Il Cdr della casa editrice ha reso noto il proprio parere in merito alle conclusioni del CdA di mercoledì 5 aprile. In un comunicato il Comitato ha espresso “fortissima preoccupazione” non solo sulla perdita monstre di 92 milioni, ma anche sull’entità della ricapitalizzazione che il management ha fissato in un massimo di 70 milioni.
Un intervento sul capitale che il Cdr ritiene “modesto e gracile, ancora ignoto oltretutto nelle modalità, che nell’immediato è già inadeguato e potrebbe rivelarsi tra pochi mesi insufficiente”. Insoddisfazione che trova ulteriore conferma nella risposta di Confindustria di voler sottoscrivere solo “pro-quota” l’aumento di capitale, per un valore che i rumors stimano in 30 milioni circa. “Meno della metà anche solo dei dividendi incassati da Confindustria nei sette anni precedenti la crisi: 66 milioni”, come precisa il Cdr.
E ripercorrendo lo storico dei risultati del gruppo, il Comitato evidenzia come dal 2009 la perdita complessiva supera quota 350 milioni (l’ultimo anno in utile è stato il 2008) e che Confindustria “ha lasciato correre la crisi nel corso degli ultimi 8 anni sino a quasi un punto di non ritorno”.