Apertura in rosso per le borse europee in scia alla chiusura in ribasso di Wall Street e all’intonazione negativa della mattinata dei mercati asiatici. Intorno alle 9:20 il Ftse Mib di Milano arretra dello 0,6%, scivolando sotto quota 20 mila punti. In calo anche il Dax di Francoforte (-0,4%), il Ftse 100 di Londra (-0,5%), il Cac 40 di Madrid (-0,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,5%).
Le dichiarazioni di ieri rilasciate dal presidente Usa Donald Trump, che ha ribadito che il dollaro sta diventando troppo forte e che preferirebbe il mantenimento di un politica accomodante da parte della Fed, hanno penalizzato il biglietto verde.
Il cambio USD/JPY viaggia a 109,2 dopo essere sceso fino a quota 108,8, mentre l’EUR/USD scambia a 1,0655 dopo aver raggiunto area 1,068. Il rialzo della moneta unica, però, resta comunque limitato dall’incertezza relativa all’avvicinarsi dell’appuntamento con le elezioni presidenziali francesi di fine mese.
Il tonfo del biglietto verde ha comunque favorito un’ulteriore impennata dei metalli preziosi, con l’oro che ha raggiunto quota 1.285 dollari l’oncia.
Poco mosso invece il petrolio con il Brent a 55,8 dollari e il Wti a 53 dollari, nonostante il dato migliori delle attese diffuso ieri dall’Eia sullo scorte settimanali Usa.
Sul fronte macro l’inflazione tedesca a marzo è stata in linea alle attese, segnando un +0,2% su base mensile e un +1,6% su base annua dopo il +2,2% di febbraio. In attesa dei dati italiani alle 10:00, l’indice dei prezzi al consumo in Francia lo scorso mese ha segnato un +0,6% in linea al consensus, mentre l’indice armonizzato è salito dello 0,7% su base mensile e dell’1,4% su base annuale.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund riparte in area 207 punti base, mantenendosi in prossimità dei massimi da febbraio 2014 con il rendimento del decennale italiano al 2,27 per cento.
Tornando a Piazza Affari, scivolano in fondo al listino in avvio FCA (-1,8%) e CNH (-1,2%), trascinando al ribasso anche EXOR (-0,9%). In calo anche i bancari con BPER (-1,1%), BANCO BPM (-1%), INTESA (-0,9%), UBI (-0,7%) e UNICREDIT (-1,1%).
Poco mossa LUXOTTICA (-0,1%) con l’autorità di vigilanza francese Amf che ha autorizzato Delfin a rinunciare all’obbligo di promuovere un’Opa sul capitale del Gruppo che nascerà dalla fusione tra Luxottica ed Essilor.
Fuori dal paniere principale, bene FINCANTIERI (+1%) che ha firmato ieri con lo Stato francese l’Heads of Terms annunciato il 6 aprile 2017. L’accordo rappresenta uno step fondamentale per il perfezionamento degli accordi definitivi tra i futuri azionisti e include anche le linee guida del piano industriale preparato da Fincantieri per STX France, condiviso con l’APE.