Commercio – Il settore vinicolo italiano si conferma solido nel 2016

Il settore vinicolo italiano conferma nel 2016 la propria solidità e posizione di spicco tra le attività manifatturiere del nostro paese.

E’quanto emerge dai dati recentemente diffusi da Mediobanca, riguardanti 140 società italiane del comparto e 14 maggiori imprese internazionali quotate.

Secondo questa indagine le principali società italiane del settore hanno evidenziato un fatturato complessivamente in crescita del 6% rispetto al 2015. Una dinamica sostenuta sia dalle vendite domestiche (+5,3%) sia da quelle estere (+6,6%), risultando migliore dell’industria alimentare (+2,9%) ma più debole di quella dell’intera manifattura (+9,3%).

Degni di nota i progressi complessivamente evidenziati dalle società italiane rispetto al 2011 (vendite del settore +27,3%; export +37,7%), che confermano un trend di crescita ininterrotta anche se altalenante.

Lo studio evidenzia poi che la produzione mondiale del 2015 è stata valutata dall’Organisation Internationale de la Vigne et du Vin in 274,4 milioni di ettolitri, in lieve crescita rispetto al 2014 (+1,3%), mentre per il 2016 la previsione è di 259,4 milioni, in contrazione del 5,5%.

Nel 2015 l’Italia ha riconquistato la posizione di leadership, detenuta l’anno precedente dalla Francia (17,3% del totale), con un valore della produzione di 12,9 miliardi e con una quota di mercato del 18,2%.

Leadership, quella del nostro paese che, secondo le previsioni dovrebbe essere confermata anche nel 2016, con 48,8 milioni di ettolitri, battendo i 41,9 della Francia e i 37,8 della Spagna.

Si segnala che tra le società oggetto dell’indagine di Mediobanca vi sono anche Masi Agricola e Italian Wine Brands, quotate alla Borsa Italiana operanti nel settore vinicolo, che nel 2016 hanno contabilizzato rispettivamente un giro d’affari di 63,9 milioni, in progresso del 4,9% rispetto al 2015, grazie anche all’apporto del gruppo Canevel, a partire dallo scorso mese di settembre, per oltre 1,5 milioni, e di 145,9 milioni (+0,8%), il 72% dei quali realizzati oltre frontiera.

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