ATLANTIA – IL 2014 RESTERA’ SOSTENUTO DALL’ESTERO

Ricavi, redditività e solidità patrimoniale in ulteriore progresso anche in questo non facile 2013, mentre le proiezioni sull'esercizio in corso evidenziano ulteriori progressi con investimenti superiori al miliardo con ricavi tendenti ai 5 miliardi ed Ebitda vicino ai 3 miliardi. Il tutto supportato dalle ottime aspettative internazionali.
Indice:
    1. Atlantia – proiezioni positive sul 2014 merito il supporto estero e nonostante le incertezze su congiuntura e traffico in Italia
    2. Giovanni Castellucci, Ceo di Atlantia, delinea il piano di sviluppo del gruppo
    3. Atlantia è pronta a realizzare investimenti per 22 miliardi nel nostro Paese
    4. Gli investimenti e le tariffe restano alla ricerca di un equilibrio complesso
    5. La crisi ha inciso sulla struttura della domanda e si delinea la necessità di fissare nuove priorità anche per gli investimenti nelle infrastrutture
    6. I nodi sono tali che risulta ancora più necessario un piano generale dei trasporti
    7. Atlantia è comunque riuscita a salvaguardare solidità patrimoniale e redditività
    8. Atlantia è pronta a investire oltre 10 miliardi sulle infrastrutture autostradali
    9. Atlantia sosterrà AdR nel suo piano di sviluppo da 12 miliardi di investimenti
    10. Atlantia è pronta alla sfida internazionale
    11. Atlantia è pronta alla sfida internazionale – le autostrade in concessione
    12. Atlantia è pronta alla sfida internazionale – gli aeroporti
    13. Atlantia è pronta alla sfida internazionale – telepass e le tecnologie per la riscossone dei pedaggi
    14. Atlantia archivia i primi nove mesi 2013 con un progresso di ricavi ed Ebitda nonostante l’ulteriore calo del traffico
    15. Atlantia migliora anche la struttura patrimoniale e gli indicatori strutturali
    16. Atlantia – permane l’incertezza sull’evoluzione degli investimenti in Francia
    17. Atlantia – le attese per fine 2013 indicano la sostanziale conferma del trend positivo dei primi nove mesi
    18. Atlantia – le proiezioni al 2014 si confermano positive grazie anche al supporto del business internazionale e nonostante le incertezze su congiuntura e traffico
    19. Atlantia – lo scenario italiano
    20. Analisti – A grande maggioranza suggeriscono di acquistare Atlantia
    21. Borsa Atlantia – Alcune prese di beneficio con prezzi ancora vicino ai massimi
    22. Criticità – Sovraesposta all’Italia, al rischio esecuzione e al tema delle regole
    23. Approfondimenti Atlantia – Castellucci: “ADR affina il piano da 12 miliardi ed apre il cantiere sugli investimenti”
    24. Approfondimenti Atlantia – Castellucci delinea il ruolo globale nel futuro del gruppo
    25. Nuovi investimenti in Cile
    26. Approfondimento – Castellucci delinea il futuro del colosso delle infrastrutture nato dalla fusine Atlantia-Gemina

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Atlantia è un colosso globale delle infrastrutture che sul solo territorio italiano è pronta a mettere in cantiere un piano di investimenti superiori ai 22 miliardi, mentre spinge l’acceleratore sul fronte internazionale, ove il suo posizionamento esce rafforzato dopo la fusione con Gemina e il conseguente consolidamento di Aeroporti di Roma. Iniziative i cui effetti emergeranno appieno nei prossimi anni, anche se il gruppo dovrebbe chiudere il 2013 con una crescita di ricavi che dovrebbero collocarsi in prossimità dei 4,2 miliardi ed Ebitda in progresso del 3,5% a parità di perimetro ed atteso complessivamente al di sopra di 2,8 miliardi includendo il consolidamento di ADR a partire dal mese di dicembre.
Scenario che dovrebbe riproporsi anche per il 2014 poiché gli interventi sull’efficienza dovrebbero bilanciare gli effetti connessi alla possibile ulteriore flessione dei veicoli in transito, mentre la componente estera del business dovrebbe continuare a dare grande soddisfazione, seppur in uno scenario apparentemente meno favorevole.
E se non subentreranno altri fattori ad oggi non ipotizzabili è possibile immaginarsi per l’esercizio in corso investimenti superiori al miliardo, con ricavi tendenti ai cinque miliardi rispetto ai 4,2 del 2013. Positiva anche l’evoluzione attesa nellEbitda, che dovrebbe tendere ai tre miliardi con una crescita decisa rispetto allo scorso anno anche per effetto del contributo di 12 mesi del Gruppo ADR.
La grande maggioranza degli analisti resta così positiva su un titolo di cui ne suggerisce gli acquisti, anche se nel contempo le azioni in Borsa subiscono le prese di beneficio pur restando non distante dai massimo degli ultimi sei anni. Il tutto in presenza di uno scenario complessivo di forte volatilità e caratterizzato dall’incertezza, non solo politica.

