Nell’attesa che la nuova stagione delle trimestrali entri nel vivo anche a Piazza Affari, il principale indice azionario italiano ha brindato ai risultati del primo turno delle elezioni presidenziali in Francia con un rialzo in sole due sedute del 5,4 per cento. In questo modo, la performance da inizio 2017 del Ftse Mib è pari a un soddisfacente +8,2%, annullando quasi completamente il gap con gli indici degli altri maggiori listini europei. Nel complesso, ben 33 titoli del principale paniere tricolore sono su livelli superiori a quelli rilevati lo scorso 30 dicembre, mentre solo 7 sono su livelli inferiori.
Protagoniste indiscusse delle ultime due giornate borsistiche sono state le azioni del comparto bancario, guidate da Unicredit (+15,5%), Ubi Banca (+13,2%), Banco Bpm (+10,7%) e Intesa Sanpaolo (+9,5%), ma si sono ben comportate anche le Big Cap tricolori attive in altri settori. A seguito di questo mini-rally molti dei 40 titoli che compongono il Ftse Mib hanno raggiunto i massimi degli ultimi dodici mesi, con cinque di questi che hanno addirittura conquistato nuovi record storici. Stiamo parlando di Brembo (72,75 euro), Campari (11,04 euro), Moncler (22,13 euro), Prysmian (26,58 euro) e Recordati (34,36 euro).
Di fronte a questi numeri, molti investitori si chiedono se Piazza Affari abbia ancora sufficiente benzina per correre ancora oppure se non è il caso di monetizzare i guadagni fin qui conseguiti da inizio anno. Una possibile risposta a questa domanda potrebbe arrivare dall’esame del confronto tra i target price medi a 12 mesi, calcolati da Bloomberg sulla base dei report degli analisti, delle 40 società che compongono il Ftse Mib e i rispettivi prezzi borsistici. Dal confronto in esame emerge che ben 22 titoli rimangono sottovalutati se si prende come riferimento il prezzo obiettivo medio dei broker, 5 Big Cap trattano in linea con i rispettivi target price medi, mentre le altre 12 azioni scambiano su livelli superiori ai rispettivi prezzi obiettivo medi.
In questo ultimo caso, è necessario sottolineare che la sopravvalutazione che il mercato attribuisce ad alcuni titoli può dipendere dal fatto che le attuali stime degli analisti non riflettono variabili che incideranno positivamente sui risultati futuri e che, invece, sono già considerate dal mercato. A questo proposito è interessante esaminare il caso di STMicroelectronics che dopo la strabiliante performance borsistica del 2016 (+72,4%) ha iniziato bene anche l’anno in corso con un balzo del 36,4 per cento. A seguito di questa corsa le azioni del leader europeo dei chip scambiano il 10,3% sopra il rispettivo target price medio. Tra poco meno di 24 ore, a seguito della presentazione dei conti del primo trimestre del 2017 e dell’outlook per la restante parte dell’anno in corso, si capirà se gli analisti dovranno rivedere al rialzo i precedenti prezzi obiettivo oppure, nel caso di notizie non positive, se le quotazioni di STMicroelectronics torneranno indietro.
Tra i titoli che potenzialmente, sulla base dei target price dei broker, hanno i maggiori margini di crescita all’interno del Ftse Mib ci sono Yoox Net-a-Porter e Telecom Italia. Da segnalare che in entrambi casi, le azioni hanno registrato una pessima performance nel 2016 e un avvio di 2017 con il segno meno, soprattutto nel caso di Yoox Net-a-Porter. La sottovalutazione che il mercato sta attribuendo a questi due titoli potrebbe derivare dal fatto che gli analisti non stanno adeguatamente prendendo in considerazione dei fattori negativi che, invece, il mercato ha già riflesso nelle attuali quotazioni di Borsa. Come nel caso del colosso italiano dei semiconduttori, dalle prossime trimestrali si capirà se il gap di valutazione verrà chiuso o meno.