La società di servizi petroliferi Baker Hughes ha pubblicato venerdì sera l’aggiornamento settimanale sul numero dei pozzi petroliferi attivi.
Il dato Baker Hughes evidenzia una sostanziale stabilità settimanale nel numero di impianti di trivellazione in Nord America (-1). Negli Stati Uniti però questi sono aumentati di 13 unità; la crescita è stata relativa al comparto oil, che registra +9 pozzi (+4 quelli gas), nelle trivellazioni orizzontali (+12) e nelle on-shore (+15). In decrescita il numero dei pozzi attivi in Canada (-14) e in lieve calo quelli del Golfo del Messico (-3).
A livello mensile invece a marzo il Canada registra un calo delle attività (-89) e gli Usa un incremento (+45). In calo l’Europa (-13).
Il numero di rig oil&gas in Nord America dopo otto settimane in calo si è stabilizzato a 955 unità. Il calo del Canada è infatti stato controbilanciato dagli Usa che continuano ad incrementare il numero di nuovi impianti di trivellazioni all’opera.
Continua dunque il trend di indebolimento nel recupero nelle attività in Canada, mentre negli Usa, i produttori shale continuano ad incrementare la produzione. È plausibile che in Canada i pozzi più economici siano in gran parte già attivi e per dare nuovo impulso all’attività di drilling sarebbero necessari ulteriori rialzi del petrolio. Negli Usa invece la produzione continua ad incrementare trainata soprattutto dalla produzione del bacino del Permian (vedi approfondimento: Oil&Gas – Il settore senza spinta soffre le dinamiche dell’oro nero).
Notizia sostanzialmente neutra per i produttori di tubi d’acciaio come Tenaris. Il titolo oggi è in calo dello 0,5% a 14,31 euro, sottoperformando il mercato del 1 per cento.