Dalla lettura dei futures sui principali indici continentali si prospetta un avvio brillante per le piazze europee, in scia all’esito del primo turno delle elezioni presidenziali in Francia.
Alle urne hanno prevalso infatti il liberal-socialista Emmanuel Macron e la leader di estrema destra Marine Le Pen, che si scontreranno al ballottaggio del 7 maggio per la conquista dell’Eliseo. Scongiurato dunque lo scenario peggiore, ossia la contemporanea vittoria al primo turno della Le Pen e del leader di estrema sinistra Jean-Luc Mélenchon, entrambi anti-europeisti.
L’esito del voto ha provocato una forte reazione dell’euro, risalito a 1,086 nei confronti del dollaro e a 119,6 sullo yen. Guadagni che alimentano le previsioni di rialzi per i listini azionari, poiché il ridursi delle probabilità di una prossima uscita della Francia dall’Eurozona e dall’Unione Europea dovrebbero alimentare nuovamente la propensione al rischio degli investitori, dopo le sedute prudenti delle ultime settimane.
Il risultato delle presidenziali francesi ha influenzato in parte anche la mattinata asiatica, dove Tokyo è risalita dell’1,4% agevolata dallo yen debole (110,1 il cambio col dollaro) mentre fra le piazze cinesi soffre Shanghai a -1,3 per cento.
Per quanto riguarda Wall Street, invece, la scorsa settimana si è chiusa con una seduta in frazionale ribasso, con un recupero finale innescato dalle dichiarazioni di Trump, che in questi giorni dovrebbe annunciare i dettagli della nuova riforma fiscale con tagli delle tasse mai visti in precedenza.
Sul fronte macro sono attesi in giornata gli indici Ifo tedeschi di aprile, mentre negli Stati Uniti verranno pubblicati gli indicatori sull’attività economica della Fed di Chicago e sull’attività manifatturiera del distretto di Dallas.
A Piazza Affari oggi staccano la cedola sette big cap: ENI, FERRARI, BANCA MEDIOLANUM, CNH, PRYSMIAN, RECORDATI e FINECO BANK. Previsto un calo tecnico dello 0,49% in avvio sull’indice Ftse Mib.
Occhi puntati, infine, sui titoli del comparto bancario, tra i più penalizzati nelle ultime sedute, e sulle utility che potrebbero beneficare della riduzione dei rendimenti sui titoli di Stato italiani e dello spread nei confronti del Bund (in calo di 14 punti base a 185 bp).