Atlantia archivia l’esercizio appena concluso nel solco del trend evidenziato nei primo nove mesi e quindi i ricavi 2013 dovrebbero collocarsi in prossimità dei 4,2 miliardi, con Ebitda in progresso del 3,5% a parità di perimetro e atteso complessivamente al di sopra di 2,57 miliardi includendo il consolidamento di Aeroporti di Roma (AdR) a partire dal mese di dicembre. Risultati che premiano gli sforzi attuati in questi anni per fronteggiare una delle congiunture fra le più dure nella storia del nostro Paese. Interventi grazie ai quali il gruppo può garantirsi una redditività soddisfacente anche con dati del traffico più che stagnanti, come emerge pure dalle proiezioni al 2014.

Atlantia – proiezioni positive sul 2014 merito il supporto estero e nonostante le incertezze su congiuntura e traffico in Italia

Uno scenario che di fatto dovrebbe riproporsi anche per il 2014 poiché gli interventi sull’efficienza dovrebbero bilanciare gli effetti connessi alla possibile ulteriore flessione dei veicoli in transito, mentre la componente estera del business dovrebbe continuare a dare grande soddisfazione seppur in uno scenario apparentemente meno favorevole. Dalle attività autostradali gestite oltre frontiera dovrebbero infatti giungere circa 500 milioni di Ebitda, di cui quasi 250 dal Brasile ed oltre 200 dal Cile, anche se i progressi potrebbero essere in gran parte assorbiti dalla dinamica delle valute.

La più grande fresa scudata al mondo in uso nei lavori di scavo delle gallerie della Variante di valico sulla A1 Milano Napoli
La più grande fresa scudata al mondo in uso nei lavori di scavo delle gallerie della Variante di valico sulla A1 Milano Napoli

Più complessa la situazione in Italia, ove la dinamica del traffico dovrebbe migliorare, ma non è ancora dato di sapere quando e come usciremo dalla recessione, mentre la contrazione del traffico incide pure sui ricavi da royalties poiché i gestori degli spazi hanno visto una progressiva riduzione dei loro ricavi e quindi dei loro margini, lasciando intravedere un ridimensionamento delle attese sulle nuove gare con una flessione dell’Ebitda stimabile in circa 20 milioni per l’esercizio in corso.

E se non subentreranno altri fattori ad oggi non ipotizzabili è possibile immaginarsi per l’esercizio in corso investimenti superiori al miliardo, con ricavi tendenti ai cinque miliardi rispetto ai 4,2 del 2013 ed Ebitda in prossimità del tre miliardi; risultati in netta crescita rispetto all’esercizio 2013 anche per effetto del contributo per 12 mesi del Gruppo ADR.

Giovanni Castellucci, Ceo di Atlantia, delinea il piano di sviluppo del gruppo

“Completare l’integrazione con Aeroporti di Roma (AdR), il cui consolidamento è scattato il primo dicembre del 2013, e dare corpo all’impegnativo piano di investimento predisposto all’interno dei nostri progetti di sviluppo accanto a un programma accelerato di miglioramento della qualità, anche percepita”. Sono queste, come puntualizza Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Atlantia, le priorità strategiche a cui stiamo lavorando, anche se è doveroso ricordare che l’implementazione degli investimenti sarà funzione della compatibilità economica.

Atlantia è pronta a realizzare investimenti per 22 miliardi nel nostro Paese

Considerazione, questa ultima, assolutamente imprescindibile poiché “sullo sviluppo delle infrastrutture di nostra competenza abbiamo predisposto progetti per oltre 22 miliardi sui business italiani” connessi alle strade a pagamento e agli aeroporti di AdR a Fiumicino, mentre dalla cifra menzionata sono escluse tutte le numerose iniziative previste al di fuori dei confini nazionali sia nelle attività citate (autostrade e aeroporti) sia nelle tecnologie del pagamento dei pedaggi.

