Le borse europee mantengono l’intonazione negativa dell’apertura e poco dopo le 12:00 scambiano ancora in territorio negativo. Il Ftse Mib di Milano arretra dello 0,8%, scivolando in area 19.840 punti. In calo anche il Dax di Francoforte (-0,3%), il Ftse 100 di Londra (-0,5%), il Cac 40 di Parigi (-0,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,6%).
Sul Forex il dollaro recupera parzialmente terreno sull’euro, tornando in area 1,064 dopo il calo di ieri da 1,06 a 1,067 innescato dalle dichiarazioni di Donald Trump, secondo cui il dollaro si sta rafforzando troppo. Il presidente statunitense ha affermato inoltre che preferirebbe il mantenimento di una politica accomodante da parte della Fed.
La moneta unica cede terreno anche nei confronti della sterlina e dello yen, penalizzata in parte dall’incertezza per l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali francesi. Resta debole invece il cambio dollaro/yen a quota 109.
Il tonfo del biglietto verde ha invece favorito un’ulteriore impennata dei metalli preziosi, con l’oro che ha raggiunto quota 1.288 dollari l’oncia e l’argento a 18,54 dollari. Poco mosso invece il petrolio con il Brent a 55,9 dollari e il Wti a 53,1 dollari, nonostante il dato migliore delle attese sulle scorte settimanali Usa diffuso ieri dall’Eia.
Sul fronte macro l’inflazione tedesca a marzo è risultata in linea con le attese, segnando un +0,2% su base mensile e un +1,6% su base annua dopo il +2,2% di febbraio. I dati finali di marzo sui prezzi al consumo in Italia e Francia hanno confermato le rilevazioni preliminari, segnando per entrambi i Paesi un incremento dell’1,4% su base annua.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund si attesta in area 208 punti base, mantenendosi in prossimità dei massimi da febbraio 2014 con il rendimento del decennale italiano in lieve calo al 2,25 per cento.
A Piazza Affari scivolano in fondo al listino FCA (-2,3%) e STM (-1,9%), penalizzate anche dal dollaro debole, oltre ad AZIMUT (-2%) e ai bancari, tra cui BANCO BPM (-1,5%), MEDIOBANCA (-1,5%) e INTESA (-1,4%).
Deboli anche i petroliferi, con perdite fra lo 0,8% e l’1,2%, e MEDIASET (-1,3%), che intanto ha raggiunto un accordo con Tbs (Rete Capri) per l’acquisizione del canale 20 del digitale terrestre per circa 10 milioni.
Poco mossa LUXOTTICA (+0,1%) con l’autorità di vigilanza francese Amf che ha autorizzato Delfin a rinunciare all’obbligo di promuovere un’Opa sul capitale del Gruppo che nascerà dalla fusione tra Luxottica ed Essilor.
In controtendenza LEONARDO, che spicca in cima al Ftse Mib a +1,8 per cento.