Mediaset – Perdita monstre di 294,5 Mln nel 2016 dopo gli scontri con Vivendi

Il CdA guidato dal vice presidente e amministratore delegato, Pier Silvio Berlusconi, ha approvato il progetto di bilancio dell’esercizio 2016, condizionato dalle controversie in atto con il colosso media francese Vivendi. Nonostante l’incremento del 4% dei ricavi consolidati, saliti a 3,7 miliardi, la gestione operativa risente di oneri straordinari per 269,1 milioni, che hanno impattato soprattutto sul risultato delle attività italiane televisive integrate, determinando un peggioramento di oltre 442 milioni della perdita operativa.  Risultato che in termini adjusted è negativo per 167,2 milioni. L’esercizio chiude con una perdita consolidata di 294,5 milioni, rispetto all’utile di 3,8 milioni del 2015. Indebitamento finanziario netto in aumento di oltre 300 milioni a 1,2 miliardi. Il management stima un ritorno all’utile già nella gestione in corso. Vendite sul titolo in Borsa (-1,1%).

L’emittente televisiva di Cologno Monzese archivia il peggior bilancio della sua storia, condizionato “dai gravi danni provocati sulle attività italiane del gruppo dalle violazioni contrattuali di Vivendi”. I ricavi netti sono saliti da 3,5 a 3,7 miliardi (+4%), riportando una crescita sia del fatturato italiano (4,8%), che di quello spagnolo (+2,1%).

In dettaglio i ricavi pubblicitari televisivi lordi sono aumentati del 3,8% in Spagna e del 2,8% in Italia. In campa nazionale si aggiungono inoltre 28,6 milioni relativi al giro d’affari pubblicitario del nuovo comparto radiofonico, mentre i ricavi da abbonamento della pay tv sono cresciuti del 10,9% a 619,8 milioni.

Un dato quest’ultimo che riflette un buon ritmo nel primo semestre (+16,7%), a cui si è poi contrapposto un rallentamento nella seconda parte dell’anno in seguito alle controversie con Vivendi. In particolare, nel terzo trimestre 2016, che rappresenta il picco stagionale di vendite di abbonamenti legati ai grandi eventi calcistici in esclusiva (Serie A e Champions League), ha addirittura contenuto la crescita nel 5,8 per cento.

La gestione operativa chiude con un risultato negativo per 189,2 milioni, rispetto all’utile di 230,7 milioni del 2015. Il dato risente della perdita operativa pari a 413,6 milioni registrata in Italia, solo parzialmente compensata dall’Ebit positivo per 224,4 milioni delle attività spagnole.

Considerando le sole attività italiane televisive integrate il deficit operativo sale a 489,1 milioni, dopo aver sostenuto oneri straordinari per 269,3 milioni derivanti dagli impegni assunti in seguito alla firma del contratto con Vivendi e dalle necessarie svalutazioni successive alla mancata esecuzione del contratto.

Poste a cui si aggiungono le passività legate all’imprevista permanenza delle attività pay nel perimetro di consolidamento, anche per il quarto trimestre 2016. Attività che, a causa altresì dello stallo operativo subito da aprile ad ottobre 2016, hanno generato una perdita supplementare pari a 72 milioni. La somma di queste poste non ricorrenti imputabili alle infrazioni di Vivendi porta quindi gli oneri straordinari a un totale di 341,3 milioni.

Il risultato netto consolidato è quindi negativo per 294,5 milioni, rispetto ai +3,8 milioni del 2015.  La vicenda Vivendi impatta solo sulle attività italiane che archiviano il 2016 con una perdita di 380,1 milioni rispetto a quella di 74,6 milioni del precedente esercizio.

A fine dicembre 2016 l’indebitamento finanziario netto ha superato  1,16 miliardi, con un peggioramento di oltre 300 milioni rispetto ad un anno prima. La variazione è stata determinata dagli impatti finanziari pari a 75,3 milioni per il completamento dell’acquisizione del Gruppo RadioMediaset (ex Gruppo Finelco), dall’investimento pari a 107 milioni relativo all’incremento della quota di controllo in Mediaset España ed EI Towers realizzato attraverso il riacquisto di azioni proprie e dagli esborsi per 55,2 milioni connessi all’attività M&A del gruppo EI Towers.

Si aggiungono infine le uscite per complessivi 106,1 milioni connesse alla distribuzione di dividendi da parte di Mediaset e Mediaset España.

Ricordiamo che gli obiettivi del piano strategico presentato lo scorso gennaio prevedono una crescita al 2020 della quota di mercato nazionale pubblicitario Mediaset dal 37,4% al 39% e un miglioramento dell’Ebit delle attività media in Italia pari a 468 milioni.

Il management ha confermato “il conseguimento dei target economico-finanziari sia nei tempi sia nelle dimensioni”, prevedendo già un “possibile un ritorno all’utile con l’esercizio 2017”.

Intorno alle 10:20 il titolo Mediaset scambia a Piazza Affari a 3,5 euro, in calo dell’1,1% a fronte di un andamento flat del Ftse Mib.