Giovanni Castellucci CEO di Atlantia
Giovanni Castellucci CEO di Atlantia

Più in particolare, continua Castellucci, “procederemo al piano di investimenti previsto adattandolo ove necessario e d’intesa con le istituzioni, in funzione del radicale cambio di scenario economico degli ultimi anni”. Questo anche perché, aggiunge, “ogni investimento deve trovare giustificazione in un sostanziale miglioramento della competitività del sistema, altrimenti gli incrementi di tariffe associati non sarebbero giustificati e accettati”. Il tutto con l’obiettivo di “contribuire, per la quota di nostra competenza, al miglioramento delle infrastrutture del nostro paese per farne sempre di più una leva competitiva del Sistema Italia”.

Gli investimenti e le tariffe restano alla ricerca di un equilibrio complesso

Una finalità, puntualizza il Ceo di Atlantia, “già dimostrata con il nostro operato in questi ultimi lustri se si considera che le tariffe della rete di Autostrade per l’Italia (ASPI) e di Aeroporti di Roma sono ampiamente inferiori alla media europea”. Il tutto pur all’interno di “un equilibrio complesso da trovare tra investimenti e tariffe, come dimostrano i malumori degli utenti dopo l’applicazione delle nuove tariffe autostradali per il 2014. Complessità resa oggi ancora più evidente poiché non è più fattibile applicare lo strumento abbondantemente usato fino a 10 anni fa per ripianare bilanci o congelare tariffe: il contributo statale per assorbire gli incrementi tariffari necessari per finanziare gli investimenti.

Organigramma partecipate
Organigramma partecipate

Il tutto in uno scenario nel quale, come sottolinea il Ceo, “il sistema delle concessioni Autostradali assicura ormai il 30% dell’intero investimento in infrastrutture di trasporto del paese. Ed è anche per questo che, nel rispetto dei contratti e garantendo investitori e finanziatori, è doveroso ricercare un equilibrio tra ammontare degli investimenti, dimensione delle tariffe e aumento della durata delle concessioni all’interno del sistema delle concessioni”.

Alla sede di Atlantia ricordano inoltre che le proteste degli utenti hanno riguardato essenzialmente altre concessionarie al di fuori del gruppo e che sono penalizzate da una durata di concessione e una generazione di cassa inadeguata agli investimenti ai quali si sono impegnati. Noi al contrario abbiamo potuto dedicare agli investimenti una quota molto elevata dei pedaggi netti, il 43% negli ultimi 5 anni, contenendo l’incremento tariffario nel lungo periodo in linea con l’inflazione. Al quartier generale dell’azienda sono inoltre orgogliosi di contribuire a fare del sistema ASPI un’efficiente macchina per investimenti, ma non solo poiché, “grazie alla credibilità acquisita negli anni sui mercati finanziari, siamo uno degli operatori più ‘competitivi’ sui mercati dei capitali nel mondo”.

La crisi ha inciso sulla struttura della domanda e si delinea la necessità di fissare nuove priorità anche per gli investimenti nelle infrastrutture

Nonostante ciò, comunque, e pur facendo leva anche sulla lunga durata della nostre concessione, ogni miliardo di euro di investimenti addizionali richiede e comporta incrementi tariffari addizionali di circa il 4% su un monte ricavi da pedaggio di circa 2,7 miliardi. Dimensioni che pongono fuori gioco interventi strutturali di particolare rilevanza come il Passante di Genova, che nella sua attuale configurazione ha un costo stimato di 3,5 miliardi. proiezioni-pro-forma-Ebitda-31-12-13-gruppo-AtlantiaEd è anche alla luce di queste osservazioni che, proseguono alla sede di Atlantia a Roma, “emerge la necessità di un ripensamento delle priorità d’investimento. Questo anche perché la richiamata crisi ha determinato uno scenario congiunturale profondamente modificato anche rispetto a un passato ancor recente. In sostanza sarà necessario una generale rivisitazione delle priorità d’investimento, anche per considerare i nuovi scenari del traffico, sia pesante sia leggero”.

