Nel mese che sta per concludersi la media dei prezzi elettrici sul mercato all’ingrosso si è attestata a 44,46 €/MWh, in aumento del 26,2% su base annua ma in diminuzione del 19,9% su base mensile. Rispetto al picco registrato a gennaio 2017, quando il Prezzo Unico Nazionale (PUN) raggiunse il livello più alto dal 2012, i prezzi elettrici di marzo risultano in discesa del 38,5 per cento. È quanto emerge dai dati pubblicati dal Gestore dei Mercati Energetici.
La bolla del PUN nei mesi scorsi, fortemente influenzata dal fermo di diverse centrali nucleari in Francia e dal conseguente aumento dell’export di energia elettrica, nonché dal balzo delle quotazioni del gas per le temperature inferiori alle medie stagionali, sembra essersi sgonfiata. I prezzi elettrici stanno così tornando a livelli “normali”.
Nel 1° trimestre del 2017 il PUN medio si attesta così a 57,41 €/MWh, mentre nello stesso periodo del 2016 la media dei prezzi elettrici sul mercato all’ingrosso era stata di 39,55 €/MWh. Ricordiamo che nell’intero 2016 il PUN medio si fissò a 42,78 €/MWh.
Attualmente sul Mercato a Termine il PUN scambia su un livello di prezzo baseload inferiore ai prezzi spot e pari a 40,5 €/MWh per aprile 2017 e a 40,05 €/MWh per maggio 2017. Con riferimento all’intero 2018 il prezzo a termine è di 41,7 €/MWh.
COMMENTO
Il PUN di marzo 2017 risulta più basso rispetto a quello registrato all’inizio dell’ anno, ma rimane comunque più alto rispetto al livello medio dei prezzi elettrici dei primi nove mesi del 2016. Di questo beneficeranno i margini delle società italiane quotate attive nella generazione di energia elettrica: Enel, Eni, Edison, A2A, Iren ed Erg. Bisogna comunque considerare che molte società hanno politiche di vendita a termine dell’energia elettrica che consentono di coprirsi dai rischi derivanti dalle variazioni sia positive sia negative dei prezzi elettrici.