Sabato si è riunita a Novara la prima assemblea dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna, dopo la fusione e la trasformazione in spa delle due ex popolari. Presente il 36% del capitale che ha dato il via libera ai bilanci 2016. Numerosi i fondi (25% del capitale), ma la riunione è stata l’occasione per testare i numeri di un possibile nocciolo duro formato da imprenditori soci e fondazioni.
Si è tenuta sabato la prima assemblea di Banco Bpm post trasformazione in spa e post fusione. Una riunione che, come previsto, si è svolta in modo tranquillo senza sorprese, con un parterre ben differente rispetto all’ultima assise di Bpm per l’approvazione della fusione con Banco Popolare, dove hanno avuto una presenza consistente dipendenti ed ex soci. La fase attuale vede la maggioranza del capitale nelle mani dei fondi comuni d’investimento, dove spicca per la propria quota Norges Bank, che detiene il 3,1% del capitale.
All’assemblea hanno partecipato quasi 7 mila soci (più di mille presenti in proprio), rappresentanti circa il 36% del capitale sociale e tutti i punti all’ordine del giorno sono stati approvati a larghissima maggioranza.
Gli investitoti istituzionali rappresentavano il 25% circa del capitale, ma erano presenti, anche per delega, numerosi imprenditori vicini all’istituto di credito, tra i quali Sandro Veronesi, del gruppo Calzedonia, che esprime un membro del cda, i Loro Piana, Farinetti di Eataly e il Gruppo dell’aceto Ponti. Confermata anche la presenza nell’azionariato delle fondazioni, tra le quali un ruolo di primo piano è rivestito da Carilucca che detiene il 2,2 per cento. Presente anche Cariverona con lo 0,41% più le deleghe delle fondazioni di Modena e Carpi con lo 0,13% e infine vi è Alessandria con circa lo 0,3 per cento.
E proprio le due componenti imprenditori e fondazioni potrebbero dare vita a un patto di sindacato che potrebbe arrivare a coagulare una quota del 7/8% del capitale e svolgere il ruolo di punto di riferimento del management, che tuttavia ha l’obiettivo di fidelizzare anche il rapporto con gli investitori istituzionali. Compito che vede impegnato direttamente l’amministratore delegato Giuseppe Castagna.
L’assemblea ha approvato i due bilanci al 31 dicembre 2016 di Banco Popolare, che ha registrato una perdita di 1,3 miliardi, e di Banca Popolare di Milano, archiviato con un utile di 65,7 milioni, dato che la fusione è operativa dal primo gennaio 2017 e che i conti 2016 di Banco Bpm, archiviato con un rosso di Gruppo di 1,6 miliardi sono solo un pro-forma. E’ stato inoltre stabilito di riportare a nuovo la perdita netta di 1,24 miliardi risultante dalla sommatoria dei risultati d’esercizio dei due istituti.
I soci hanno dato anche il via libera ai piani incentivazione a breve termine (2017) e a lungo termine (triennale 2017-2019), che prevedono che il 50% del bonus sia corrisposto in azioni, hanno approvato la relazione sulla remunerazione del Gruppo bancario Banco Bpm 2017 e varato il regolamento assembleare.
Infine, l’assemblea ha autorizzato l’acquisto e la disposizione di azioni proprie per un ammontare massimo complessivo pari all’1% del capitale sociale.