Da rilevare al riguardo che, come sottolineano ad Atlantia, la citata crisi si è trasformata in una pesante recessione per molti Paesi dell’Europa del Sud; quelli del bacino mediterraneo e cioè dalla Grecia alla Penisola Iberica con intrusioni sulla Francia e sull’Europa centro-continentale. Una crisi a cui ha fatto seguito un forte ridimensionamento del traffico pesante e una modifica strutturale di quello leggero: meno transiti sulle grandi distanze e un sensibile aumento del corto raggio con focus su quello che ruota nell’intorno e all’interno delle grandi città anche per il peggioramento dei servizi di trasporto locali.

I nodi sono tali che risulta ancora più necessario un piano generale dei trasporti

Sarà quindi necessario “agire all’interno di questo scenario e su questa realtà per costruire un ‘piano generale dei trasporti’ con priorità agli investimenti veramente utili. Sarà inoltre necessario declinare questo piano su chi fa cosa fra i vari attori che operano nel trasporto di beni e persone attraverso treni, aerei e autolinee, coniugando a esso le infrastrutture quali linee ferroviarie, stazioni, aeroporti, strade e autostrade”.

EBITDA-E-CAPEX-storici-Atlantia1E la revisione profonda delle priorità d’investimento finalizzata alla mitigazione degli incrementi tariffari diventa di fatto un impegno prioritario per poter realizzare le infrastrutture considerate indispensabili; un impegno sul quale Atlantia ha già dato la sua disponibilità sia nella fase di definizione delle regole e delle priorità, sia nella fase di implementazione per la quota di competenza di un operatore integrato oltreché leader nel mondo.

Atlantia è comunque riuscita a salvaguardare solidità patrimoniale e redditività

Ma c’è pure altro poiché il gruppo romano deve mantenere alta la guardia anche sul versante dell’efficienza e dei costi di gestione ‘ordinaria’ per salvaguardare solidi e sostenibili indicatori reddituali e strutturali. Condizioni indispensabili per poter procedere nello sviluppo delle attività italiane, con focus sulle autostrade e sugli aeroporti, nonostante il forte calo del traffico registrato negli ultimi anni. Più in particolare, come sottolinea Castellucci, “noi siamo stati in grado di intervenire sulla struttura dei costi e dell’efficienza per mettere a punto un modello grazie al quale possiamo conseguire progressi reddituali anche in presenza di uno scenario congiunturale stagnante e quindi con volumi di traffico stabili o ancora in lieve flessione” come quelli ipotizzati per l’esercizio in corso.

Aspettative decisamente migliori dell’ultimo biennio e anche degli ultimi cinque anni poiché il top del traffico è stato riscontrato nel 2007 per poi lasciare spazio a un declino da cui non siamo ancora usciti, anche se nella seconda parte dello scorso anno è iniziato quel rallentamento del declino che ha lasciato intravvedere la fine dell’erosione del traffico. Questa ipotesi deve ancora trovare conferma dopo la contrazione di quasi il 2% dei primi nove mesi, che però ha visto nel terzo trimestre la progressiva attenuazione del calo sino a chiudere il periodo con un -0,8 per cento; trend proseguito nei mesi successivi.

Atlantia è pronta a investire oltre 10 miliardi sulle infrastrutture autostradali

Dinamica grazie la quale le stime per il 2014 risultano meno negative del passato e fanno presupporre una variazione compresa fra lo zero e il meno 2 per cento. Ed è anche per tutto ciò che, sottolineano ad Atlantia, “il problema della finanziabilità degli investimenti non si pone, mentre emerge con forza quello dell’utilità e dell’impatto tariffario dei cinque miliardi di investimenti oltre ai 3,2 miliardi del passante di Genova. Una lista che nel complesso porta ad oltre 10 i miliardi che Aspi è pronto a mettere su tavolo per rafforzare e migliorare la rete infrastrutturale di competenza, con focus sui richiamati grandi centri urbani”.

Piano-investimenti-gruppo-atlantia1Questo anche se, come precisano ad Atlantia, le principali opere del piano, come il citato Passante di Genova, devono ancora superare una verifica di utilità e priorità, oltreché l’iter di approvazione dalle apposite autorità.

