La Corte di Giustizia Europea dei diritti umani rinvia la decisione sulla quota di partecipazione di Fininvest in Banca Mediolanum alla Grande Camera della corte stessa, quella riservata ai casi più complessi. I tempi di definizione del ricorso presentato dall’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi contro la decisione da parte della Bce di imporre la vendita forzosa del pacchetto del 20% in Banca Mediolanum eccedente la quota del 10%, e confermata da Bankitalia, inevitabilmente si allungheranno.
La difesa legale di Berlusconi sostiene che la decisione Bce sia sproporzionata poiché viola la libertà di un individuo di fare business e avere proprietà, due diritti fondamentali nell’Unione Europea “derivanti dalla Convenzione Europea sui diritti umani”.
Sull’argomento è intervenuto ieri anche Ennio Doris, presidente di Banca Medioanum, e socio fondatore della società di asset management, che ha gettato acqua sul fuoco sulla questione. “Secondo me alla fine non arriva nulla sul mercato” ha affermato il manager, “la famiglia Berlusconi si terrà stretta la partecipazione. Alla fine il problema riguarda lui (Silvio Berlusconi, ndr) e non i figli”.
Doris ha inoltre escluso di voler rilevare la quota nel caso la decisione fosse confermata. “Non siamo intenzionati a comprare più del 5% di Mediolanum perché, altrimenti, dovremmo ritirare il titolo. E noi ci teniamo che resti quotato”, ha concluso Doris.
Intanto a Piazza Affari le azioni Mediolanum registrano un calo dello 0,99% a 6,9 euro, contro una flessione dello 0,34% dell’indice Ftse Italia Servizi Finanziari.