In mattinata il management della società veneta ha tenuto una conference call a Londra durante la quale ha aggiornato le strategie di sviluppo del gruppo.
In dettaglio il piano per i prossimi tre anni punta il focus su:
Top Line
- Incremento al 9-10% della quota di mercato in Italia
- Crescita internazionale
- Espansione e-commerce
Flessibilità della catena di approvvigionamento
Controllo costi
Per quanto riguarda la top line l’obiettivo del gruppo è di portare la quota di mercato in Italia dal 7,4% di fine 2016 al 9-10% attraverso l’apertura di nuovi Dos, l’espansione dei punti vendita in franchising, oltre che migliorando le performance like-for-like.
In dettaglio le previsioni vedono l’apertura di circa 150 negozi diretti ad insegna Ovs e circa 200 Dos Upim. Ricordiamo che a fine 2016 il network distributivo contava 613 full format Dos. I nuovi punti vendita a gestione diretta Ovs ed Upim generano rispettivamente il 23-24% e 21-22% di Ebitda margin. Il piano stima l’apertura di 20-25 Dos Ovs e 20-30 Dos Upim full format all’anno per i prossimi tre anni.
Per quanto riguarda invece la rete di vendita in franchising, il management prevede l’apertura di 100 nuovi stores all’anno e l’introduzione di nuovi negozi di piccole dimensioni. Il tutto senza dimenticare un continuo sostegno della crescita Like-for-Like, che punta ad aumentare vendite e clienti nei negozi attuali, attraverso ristrutturazioni, nuovi progetti di merchandising e commerciali ed un rafforzamento del collegamento tra canali di vendita al dettaglio e quelli on-line.
L’espansione internazionale di Ovs sarà invece raggiunta sia attraverso una crescita organica, che per linee esterne (trasformazione Charles Vögele). Oltre al rafforzamento della presenza nei mercati già raggiunti come Spagna, Balcani ed Europa Orientale, il piano prevede aperture in nuovi mercati, tra cui la Cina, dove la società ha recentemente raggiunto un accordo con Li & Fung, che vedrà l’apertura di 18 stores già nel 2017. Al fine di migliorare i tempi di approvvigionamento, Ovs aprirà inoltre un Hub a Hong Kong.
Per quanto riguarda la catena svizzera Charles Vögele acquisita a fine 2016 il management stima un Ebitda 2017 leggermente negativo, dato che dovrebbe invece tornare a crescere nel 2018 e 2019, quando sarà completato il processo di ristrutturazione secondo il modello di business di Ovs. Nel prossimo triennio sono previsti capex per 90 milioni di franchi svizzeri, dei quali 65 investiti nella conversione dei negozi.
Attraverso le piattaforme di e-commerce la società intende inoltre raggiungere nuovi mercati come Svizzera, Austria e Slovenia, oltre che attraverso nuovi accordi con marketplace, come quello avviato nel 2017 con Myntra per il mercato indiano.
In termini di flessibilità nell’approvvigionamento, Ovs intende ridurre di 30 giorni circa l’attuale tempo di consegna medio di 145 giorni, con il completamento del programma Plm (product life cycle management).
Nel 2017 Ovs dovrebbe mantenere stabile il Gross Margin, pur considerando l’espansione della rete in franchising più aggressiva rispetto a quella diretta, impatto negativo dei cambi, una riduzione del 2% circa dei prezzi di vendita e l’aumento del prezzo del cotone.
Il margine lordo dovrebbe per contro beneficiare di sinergie con i fornitori (per i maggiori volumi acquistati), degli effetti positivi di nuovi mercati di approvvigionamento, del tasso di cambio favorevole di alcune valute locali (soprattutto Reminbi e Lira Turca), dell’introduzione di nuovi fornitori oltre che delle sinergie derivanti dall’aumento degli acquisti in seguito all’integrazione con Charles Vögele.
A completamento del piano strategico triennale il management stima di ridurre di 0,5x il rapporto tra Net Debt ed Ebitda, che dovrebbe pertanto attestarsi a fine 2019 a 0,9 volte, considerando la distribuzione di dividendi in linea con il 2016.
Dopo le vendite di ieri il titolo Ovs mette le ali a Piazza Affari e intorno alle 16:30 scambia a 6,2 euro, in progresso del 4,7 per cento.