È doveroso inoltre ricordare che la focalizzazione parte da lontano in quanto, come ricorda il Ceo di Atlantia, “da tempo abbiamo deciso di concentrarci esclusivamente nel potenziamento dei tratti della rete congestionati e uscire da molti progetti in sviluppo da ‘prato verde’ come la Brebemi (il nuovo tratto che unirà Milano a Brescia transitando da Bergamo lungo un itinerario diverso dall’A4) la Tem (Tangenziale Est di Milano) la Strada dei Parchi e (parzialmente) la Società Autostrada Tirrenica (Sat)”.

Iniziative attuate all’interno di una precisa linea strategica: “concentrarci su ciò che sappiamo fare bene poiché noi siamo gestori di infrastrutture e vogliamo crescere in questa attività, lasciando ad altri la costruzione di nuove tratte a cui sono più interessati i costruttori”.

Atlantia sosterrà AdR nel suo piano di sviluppo da 12 miliardi di investimenti

Il secondo fronte è il piano di sviluppo degli Aeroporti di Roma entrati a far parte del gruppo nella parte finale dello scorso anno a seguito della citata fusione per incorporazione di Gemina in Atlantia.

Aeroporto Leonardo da Vinci
Aeroporto Leonardo da Vinci

L’operazione, ricorda il capo azienda, “che ci ha già permesso di conseguire alcuni obiettivi di rilievo come ampliare la nostra esposizione al macro-trend della crescita globale che traina il traffico aeroportuale internazionale, avviando nel contempo quella stretta collaborazione che ci permetterà l’estensione delle best practice con cui rendere sempre più efficienti i rapporti con le diverse autorità e con i finanziatori. In previsione di un piano di investimenti da oltre 12 miliardi fino al 2044 con l’obiettivo di portare la capacità a oltre 100 milioni di passeggeri annui”.

Un progetto di grande valenza e oggettivamente impegnativo (vedere approfondimenti negli altri servizi sul blog), la cui messa in opera richiederà però la fattiva collaborazione di tutti gli attori anche perché non è pensabile realizzare un’infrastruttura in grado di movimentare 100 milioni di persone all’anno se nel contempo non verranno realizzate le altre opere, fra le quali è doveroso richiamare le capacità recettive della metropoli intesa in senso lato e la viabilità d’accesso rappresentata dalle linee ferroviarie per i treni e dalle strade-autostrade per gli altri mezzi di trasporto. Ma sarà necessaria anche la collaborazione delle altre funzioni come quelle dell’industria dell’intrattenimento e della cultura in senso lato.

Considerazioni non marginali per la realizzazione completa del progetto in quanto, come sottolineano ad Atlantia, “gli investimenti potranno essere realizzati solo se risulteranno compatibili con lo sviluppo reale della domanda. Un domanda la cui dinamica non sarà indifferente all’offerta complessiva che la metropoli capitolina sarà in grado di organizzare per valorizzare l’incomparabile ricchezza storica e culturale che da sempre caratterizza l’Italia e in particolare Roma. Una domanda che dipenderà sicuramente anche da altri fattori esogeni, quali ad esempio il ruolo di Alitalia che ha fatto di Fiumicino il suo hub portando così anche il traffico addizionale come aeroporto di passaggio”.

Oggi nessuno può avere certezze sul destino di Alitalia, la cui sostenibilità nel tempo e nel futuro è ancora tutta da verificare. Ma è chiaro, il destino di Fiumicino non può prescindere dalla conferma del ruolo di hub.

Atlantia è pronta alla sfida internazionale

Il terzo fronte è quello internazionale e la sfida “è aperta su tutti e tre le attività del gruppo: gestione delle attività aeroportuali e delle autostrade a pagamento oltreché quella delle tecnologie per la riscossione dei pedaggi”. “Siamo uno dei pochi grandi gruppi multinazionali integrati e ricchi di una esperienza consolidata che ci permette di confrontarci con grandi progetti su scala globale”.

Atlantia è pronta alla sfida internazionale – le autostrade in concessione

Ed il primo è quello sulle autostrade in concessione ove già oggi gestiamo più di 2mila chilometri dislocati prevalentemente in Cile e Brasile; due Paesi dai quali abbiamo avuto soddisfazioni e nei quali vogliamo continuare a crescere, consolidando e integrando altre realtà già presenti. Così facendo possiamo avere da subito maggiore efficienza e massa critica.

