Mercati – Europa in lieve calo, deludono i dati sull’inflazione

Prosegue in lieve territorio negativo la seduta delle borse europee dopo il rallentamento dell’inflazione europea di marzo. Intorno alle 12:00 il Ftse Mib di Milano cede lo 0,2% a 20.345 punti. Giù anche il Ftse 100 di Londra (-0,5%), il Cac 40 di Parigi (-0,3%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,2%), mentre scambia sostanzialmente invariato il Dax di Francoforte.

Sul fronte macro, il numero dei disoccupati in Germania a marzo è diminuito di 30 mila unità, rispetto al calo di 15 mila unità rilevato a febbraio e alle stime degli addetti ai lavori che prevedevano una riduzione di 10 mila unità.

Destatis, l’ufficio di statistica federale tedesco, ha inoltre reso noto che a marzo il tasso di disoccupazione corretto per gli effetti stagionali è sceso al 5,8%, minimo dal 1990, mentre gli analisti avevano stimato una rilevazione stabile al 5,9% del mese scorso.

Per quanto riguarda il Regno Unito, invece, l’Unione Europea si è detta pronta a negoziare un trattato sul libero scambio prima di siglare l’accordo finale sulla Brexit, ma sembra intenzionata a insistere sul fatto che durante il periodo transitorio tra l’uscita dall’Europa nel 2019 e la finalizzazione dell’accordo la Gran Bretagna debba accettare le regole europee, compresi i contributi al bilancio e la supervisione giuridica.

Intanto il Pil definitivo del quarto trimestre 2016 ha riportato una crescita dello 0,7% su base trimestrale (+0,6% nel terzo trimestre 2016), in linea con il secondo dato preliminare e con le attese degli analisti.

Su base annuale, invece, il Pil del periodo ottobre-dicembre segna un progresso dell’1,9% (+2,2% nel terzo trimestre 2016), leggermente inferiore al secondo dato preliminare (+2,0%) e alle previsioni degli economisti per una lettura stabile.

Infine, dopo i dati preliminari sull’inflazione francese, l’Istat ha diffuso le stime preliminari dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, che non varia su base mensile e registra un aumento dell’1,4% rispetto a marzo 2016 (era +1,6% a febbraio 2017). L’inflazione “di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sale di un solo decimo di punto percentuale (+0,7%, da +0,6% del mese precedente), mentre quella al netto dei soli beni energetici scende a +1,1% da +1,3% di febbraio.

A livello dell’Eurozona, la stima flash di marzo sull’indice armonizzato dei prezzi al consumo, diffusa da Eurostat, evidenzia una crescita su base annua dell’1,5%, inferiore alle stime degli analisti (+1,8%) e alla rilevazione di febbraio (+2,0%).

Il Cpi base, dal quale sono esclusi i prezzi di energia, alimentari, alcol e tabacco, mostra un incremento tendenziale dello 0,7%, a fronte dello 0,8% previsto e dello 0,9% rilevato il mese scorso.

Dati che contribuiscono a rafforzare la posizione della Bce, che sembra non intenzionata a varare una modifica della sua politica monetaria espansiva, ipotesi circolata dopo i toni apparentemente meno accomodanti utilizzati a margine del meeting dello scorso marzo.

Poco mossi i cambi dopo la risalita del dollaro di ieri, con l’EUR/USD in area 1,069 e l’USD/JPY a 111,9.

Tra le materie prime, invece, scende leggermente il petrolio dopo i rialzi delle scorse sedute, con il Wti (-0,2%) che si mantiene comunque sopra la soglia psicologica dei 50 dollari e il Brent (-0,3%) a 52,8 dollari.

Tornando a Piazza Affari, poco mossi i bancari con BANCO BPM (+0,4%), INTESA (+0,1%), UBI (+0,2%), UNICREDIT (+0,1%) e BPER (-0,7%). Per quanto riguarda la banca emiliana, ieri l’Ad Alessandro Vandelli ha fatto il punto su diverse operazioni che il Gruppo sta portando avanti, tra cui la gestione degli npl, gli accordi con UNIPOL (-1%) e l’aggregazione di Carife.

In particolare, riguardo al gruppo assicurativo, l’Ad ha negato per l’ennesima volta l’interesse del suo istituto per Unipol Banca, mentre ha confermato i dialoghi sulla possibilità di iniziare una partnership assicurativa per cogliere al meglio le grandi opportunità del mercato.

In calo i petroliferi, con ENI (-0,5%), SAIPEM (-0,6%) e TENARIS (-0,7%) dopo i rialzi delle scorse sedute. In leggero progresso GENERALI (+0,3%) dopo che Axa ha sottolineato ancora una volta di non essere interessata a potenziali takeover su compagnie di grandi dimensioni.

Bene infine BUZZI (+1%), all’indomani dei risultati 2016, e CAMPARI (+0,7%), in scia all’upgrade di Goldman Sachs.