 6,6 milioni, soprattutto per effetto dei minori volumi nel business automotive, di una maggiore pressione sui prezzi e di un mix prodotto meno favorevole per l’After Market, area che ha margini più elevati. L’Ebit adjusted riporta invece un risultato negativo per 13,3 milioni, rispetto ai -9,7 milioni del 2015.

La bottom line evidenzia infine una riduzione della perdita netta di circa 10 milioni a 25,2 milioni, riconducibile essenzialmente alla netta diminuzione degli oneri non ricorrenti che passano da 17,2 milioni a 5,6 milioni.

Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto risulta pari a 75,7 milioni rispetto ai 59,5 milioni di fine 2015, scontando l’assorbimento di liquidità per 9 milioni dagli investimenti e circa 6 milioni di flusso negativo generato dalla gestione operativa.

Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, il gruppo si attende una crescita moderata del business e un lieve recupero della marginalità in termini di Ebitda normalizzato già nel 2017, dopo le iniziative lanciate nei primi mesi dell’anno in corso.

Il gruppo ha inoltre rinegoziato il debito con le banche nell’ambito del progetto di ottimizzazione della struttura finanziaria, ottenendo nuove scadenze che gli consentiranno di attuare la sua nuova strategia.