I dati preliminari dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) in Italia diffusi dall’Istat riportano, nel mese di marzo, una crescita dell’1,4% su base annua e una variazione nulla su base mensile. Le performance dell’indicatore risultano inferiori rispetto al consensus raccolto da Bloomberg, che aveva previsto il +1,5% a/a e il +0,1% m/m.
Così come accaduto a febbraio (+1,6% a/a e +0,4% m/m), sono cresciute le componenti merceologiche i cui prezzi sono maggiormente volatili e in particolare agli alimentari non lavorati (+6,1%) e ai beni energetici non regolamentati (+11,5%), il cui sviluppo è però in attenuazione rispetto al mese precedente quando era pari a +12,1% per i primi e a +8,8% per i secondi. Si rafforza invece la dinamica dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+2,5%, dal +2,4% di febbraio).
L’inflazione è un elemento essenziale per molti gestori di infrastrutture, soprattutto per i concessionari di autostrade, in quanto gli aumenti tariffari annuali del pedaggio delle tratte comprendono sempre una componente inflazionistica. L’inflazione ha inoltre un impatto sulla remunerazione del capitale investito degli operatori sia autostradali che aeroportuali, se inclusa nel contratto di concessione.
Per quanto riguarda Autostrade per l’Italia, che rappresenta il 70,6% dell’Ebitda di Atlantia (dati al 31 dicembre 2016), il CPI è compreso nella formula per gli aumenti tariffari ed è quindi influenzata dai dati pubblicati dall’Istat. Lo stesso vale per le autostrade della Cisa, dei Fiori, Salt, Sav e Ats, che rappresentano il 54% dell’Ebitda consolidato di SIAS e ASTM. Le tariffe per Satap (A4 Torino-Milano e A21 Torino-Piacenza; 42% Ebitda consolidato di SIAS e ASTM) includono una componente inflazionistica preventivata.
Relativamente agli aeroporti, la retribuzione corrente di AdR (15,7% dell’Ebitda consolidato di Atlantia al 31 dicembre 2016) e dell’Aeroporto di Venezia (gruppo SAVE) includono una componente inflazionistica preventivata pari all’1,5 per cento.
Nessun impatto per ENAV che è immune dalle tendenze inflazionistiche grazie alle “balance”, meccanismo che prevede il recupero o la restituzione ai vettori degli effetti derivanti dallo scostamento tra il traffico aereo previsto nel piano tariffario e il traffico effettivo nonché il recupero totale dei costi per i servizi erogati sugli aeroporti minori.