Mercati – Wall Street non scalda l’Europa, listini ancora in rosso

I listini europei si mantengono in territorio negativo, ad eccezione del Ftse di Londra sostanzialmente invariato (-0,1%), in un clima ancora caratterizzato dall’incertezza su diversi fronti, con le tensioni in Siria, l’invio di un’unità navale statunitense in Corea del Nord e l’avvicinarsi delle elezioni francesi in Europa.

Poco dopo le 16:00, in seguito all’apertura in rialzo di Wall Street, il Ftse Mib di Milano cede lo 0,7% a 20.166 punti, il Dax di Francoforte è -0,3%, il Cac 40 di Parigi a -0,5% e l’Ibex 35 di Madrid mostra un ribasso dello 0,8 per cento.

In attesa dell’intervento di Janet Yellen previsto questa sera, il dollaro mantiene l’intonazione positiva nei confronti delle altre valute, con l’YSD/JPY a 111,2 e l’EUR/USD a 1,059, beneficiando ancora delle dichiarazioni di William Dudley (Fed di New York), secondo cui il piano di riduzione del bilancio della banca centrale americana nel corso dell’anno rappresenterebbe solo una piccola pausa nel percorso di graduale aumento dei tassi di interesse.

Fra le materie prime le quotazioni del greggio guadagnano oltre un punto percentuale con Brent e Wti rispettivamente a 55,8 e 52,5 dollari al barile. A sostenere l’oro nero contribuiscono le tensioni in Medioriente e il nuovo stop del giacimento libico Sharara, dopo che ignoti hanno bloccato l’oleodotto che porta al terminale petrolifero.

Sul fronte macro, l’Istat ha diffuso i dati di febbraio sulla produzione industriale, in crescita rispetto a gennaio ma in misura inferiore alle attese. L’indice destagionalizzato della produzione industriale ha segnato un incremento su base mensile dell’1% (+1,3% il consensus degli analisti), mentre l’indicatore corretto per gli effetti di calendario è aumentato in termini tendenziali dell’1,9% (contro il +2,4% stimato).

Nel frattempo giungono segnali positivi da parte della Commissione Europea rispetto alla manovra correttiva messa a punto dall’Italia. Domani il Governo presenterà il Documento di Economia e Finanza e il Programma nazionale di riforma (Pnr), con contestuale approvazione della manovra di correzione da 3,4 miliardi (0,2 punti percentuali di Pil).

In attesa della sessione d’aste di metà mese al via domani, scende l’obbligazionario italiano con lo spread Btp-Bund che si allarga a 202 punti base e il rendimento del decennale al 2,24 per cento.

A Piazza Affari gli acquisti premiano MONCLER (+0,8%), MEDIASET (+0,8%) e FINECO BANK (+0,5%). Sottotono i bancari, in particolare MEDIOBANCA (-2,7%), ad eccezione di UBI (+0,6%) i cui soci hanno approvato lo scorso venerdì l’aumento di capitale fino a 400 milioni nell’ambito dell’operazione di acquisizione delle tre good bank annunciata a gennaio.

Debole anche INTESA (-0,8%) che vede avvicinarsi la conclusione del processo di vendita del portafoglio da 2,5 miliardi di crediti deteriorati. Secondo fonti di stampa in pole position ci sarebbe la cordata formata da Crc (Christofferson Robb) e da Bayview (assistiti da Prelios Credit Servicing), con un prezzo tra i 10 e i 15 centesimi.

L’istituto guidato da Carlo Messina, inoltre, ha lanciato un bond senior unsecured a 5 anni a tasso variabile, con ordini che finora ammontano a 1 miliardo di euro.

Fra le utilities, vendite su ENEL (-1,9%), che, attraverso la joint venture fra Enel Green Power e Dutch Infrastructure Fund (DIF), ha chiuso un accordo per l’acquisto di Bungala Solar One, la prima fase da 137,5 MW del progetto fotovoltaico Bungala Solar da 275 MW in Australia. Inoltre Enel Investment Holding è salita al 78% nelle due controllate rumene Muntenia per 400 milioni.

Poco sotto la parità SNAM (-0,4%), che con la slovacca Eustream e le ucraine Naftogaz e Ukrtransgaz ha firmato una lettera d’intenti finalizzata a valutare opportunità di collaborazione nella gestione e nell’ammodernamento della rete gas dell’Ucraina.

In rosso pure TELECOM ITALIA (-1,1%), dopo che Vivendi ha depositato la lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione.

Scende infine dello 0,8% PRYSMIAN, che avvierà in Brasile un nuovo centro di eccellenza per il Sud America, con un investimento complessivo di circa 45 milioni.