Con l’ingresso ufficiale di Alberto Minali al timone di Cattolica Assicurazioni, a partire dal prossimo 1° giugno, si aprirà una fase nuova per la compagnia veronese. Vediamo quali sono le principali sfide che il nuovo manager dovrà affrontare al timone della compagnia scaligera.
Cattolica Assicurazioni si trova al crocevia di alcune decisioni importanti per i propri assetti futuri, che riguardano sia la governance sia lo sviluppo operativo.
Dal punto di vista del governo societario la compagnia deve affinare gli equilibri che regolano i diversi ruoli del vertice del Gruppo. Una situazione che potrebbe essere migliorata proprio con l’ingresso di un manager di esperienza, come Alberto Minali che vanta una lunga esperienza nel settore assicurativo per essere stato a lungo in Generali dove ricopriva il ruolo di direttore generale e Cfo. Ma vanta anche esperienze in Allianz e Eurizon Capital.
L’arrivo del nuovo manager potrebbe poi essere l’occasione per rivedere anche gli assetti societari di Cattolica. In particolare la compagnia potrebbe decidere di avviare le procedure per intraprendere la strada che porta alla trasformazione in società per azioni dall’attuale forma di cooperativa che contraddistingue la compagnia assicurativa, in base alla quale il diritto di voto è capitario.
Alla luce di tale processo potrebbe risultare proficua la creazione di uno zoccolo duro di azionisti, in modo dare stabilità alla governance.
Attualmente i principali azionisti di Cattolica sono la Banca Popolare di Vicenza con il 9,047%, la fondazione Banca del Monte di Lombardia con il 3,162% e la Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno a Ancona con il 3,437 per cento.
Scendendo al piano più strettamente operativo altre sfide attendono il nuovo manager. Minali dovrà lavorare al piano industriale che coprirà i prossimi 3-4 anni, anche perché l’anno in corso è l’ultimo di quello attualmente in fase di implementazione.
Il manager dovrà stabilire le linee guida per rifocalizzarsi sul recupero della redditività del segmento vita, che, anche a causa del perdurare del contesto di bassi tassi di interesse, ha visto un deterioramento delle proprie performance. Inoltre, c’è anche da segnalare che è stato interrotto il rapporto di bancassurance con Banca Popolare di Vicenza.
Anche la strategia nel danni dovrà essere potenziata, anche a causa del continuo ridursi nel premio medio annuo della Rc auto, al fine di migliorare il combined ratio.
Il nuovo numero uno della compagnia veronese potrebbe, infine, anche valutare un’eventuale crescita per linee esterne così come un eventuale nuovo accordo nella bancassurance con un’altra banca, considerando che in cassa ci sono circa 420 milioni derivanti dall’aumento di capitale del 2014. A questi potrebbero presto aggiungersi i circa 180 milioni connessi alla cessione delle partecipazioni nelle joint venture detenute in partnership con Popolare Vicenza nella bancassicurazione.
Da segnalare che dall’inizio dell’anno il titolo ha guadagnato oltre il 45% superando gli 8 euro. Inoltre, ha sovra-performato del 40% il Ftse Italia Assicurazioni.