Il Ftse Mib di Milano, sostenuto dalle banche, archivia le contrattazioni a 19.825 punti, in rialzo del 2%, mettendo a segno la miglior performance tra i listini continentali. Chiudono positivi anche l’Ibex di Madrid (+1,1%), il Cac 40 di Parigi (+0,3%) e il Dax di Francoforte (+0,1%), mentre il Ftse 100 di Londra flette dello 0,5 per cento.
A Wall Street, intanto, S&P 500 e Nasdaq avanzano rispettivamente dello 0,3% e dello 0,7%, mentre il Dow Jones scambia sostanzialmente invariato. In assenza di altri spunti significativi, gli investitori si concentrano sull’ondata di risultati corporate in calendario, con circa un terzo delle blue chip che presenteranno i conti entro venerdì.
In Europa monta l’attesa per le elezioni presidenziali francesi di domenica, mentre il Parlamento britannico ha approvato la richiesta del premier Theresa May di indire le elezioni anticipate per il prossimo 8 giugno. Solo in seguito a tale data potranno partire effettivamente i negoziati per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Nel frattempo, sul Forex l’euro/dollaro scambia in lieve ribasso a 1,07, mentre la sterlina ritraccia lievemente dopo i guadagni della seduta precedente (GBP/USD a 1,279) in scia all’annuncio del voto. In flessione lo yen, con l’USD/JPY che risale a 109,1 e l’EUR/JPY a 116,7.
Pochi spunti dall’agenda macroeconomica, che in mattinata ha visto l’uscita dei dati di febbraio sulla bilancia commerciale italiana e dell’Eurozona, rispettivamente in surplus di 1,9 e di 17,8 miliardi, oltre a quelli di marzo sull’inflazione della zona euro. I prezzi al consumo hanno evidenziato un incremento dell’1,5% su base tendenziale e dello 0,8% rispetto a febbraio, mentre il dato ‘core’ si è attestato allo 0,8% rispetto allo 0,7% precedente.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti è atteso in serata il Beige Book della Federal Reserve, il rapporto sulle condizioni economiche nei 12 distretti della Fed che precede di due settimane la riunione del Fomc.
Nel pomeriggio sono stati diffusi invece i dati settimanali dell’Eia sulle scorte americane di petrolio, che hanno confermato il calo stimato dall’Api per quanto riguarda le riserve di greggio, mentre gli stock di benzina sono inaspettatamente aumentati. Brent e Wti arretrano rispettivamente a 54,1 e 51,7 dollari al barile, così come l’oro che scivola a 1.280 dollari l’oncia dopo aver toccato ieri un picco oltre quota 1.290 dollari.
Sull’obbligazionario infine lo spread Btp-Bund scende a 206 punti base, grazie alla risalita del tasso del decennale tedesco in area 20 centesimi, mentre il rendimento del titolo di Stato italiano si attesta al 2,27 per cento.
A Piazza Affari gli acquisti premiano le banche, in particolare UNICREDIT (+6,1%), BPER (+5,4%), BANCO BPM (+3,9%), INTESA (+3,6%) e UBI (+3,2%).
Bene anche FCA (+4,4%) che secondo i dati Acea ha registrato a marzo un aumento delle immatricolazioni in Europa del 18,2%, rispetto al +10,9% del mercato, portando la propria quota di mercato dal 6,3% al 6,8 per cento.
Colpo di coda finale per MEDIASET (+1,6%), che in serata pubblicherà i risultati 2016, e TELECOM ITALIA (+1,4%), dopo una giornata trascorsa costantemente in territorio negativo. Sui due titoli aveva pesato infatti l’accertamento dell’Agcom sulla violazione del Tusmar da parte di Vivendi, in ragione delle partecipazioni detenute nelle due società italiane. L’autorità ha concesso al colosso transalpino 12 mesi per ripristinare una situazione conforme alle norme.
Piomba in fondo al Ftse Mib FERRAGAMO (-1,5%) mentre fuori dal listino principale continua a volare il titolo JUVENTUS (+12,8%), in attesa della sfida di ritorno dei quarti di finale di Champions League con il Barcellona, in programma stasera.