Le borse europee archiviano l’ultima seduta della settimana poco distanti dalla parità, in una giornata caratterizzata dalla pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro americano, mentre sullo sfondo permane un generale clima di incertezza legato anche all’attacco missilistico degli Stati Uniti in Siria e al vertice tra Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping, che si conclude oggi.
Il Ftse Mib di Milano termina flat a 20.300 punti, sostanzialmente allineato al Dax di Francoforte e all’Ibex 35 di Madrid (+0,1%), mentre il Cac 40 di Parigi e il Ftse 100 di Londra avanzano dello 0,3 e dello 0,6 per cento. Poco mossa anche Wall Street, dove gli indici, intorno alle 18:00, scambiano in frazionale ribasso.
Gli attesissimi dati di marzo sull’occupazione negli Stati Uniti hanno fornito indicazioni contrastanti. Lo scorso mese, infatti, il settore non agricolo ha creato 98 mila nuovi posti di lavoro, ben al di sotto dei 180 mila stimati dal consensus e dei 219 mila della rilevazione precedente (rivista al ribasso da 235 mila). Tuttavia il tasso di disoccupazione è sceso al 4,5%, minimo da maggio 2007, contro il 4,7% atteso dagli analisti.
Le statistiche sull’occupazione statunitense hanno innescato una discreta volatilità sul Forex, dove l’euro/dollaro si è inizialmente impennato a 1,065 per poi prendere la via del ribasso fino a 1,0615. Biglietto verde che guadagna terreno anche sulla sterlina (GBP/USD a 1,24), mentre recupera lo yen (USD/JPY a 110,7), tradizionale valuta rifugio nelle fasi incerte.
In mattinata l’agenda macro ha visto anche la pubblicazione dei dati di febbraio sulla produzione industriale tedesca (+2,2%), cresciuta più delle attese, francese, inaspettatamente calata dell’1,6% e britannica, diminuita a sorpresa dello 0,7 per cento.
Nel Regno Unito sono stati diffusi pure i dati di febbraio sulla produzione manifatturiera, in flessione dello 0,1%, e quelli di marzo sui prezzi delle case, cresciuti solo del 3,8%, mentre in Italia le vendite al dettaglio hanno registrato una battuta d’arresto a febbraio.
Tra le materie prime l’atteggiamento cauto degli investitori continua a favorire i metalli preziosi, con l’oro sui massimi degli ultimi cinque mesi in area 1.268 dollari l’oncia e l’argento a 18,35 dollari. Resta ben intonato il petrolio, pur scendendo dai massimi di giornata, con il Brent (+0,6%) a 55,2 dollari e il Wti (+0,8%) a 52,1 dollari.
L’avversione al rischio alimenta gli acquisti sull’obbligazionario, dove calano i rendimenti sulla scadenza decennale e il tasso del Btp scende al 2,2%, con un differenziale dal Bund in area 197 punti base.
A Piazza Affari chiudono in vetta al listino principale STM (+2,5%) e CNH (+2,2%), seguite da A2A (+1,6%) e MEDIOBANCA (+1,2%).
In ordine sparso gli altri bancari, con INTESA a +0,3%, UNICREDIT in flessione dello 0,4% e UBI a -1,3 per cento. Tra i petroliferi ENI e TENARIS avanzano rispettivamente dello 0,4% e dello 0,7 per cento. Poco mosse le utilities, tranne la sopracitata A2A, con ENEL invariata. Scivolano in fondo al Ftse Mib, invece, SAIPEM (-2%) e MEDIASET (-1,8%).
In rialzo dello 0,7%, infine, PRYSMIAN, che ha siglato un contratto da 350 milioni con IFA2 Sas per un collegamento elettrico in cavo sottomarino e interrato che collegherà Tourbe in Francia con Chilling in Gran Bretagna.