La multinazionale italiana delle costruzioni presenterà domani mattina a Roma il Piano Strategico 2017-2021. I pilastri su cui tale Piano si poggia sono tre: crescita sostenibile, leve operative per il de-risking e rafforzamento della struttura finanziaria. Il management ha anche annunciato gli obiettivi in termini di crescita e riduzione dell’indebitamento finanziario netto. Le sales nel periodo 2016-2021 dovrebbero registrare un Cagr del 9%, raggiungendo a fine periodo 4,6 miliadi (3 miliardi nel 2016) e un portafoglio ordini delle costruzioni di 14 miliardi. L’Ebitda margin dovrebbe mantenersi stabile intorno al 10-11% e il Ros tra l’8 e il 9 per cento. L’indebitamento finanziario netto scenderà nel 2021 a 400 milioni dai 1.089 del 2016.
Il colosso delle costruzioni romano ha pubblicato il comunicato stampa relativo al Piano strategico 2017-2021 fitter for the future. Ricordiamo che domani giovedì 6 aprile sarà possibile ascoltare la diretta streaming a partire dalle ore 11.30.
I driver strategici del piano sono tre: crescita sostenibile, leve operative per il de-risking e rafforzamento della struttura finanziaria.
Infatti come ricorda il numero uno del gruppo “Il 2016 è stato un anno di trasformazione per Astaldi. Abbiamo riposizionato con successo il nostro business facendo leva sulle nostre capacità commerciali, uniche. Alla luce dei risultati conseguiti nel corso dell’anno, in anticipo rispetto alle nostre aspettative, abbiamo aggiornato il Piano Strategico caratterizzato da obiettivi più ambiziosi in termini di ricavi, generazione di cassa e riduzione del costo del debito. Nel periodo 2017-2021, continueremo a concentrare la nostra attenzione sulla crescita sostenibile, su di una migliore qualità della redditività, unitamente alla riduzione del profilo di rischio del Gruppo.”
Astaldi continuerà a sviluppare il modello di business e la struttura del suo capitale sulla base dei tre pilastri chiave sopra delineati.
Crescita sostenibile: L’obiettivo già delineato nel 2016 di riposizionare il portafoglio ordini verso i contratti EPC (Engineering, Procurement, Construction) viene confermato e infatti il management ha raggiunto l’obiettivo di una quota dei ricavi di oltre il 60% generata su contratti EPC lo scorso anno e questo perché tale tipologia di appalti è caratterizzati da una logica a pluralità di elementi che prospettano margini e profili finanziari più stabili e di qualità superiore rispetto ai contratti di appalto tradizionali. Le concessioni invece avranno un peso inferiore in termine di capitale impiegato (modello capital light). Importante invece sono i risultati raggiunti con l’introduzione della linea di business O&M (Operation and Maintenance). Le attività di O&M generano un nuovo flusso di ricavi stabile nel tempo, con margini elevati e a basso impiego di capitale, dando un importante contributo alla visibilità dei ricavi e alla qualità della redditività. Il nuovo Piano strategico prevede che, a regime, la linea di business O&M generi il 10% circa dei ricavi.
Leve operative per il de-risking: altro elemento fondamentale già delineato nel 2016 è quello di una maggiore diversificazione geografica delle attività a favore di quei mercati con minore profilo di rischio (Italia, Europa, Stati Uniti, Cile), e di incremento della quota-parte di portafoglio in Paesi a basso rischio. Una scelta che deriva dalla necessità di ottenere migliori risultati in termini di cash flow ottimizzando l’impatto del capitale circolante. Tali aree infatti presentano un migliore profilo finanziario dei contratti. Sarà anche istituita una task force dedicata, avviata la normalizzazione del livello degli anticipi contrattuali e effettuati come detto sopra minori investimenti nelle concessioni. Il tutto dovrebbe contribuire a ridurre l’indebitamento finanziario netto del gruppo.
Rafforzamento della struttura finanziaria: uno degli obiettivi principali su cui il management è focalizzato rimane quello della riduzione dell’indebitamento finanziario netto. Dall’inizio del programma (2016) ad oggi, sono state concluse operazioni per circa 250 milioni su oltre 750 milioni posti come obiettivo di dismissione per il 2021. Il target di abbattimento del debito a 400 milioni sarà raggiunto tramite la dismissione di asset, la riduzione dell’incidenza del capitale circolante sui ricavi, la riduzione degli investimenti e, quindi, da una maggiore capacità di generare cassa, derivante anche dagli esiti della politica commerciale del Gruppo.