Aim – Fope brilla nell’ottava

Nelle ultime cinque sedute il Ftse Mib è sceso a 20.300 punti segnando un calo dello 0,9 per cento. Il Ftse Aim Italia ha segnato un frazionale rialzo dello 0,2%, sostanzialmente in linea con il London Ftse Aim 100 ma al di sotto del London Ftse Aim All Share (+0,5%). In crescita il volume medio degli scambi, che si è attestato a 6.022.598 titoli trattati, un livello al sopra dei volumi registrati nelle sedute fino a 3 mesi precedenti.

Ottava in rally per Fope, che ha messo a segno un progresso 41,1% con un volume medio di 5.000 titoli trattati. Le quotazioni potrebbero beneficiare delle dichiarazioni rilasciate dall’Ad, Diego Nardin, che per quanto riguarda l’esercizio 2017 ha precisato che le aspettative sono positive e in linea con il budget. Si ricorda il Cda dell’azienda orafa ha di recente approvato il bilancio 2016, che ha riportato ricavi consolidati pari a 23 milioni, in aumento del 10,3% grazie soprattutto alle maggiori vendite sui mercati esteri. L’Ebitda ha raggiunto 2,3 milioni (+15,7%) e l’Ebit 1,6 milioni (+10,6%), mentre l’utile netto ha superato 1 milione (+7,9%).

Settimana positiva anche per Clabo, che ha riportato un rialzo del 13,7% con 122.900 azioni mediamente scambiate, performance che ha spinto al 54,3% il guadagno delle ultime 30 sedute.

Attenzione anche su Casta Diva Group, che ha segnato un rialzo dello 0,9% scambiando 11.000 titoli. L’Ad della società multinazionale attiva nella comunicazione, Andrea De Micheli, ha dichiarato di avere “una pipeline di acquisizioni sia di persone e sia di aziende, che stanno pensando a noi e che vedono in noi un polo aggregatore. Ci saranno operazioni straordinarie nel 2017”. Le attese del management per l’esercizio “sono positive”, puntando anche sulla realizzazione del primo lungometraggio, oltre che sulle due recenti commesse acquisite per 3,7 milioni di dollari circa. Si ricorda che il gruppo ha chiuso il 2016 (primo esercizio post fusione tra Casta Diva Group e Blue Note) con un valore della produzione pari a 24,9 milioni (+1%), il 46% dei quali realizzati all’estero. I costi legati all’operazione di reverse takeover hanno pesato sui margini contenendo l’Ebitda in 0,7 milioni (-33,8%) e portando in negativo, seppure di poco, l’Ebit. La perdita finale si è ridotta da 0,9 a 0,3 milioni, grazie anche al recupero di imposte anticipate.

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