Le borse europee chiudono in prossimità dei massimi intraday, accelerando nel finale insieme a Wall Street e alle quotazioni del greggio, dopo aver trascorso gran parte della seduta intorno alla parità.
Il Ftse Mib termina in rialzo dello 0,4% a 20.368 punti, sostenuto in particolare dai petroliferi. Positivi e in linea con Milano anche il Dax di Francoforte (+0,4%), il Cac 40 di Parigi (+0,4%) e l’Ibex di Madrid (+0,4%), mentre il Ftse 100 flette dello 0,1% penalizzato anche dal rafforzamento della sterlina.
Dopo i dati della mattinata sul sentiment economico europeo, sostanzialmente invariato, l’agenda macro ha fornito nel pomeriggio alcuni spunti rilevanti, tra cui le stime preliminari di marzo sull’inflazione tedesca e i dati definitivi sul Pil statunitense del quarto trimestre.
I prezzi al consumo in Germania sono saliti in misura inferiore alle attese, facendo segnare un incremento dello 0,2% su base mensile e dell’1,6% anno su anno (a fronte dello 0,4% e dell’1,9% previsti), riducendo così le prospettive di un allentamento della politica monetaria ultra accomodante della Bce. Lievemente superiore al consensus, invece, la lettura finale del Pil americano, in crescita del 2,1% contro il 2% atteso e l’1,9% della seconda stima preliminare.
I dati macro, uniti agli interventi di alcuni membri della Fed in calendario oggi, hanno sostenuto il dollaro e penalizzato l’euro, con l’EUR/USD in area 1,073 e l’USD/JPY a 111,3. In rialzo la sterlina, che dopo la flessione della mattinata torna a ridosso degli 1,25 dollari e trascina il cross con l’euro sotto quota 0,86.
Tra le materie prime, guadagna ancora terreno il petrolio con il Brent (+1,2%) a 53,2 dollari e il Wti (+1,7%) che torna dopo tre settimane sopra 50 dollari (a 50,4 $) in scia alle indiscrezioni secondo cui il Kuwait e altri paesi Opec sarebbero favorevoli ad un’estensione dei tagli. In calo invece l’oro, sceso sotto quota 1.250 dollari l’oncia anche a causa dell’apprezzamento del biglietto verde.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund si assesta in area 180 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2,13 per cento. In mattinata sono stati assegnati 2,5 miliardi di Btp decennali, con rendimento in calo al 2,25% dal precedente 2,28 per cento.
A Piazza Affari gli acquisti premiano i petroliferi, soprattutto TENARIS (+3,6%) che beneficia ancora del rialzo delle stime sulla domanda globale. Bene anche SAIPEM (+1,4%), che ha collocato con successo un bond a tasso fisso da 500 milioni a 5 anni ed ENI (+1,3%), tra i migliori del Ftse Mib.
Tonica anche BUZZI (+3,3%), che ha chiuso il 2016 con Ebitda e utile netto in crescita del 16% e stima per il 2017 un incremento del Mol fra il 5 e il 10 per cento.
In rialzo pure PRYSMIAN (+1,5%) e LEONARDO (+1,3%), mentre chiudono contrastati i bancari. In particolare UBI archivia le contrattazioni a +1,1%, dopo aver portato a termine la riorganizzazione del Corporate & Investment Banking e del Private Banking, creando due strutture dedicate in cui sono stati fatti confluire clienti e imprese seguiti in precedenza dalle ex banche reti.
Soffre BPER, in fondo al listino principale con un ribasso dell’1,4%, mentre INTESA (+0,2%) e UNICREDIT (-0,1%) chiudono poco mosse. Contrastate le utilities, con A2A a -0,6%, ITALGAS invariata, ENEL e SNAM a +0,4% e TERNA a +0,7 per cento.
In lieve progresso, infine, TELECOM ITALIA (+0,4%), dopo il lancio di Kena Mobile.