L’euforia della mattinata per la probabile vittoria di Emmanuel Macron al ballottaggio delle elezioni presidenziali francesi continua a sostenere le Borse del Vecchio Continente. Intorno alle 16:00 in vetta ai listini europei c’è proprio il Cac 40 di Parigi che segna un rialzo del 4,3%, sostanzialmente in linea con il Ftse Mib di Milano in rialzo a 20.586 punti. Guadagni sostenuti anche per l’Ibex 35 di Madrid (+3,6%), per il Dax di Francoforte (+3,2%) e per il Ftse 100 di Londra (+2,1%).
In base ai dati finali del ministero dell’Interno Macron ha superato tutti gli altri candidati al primo turno con il 23,75% dei voti, davanti a Marine Le Pen (21,53%). Il centrista affronterà il 7 maggio nel ruolo di grande favorito la leader dell’estrema destra. Gli esperti ritengono che Macron, come presidente di Francia, potrebbe dare stabilità all’Europa.
Buone notizie arrivano anche dagli indicatori macroeconomici, con l’indice Ifo sulla fiducia delle imprese tedesche che segna un balzo in aprile, sommandosi alle rassicurazioni giunte alla fine della scorsa settimana dal G20 di Washington in materia di commercio e contro il protezionismo.
Dinamica che, dal lato cambi, ha rafforzato l’euro che balza sopra la soglia di 1,086 nei confronti del dollaro. La moneta unica recupera terreno anche sulla sterlina (EUR/GBP a 0,85) e corre nei confronti dello yen, con il cross EUR/JPY a 119,7.
Nel frattempo sono scesi i rendimenti dei titoli di Stato di Francia, Italia, Spagna e Portogallo, mentre risale il Bund allo 0,35 per cento. Il tasso del Btp in particolare cala al 2,2%, riducendo lo spread con l’omologo tedesco di 14 bp a 185 punti base.
Fra le materie prime scambia in ribasso il petrolio, con il Wti che scende a 49,4 dollari e il Brent a 52,3 dollari al barile. Stessa sorte per i metalli preziosi, con l’oro che cala a 1.270 dollari l’oncia, dopo i guadagni delle ultime sedute alimentati dalle incertezze per l’attesa del voto francese e per le tensioni politiche tra Stati Uniti e Corea del Nord.
Tornando all’azionario, a Piazza Affari volano le azioni delle banche, anche perché, come ha sottolineato Goldman Sachs, saranno quelle che più di tutti beneficeranno di una stabilità politica. Gli istituti di credito più comprati sono UNICREDIT (+11,1%), UBI (+9%), BANCO BPM (+7,5%), INTESA (+7,3%), BPER (+5,2%) e MEDIOBANCA (+5%).
Tra le utilities sfreccia ENEL (+4,8%), supportata dalla raccomandazione di Credit Suisse che ha confermato il giudizio ‘outperform’ portando il prezzo obiettivo a 5,7 euro dal precedente 4,8 euro per azione. Il titolo beneficia pure della riduzione dei rendimenti sui titoli di Stato italiani e dello spread nei confronti del Bund.
Per alcune blue chips il rialzo è più limitato a causa dell’effetto stacco dividendo, come FINECO (+0,3%), ENI (0%), FERRARI (+0,4%), BANCA MEDIOLANUM (+0,7%), PRYSMIAN (+1,4%) e RECORDATI (+1,6%).
Ben comprata TELECOM ITALIA (+3,4%), mentre è scattato il conto alla rovescia per l’assemblea del 4 maggio.
Tonica anche AZIMUT (+3,2%) che punta ad incrementare il peso delle masse gestite provenienti dall’estero, portandolo dall’attuale 20% al 35% a fine 2019, in linea con gli obiettivi aziendali.
ATLANTIA guadagna il 3,9%, mentre gli investitori si interrogano sulle mosse del Gruppo per conquistare Abertis.
In fondo al listino troviamo MONCLER (-0,3%) che risente delle notizie sulla revisione del “Patent Box”, le agevolazioni fiscali concesse ai marchi e che tuttavia non potranno essere rinnovate dal 2020 in avanti, a seguito dell’allineamento alle indicazioni dell’Ocse.