Poco prima delle 16:00 le borse europee scambiano ancora poco distanti dalla parità, così come gli indici di Wall Street in apertura. Dopo un’escursione in territorio negativo il Ftse Mib di Milano è tornato sui livelli di chiusura della seduta precedente, in area 20.270 punti. Il Ftse 100 cede lo 0,4% penalizzato anche dal rafforzamento della sterlina, l’Ibex di Madrid flette dello 0,1% mentre il Cac 40 di Parigi e il Dax di Francoforte avanzano dello 0,1 per cento.
Dopo i dati della mattinata sul sentiment economico europeo, sostanzialmente invariato, nel pomeriggio l’agenda macro ha fornito alcuni spunti rilevanti, tra cui le stime preliminari di marzo sull’inflazione tedesca e i dati definitivi sul Pil statunitense del quarto trimestre.
I prezzi al consumo in Germania sono saliti in misura inferiore alle attese, facendo segnare incrementi dello 0,2% su base mensile e dell’1,6% anno su anno (a fronte dello 0,4% e dell’1,9% previsti) e riducendo le prospettive di un allentamento della politica monetaria ultra accomodante della Bce. Lievemente superiore al consensus, invece, il dato finale sul Pil americano, in crescita del 2,1% contro il 2% atteso e l’1,9% della seconda stima preliminare.
Gli effetti dei dati macro si sono manifestati soprattutto sul mercato valutario, riportando l’EUR/USD in area 1,072 e l’USD/JPY a 111,4, anche se negli ultimi minuti di contrattazioni il biglietto verde ha rallentato la propria corsa. Ulteriore volatilità potrebbe essere causata dagli interventi di alcuni membri della Fed in programma quest’oggi. Inverte rotta la sterlina, dopo la flessione della mattinata, tornando a 1,252 nei confronti del dollaro e trascinando il cross con l’euro a 0,858.
Tra le materie prime, guadagna ancora terreno il petrolio con il Wti (+0,7%) che torna a sfiorare quota 50 dollari, mentre l’oro, sceso momentaneamente a 1.245 dollari, torna ad avvicinarsi ai 1.250 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund si assesta in area 180 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2,13 per cento. In mattinata sono stati assegnati 2,5 miliardi di Btp decennali, con rendimento in calo al 2,25% dal precedente 2,28 per cento.
A Piazza Affari gli acquisti premiano i petroliferi, soprattutto TENARIS (+3,2%) che continua a beneficiare della notizia su rialzo delle stime della domanda globale. Bene anche SAIPEM (+0,8%), che ha collocato con successo un bond a tasso fisso da 500 milioni a 5 anni ed ENI (+0,9%), tra i migliori del Ftse Mib.
Sottotono i bancari, tutti preceduti dal segno meno eccetto UBI (+0,2%), che ha portato a termine la riorganizzazione del Corporate & Investment Banking e del Private Banking, creando due strutture a ciò dedicate in cui sono stati fatti confluire le imprese e i clienti precedentemente seguiti dalle ex banche reti.
In rialzo di mezzo punto percentuale BUZZI, che ha chiuso il 2016 con Ebitda e utile netto in crescita del 16% e stima per il 2017 un incremento del Mol fra il 5 e il 10 per cento.
Salgono anche LEONARDO (+1%) e, in misura minore, TELECOM ITALIA (+0,3%), quest’ultima dopo il lancio di Kena Mobile. Vendite, infine, su Fca, in calo dell’1,3 per cento.