Mediobanca – La Borsa scommette sul riassetto (+3,7%)

La banca d’affari di piazzetta Cuccia è sotto i riflettori per il suo ruolo di custode del pacchetto di maggioranza dei titoli Generali con una quota del 13 per cento. A settembre è previsto il rinnovo del patto di sindacato, operazione che potrebbe riservare sorprese.

Partenza con sprint a Piazza Affari per i titoli Mediobanca. Le azioni della banca d’affari guidata da Alberto Nagel mettono a segno alle 10:25 un rialzo del 3,7% a 8,8 euro, facendo nettamente meglio dell’indice del settore Ftse Italia Banche sostanzialmente piatto (+0,3%).

La storica banca d’affari è ultimamente sotto i riflettori sia per il suo ruolo nevralgico nella finanza italiana in quanto custode di un pacchetto del 13% di Generali, sia per la possibilità che il rinnovo del patto in scadenza a settembre possa riservare alcune sorprese.

Proprio sull’argomento è intervenuto due giorni fa Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum, che partecipa al patto con una quota del 3,3%, per gettare acqua sul fuoco affermando di non attendersi novità. Tuttavia non si può dare per scontato che la guerra mossa dal finanziere bretone Vincent Bolloré nei confronti di Silvio Berlusconi, con il tentativo di scalata a Mediaset, non possa portare contraccolpi negli equilibri che lo uniscono all’ex premier nel patto di Mediobanca. Attualmente Bolloré è il secondo azionista più importante del patto con una quota dell’8% detenuta attraverso la finanziaria Financère du Perguet. Berlusconi, invece, oltre alla partecipazione tramite Banca Mediolanum, da lui controllata insieme a Doris, detiene direttamente uno 0,99% che fa capo a Fininvest.

Infine bisognerà capire quali saranno le prossime mosse di Jean Pierre Mustier, Ad di Unicredit, principale azionista di Mediobanca con la quota dell’8,56% legata al patto di sindacato.

Mustier ha lanciato segnali ben precisi sul fatto che intende far valere la propria posizione di socio di maggioranza della banca d’affari da cui si attende un incremento della redditività. Un segnale che, oltre ai numeri, pone le basi per un ribaltamento dei rapporti di forza che avevano in passato visto Mediobanca come un dominus della finanza al di là di quelli che erano i vincoli dettati dal controllo delle azioni. Sullo sfondo vi è la partita per il controllo di Generali per la quale il tentativo di scalata avanzato da Intesa ha evidenziato le fragilità della sua indipendenza.