Il gruppo di via Monte Rosa ha chiuso l’esercizio 2016 con ricavi consolidati in calo del 10% a 284,1 milioni, un Ebitda adjusted negativo per 17,3 milioni (a fronte del sostanziale pareggio del 2015) ed un Ebit adjusted negativo per 38,1 milioni (+22,6 milioni). Valore quest’ultimo che, dopo aver contabilizzato anche oneri straordinari netti per 36,3 milioni, porta il deficit della gestione operativa oltre i 74 milioni. L’esercizio chiude con una perdita finale pari a 91,9 milioni (a fronte di quella rideterminata pari 25,6 milioni del 2015), che porta in negativo per 11,7 milioni il patrimonio netto. Indebitamento finanziario netto in peggioramento da 33,9 a 50,7 milioni. Il Board proporrà ai soci un aumento di capitale fino ad un massimo di 70 milioni.
Sotto la presidenza di Giorgio Fossa, il CdA ha approvato il progetto di bilancio dell’esercizio 2016 chiuso con ricavi consolidati per 284,1 milioni, in calo del 10,2% rispetto a quelli rideterminati del 2015. Tale variazione è attribuibile per 13,3 milioni al deconsolidamento delle controllate Newton Management Innovation e Newton Lab.
Al netto della variazione di perimetro, i ricavi consolidati registrano un calo di 18,7 milioni (-6,2%) principalmente riconducibile al calo dei ricavi pubblicitari pari a 10,5 milioni (-8,3%) ed alla diminuzione del fatturato derivante dalla vendita dei prodotti cartacei pari a 9,9 milioni (-16,4%).
La flessione del giro d’affari si è riflessa sull’Ebitda adjusted passato dal sostanziale pareggio del 2015 ad un valore negativo per 17,3 milioni, che porta l’Ebit adjusted a registrare una perdita di 38,1 milioni (a fronte della perdita rideterminata di 15,5 milioni del 2015).
Il risultato della gestione operativa contabilizza ammortamenti per 20,8 milioni (+20%), in aumento di 3,5 milioni per effetto principalmente dal cambio di stima della vita utile di alcune attività immateriali su indicazione della società di revisione.
Includendo anche oneri non ricorrenti per 36,3 milioni, dei quali 18,9 milioni relativi a svalutazioni in seguito alle risultanza dell’impairment test, l’Ebit diventa negativo per 74,3 milioni e si confronta con l’Ebit rideterminato negativo di 15,5 milioni della gestione precedente.
Un deficit che porta la perdita finale da 25,6 a 91,9 milioni. Al netto degli oneri non ricorrenti il risultato netto è negativo per 44,3 milioni.
A fine dicembre l’indebitamento finanziario netto del gruppo era pari a 50,7 milioni, in peggioramento di 16,8 milioni rispetto al valore rideterminato di 33,9 milioni di un anno prima. La posizione finanziaria comprende il debito residuo complessivamente pari a 6,8 milioni, relativo alla contabilizzazione del sale and lease back della rotativa di Bologna.
Il management del gruppo ha in corso trattative con le banche finanziatrici per rimodulare l’indebitamento finanziario ed assicurare l’operatività al gruppo, “pur consapevole dell’esistenza di fattori di incertezza che possono far sorgere dubbi sulla continuità aziendale”.
Il CdA ha redatto il bilancio consolidato 2016 nel presupposto della continuità aziendale, mantenendo i valori iscritti all’attivo e senza effettuare quelle ulteriori specifiche svalutazioni e accantonamenti che altrimenti sarebbero dovuti in uno scenario di interruzione dell’attività.
Il deficit dell’esercizio ha portato in negativo per 11,7 milioni il patrimonio netto, in diminuzione di 98,9 milioni rispetto agli 87,2 milioni di fine 2015. Il Board proporrà ai soci l’integrale copertura della perdita d’esercizio tramite riduzione del capitale sociale, oltre ad un’operazione di ripristino del capitale a valori positivi e di rafforzamento patrimoniale per un importo fino a 70 milioni.
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