Banche – Le maggiori rettifiche penalizzano la redditività nel 4Q 2016

Nel quarto trimestre del 2016 il comparto bancario ha registrato un peggioramento dei ricavi, con il margine d’intermediazione aggregato dei principali istituti italiani attestatosi a 11,4 miliardi, in calo del 9,9% rispetto al pari periodo del 2015. Una contrazione che, unita a costi spesso non ordinari e all’aumento delle rettifiche sui crediti a 14,7 miliardi, hanno portato ad una perdita netta aggregata di 15,3 miliardi.

A conclusione della presentazione dei dati trimestrali delle principali banche italiane è il momento per fare il punto sul loro andamento.

La tabella sottostante riunisce i principali dati economici delle 7 maggiori banche quotate a Piazza Affari, che evidenziano gli effetti di una situazione dei tassi e delle sofferenze ancora difficile, anche se per alcuni istituti si intravedono segnali di miglioramento.

I conti riportati mostrano una diminuzione del margine di intermediazione aggregato del 9,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il calo è dovuto a una flessione delle due componenti caratteristiche del business bancario: commissioni nette e margine d’interesse, che continua a risentire del basso livello dei tassi.

All’interno degli istituti maggiori l’andamento del margine di intermediazione mostra un andamento piuttosto omogeneo, con l’eccezione di Intesa, che ha riportato un incremento del 4,5%, grazie all’ottimo andamento della componente commissionale.

Altra situazione particolare è rappresentata da Mps, che ha registrato una contrazione del 22,6% dovuta al deflusso dei depositi, conseguente alla richiesta da parte della Bce di ridurre il proprio portafoglio di sofferenze e in attesa della ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato.

Il risultato lordo di gestione risulta in calo del 43,3% a 2,3 miliardi, un dato che risente di situazioni molto differenziate e legate anche agli oneri di sistema.

Altro elemento di particolare rilievo sono le rettifiche su crediti. Il valore complessivo delle rettifiche su crediti del gruppo delle banche prese in considerazione è quadruplicato passando dai 3,6 miliardi del quarto trimestre 2015 ai 14,7 miliardi del pari periodo del 2016, anche per la decisione di diverse banche di innalzare il livello di copertura dei crediti deteriorati. Tuttavia, l’aumento è dovuto soprattutto alla crescita degli accantonamenti effettuati da Unicredit in seguito all’operazione di cessione del pacchetto da 17,7 miliardi di npl, che ha comportato nel trimestre rettifiche per 9,6 miliardi, importo che rappresenta il 36,8% del totale. Escludendo dal computo Unicredit, perché i suoi dati includono un’operazione straordinaria, e Mps, poiché si trova in una situazione di particolare pressione, l’incremento delle rettifiche delle banche sarebbe stato comunque elevato (+42,1%), ma meno di quanto effettivamente verificatosi.

Rettifiche e accantonamenti, accompagnati da una debolezza dei ricavi, hanno fatto sentire i loro effetti sull’utile netto che è passato dagli 0,1 miliardi dell’ultimo trimestre 2015 a una perdita netta pari a 15,4 miliardi nel corrispondente periodo 2016. Questa variazione è dovuta in particolare al suddetto aumento delle rettifiche effettuate da Unicredit. Anche le maggiori svalutazioni attuate da Mps hanno contribuito significativamente a questo risultato.

A livello patrimoniale il comparto ha messo in evidenza, invece, un incremento del 2% per quanto riguarda gli impieghi, mentre la raccolta è aumentata del 2,6 per cento.