Mercati – Euforia per voto in Francia, Milano a +4,8% con banche ed Enel

Seduta in forte rialzo le borse europee, galvanizzate dall’esito del primo turno di votazioni in Francia. Il Ftse Mib di Milano archivia le contrattazioni in rialzo del 4,8% a 20.684 punti, mettendo a segno la miglior performance tra i listini continentali. Il Cac 40 di Parigi avanza del 4,1%, seguito dall’Ibex 35 di Madrid (+3,8%), dal Dax di Francoforte (+3,4%) e dal Ftse 100 di Londra (+2,1%).

Alle urne transalpine hanno prevalso il liberal-socialista Macron (23,75%) e la leader di estrema destra Marine Le Pen (21,53%), che si scontreranno nel ballottaggio del 7 maggio per la conquista dell’Eliseo. Macron, che ha già ricevuto l’appoggio della destra gallista di Francois Fillon e del partito socialista di Benoit Hamon, è nettamente favorito e nella seconda tornata elettorale dovrebbe prevalere, scongiurando il rischio di un’uscita della Francia dall’Eurozona.

Uno scenario che ha favorito, sul Forex, la risalita dell’euro. La moneta unica si attesta a 1,085 nei confronti del dollaro e 119 sullo yen, mentre il cross con la sterlina è in aumento a 0,849. La valuta nipponica, ben comprata nelle fasi di maggiore avversione al rischio, cede terreno anche sul dollaro, con il cambio USD/JPY a 109,7.

Sull’obbligazionario scendono i rendimenti dei titoli di Stato di Francia, Italia, Spagna e Portogallo, mentre risale il Bund allo 0,33 per cento. Il tasso del Btp in particolare cala al 2,17%, riducendo lo spread con l’omologo tedesco di 15 bp a 184 punti base.

Fra le materie prime il petrolio annulla i guadagni della mattinata e le quotazioni di Wti e Brent scendono rispettivamente a 49,2 e a 52,1 dollari al barile, penalizzate dall’aumento della produzione statunitense. In ribasso anche i metalli preziosi, con l’oro a 1.276 dollari l’oncia, dopo i guadagni delle ultime sedute alimentati dalle incertezze per l’attesa del voto francese e per le tensioni politiche tra Stati Uniti e Corea del Nord.

Sul fronte macro sono stati diffusi in Germania gli indici Ifo di aprile, che hanno evidenziato un generale miglioramento della fiducia delle imprese tedesche, in aumento oltre le attese a 112,9 punti (112,4 a marzo). Molto positivo il sotto-indice sulla situazione economica corrente (121,1 dai 119,3 di marzo), mentre la componente relativa alle aspettative dei prossimi sei mesi ha disatteso le stime calando a 105,2 punti (da 105,7).

Tornando all’azionario, a Piazza Affari svettano i bancari con UNICREDIT a +13,2%, UBI a +10,4%, BANCO BPM a +7,7%, INTESA a +7,5% e BPER a +6,9 per cento.

Vola anche ENEL (+6,3%), beneficiando della riduzione dei rendimenti sui titoli di Stato italiani e del report positivo di Credit Suisse, che ha confermato il giudizio ‘outperform’ portando il prezzo obiettivo a 5,7 euro dal precedente 4,8 euro per azione.

Sostanzialmente in linea con il mercato ATLANTIA (+4,3%), mentre gli investitori si interrogano sulle mosse del Gruppo per conquistare Abertis. In rialzo anche TELECOM ITALIA (+3,6%), in attesa dell’assemblea in calendario il 4 maggio.

Tra i servizi finanziari sovra-performano l’indice EXOR (+6,4%) e BANCA GENERALI (+6,3%), mentre chiude a +2,6% AZIMUT, che punta ad incrementare il peso delle masse gestite provenienti dall’estero, portandolo dall’attuale 20% al 35% a fine 2019, in linea con gli obiettivi aziendali.

Scivola in fondo al listino TENARIS (+0,1%), mentre MONCLER limita i guadagni allo 0,6%, penalizzata in parte dalle notizie sulla revisione del “Patent Box”. Con la “manovrina” di correzione del bilancio pubblico, infatti, le agevolazioni fiscali concesse ai marchi non sarebbero rinnovabili dal 2020 in avanti, in linea con le indicazioni dell’Ocse.

Si ricorda infine che oggi alcune blue chip oggi hanno staccato il dividendo: RECORDATI (+3,4%), CNH (+3,1%), PRYSMIAN (+2,6%), FERRARI (+1,6%), FINECO BANK (+1,5%), BANCA MEDIOLANUM (+1,3%) ed ENI (+0,1%).