Nel contempo, puntualizza il Ceo di Atlantia, “non escludiamo altre opportunità in altri Paesi, purché caratterizzati da alcuni elementi imprescindibili quali: regole certe e credibilità delle istituzioni preposte a farle rispettare oltre al potenziale di sviluppo del prodotto interno lordo e della demografia. Tenendo presente che per noi il focus è sulle grandi inurbazioni perché sono e saranno sempre più quelle con i maggiori fabbisogni di mobilità e quindi con le maggiori potenzialità”.

Atlantia è pronta alla sfida internazionale – gli aeroporti

L’altro settore di sviluppo estero è rappresentato dagli aeroporti, purché ci siano le condizioni per poterlo fare con soddisfazione dei nostri azionisti e dei nostri finanziatori. Una condizione che non si è concretizzata nelle recenti gare di privatizzazione in Brasile, dove abbiamo rinunciato.

Nuovi investimenti in Cile

Il mercato ci ha premiato perché le condizioni non erano compatibili come è stato dimostrato dall’accoglienza che il mondo finanziario ha riservato a chi ha vinto la gara.

Diversa la situazione in Cile, dove parteciperemo alla gara per aggiudicarci la gestione dell’aeroporto di Santiago, città nella quale operiamo già, in partnership con Canadian Pension Plan, il più grande fondo pensione canadese, sulle principali arterie a pagamento da est a ovest e su parte del raccordo anulare.

Atlantia è pronta alla sfida internazionale – telepass e le tecnologie per la riscossone dei pedaggi

“ASPI ha sviluppato un’esperienza pressoché unica nella riscossione dei pedaggi attraverso tecnologie con microonde come dimostra il Telepass che è in esercizio da quasi 25 anni e oggi è utilizzato da oltre otto milioni di utenti in Italia. Nel contempo, e sempre in Italia, è stata sviluppata la tecnologia che legge le targhe e permette di rendere efficace il Tutor che segue auto e veicoli pesanti con la tecnologia video”. Due tecnologie a cui, completano a Roma, “si affianca ora anche quella satellitare, che permette di seguire i singoli mezzi in movimento, verificare se transitano su strade a pagamento anche senza barriere e quindi imputare i relativi pedaggi direttamente sul conto corrente dei possessori del dispositivo, inviando le eventuali multe a chi non lo possiede”.

telepassTecnologia applicata anche per poter riscuotere i pedaggi sui mezzi pesanti che transitano sulle strade statali in Francia, dove Atlantia ha vinto la gara contro i più grandi gruppi francesi e mondiali proprio grazie alla capacità d’integrazione. Un’esperienza senza pari, su tutta la catena del valore. Da rilevare al riguardo che Atlantia ha portato a termine gli investimenti necessari, con un impegno di circa 600 milioni, e il sistema è stato testato con successo ma non è ancora stata avviata l’operatività per la protesta degli autotrasportatori bretoni. E la protesta ha trovato al momento accoglimento presso il Governo.

Nonostante ciò, comunque, c’è un contratto e un investimento realizzato per un obiettivo approvato dalle autorità competenti e quindi è auspicabile che presto lo stallo si risolva nel modo migliore, anche per salvaguardare la credibilità di uno Stato che ha fatto la storia dell’Europa, ma non solo.

E dopo la Francia il gruppo ha una fitta serie di impegni-opportunità a partire dall’estensione della tecnologia in Cile, dove già oggi i pedaggi a Santiago vengono riscossi senza la presenza della barriera, ma con esazione dinamica free flow con tecnologia microonde. Novità sono attese anche negli Stati Uniti e in alcuni Paesi del vecchio continente come Belgio e Germania (dove nel 2015 scade il contratto in essere con Daimler e Deutsche Telecom che hanno vinto la gara nel 2004) per la riscossione dei pedaggi per i mezzi pesanti su 12.500 chilometri ed è quindi prevedibile che nel 2015 ci sia una gara e noi parteciperemo anche in questo caso per vincere.

Atlantia archivia i primi nove mesi 2013 con un progresso di ricavi ed Ebitda nonostante l’ulteriore calo del traffico

Una serie di iniziative i cui effetti emergeranno appieno nei prossimi anni, ma già presenti nei conti come testimoniano i dati relativi ai primi nove mesi relativi alla sola Atlantia e alle proiezioni di fine anno elaborate considerando l’apporto di Gemina.

Conto Economico e indici per azione Atlantia
Conto Economico e indici per azione Atlantia

Da rilevare al riguardo che Atlantia ha chiuso il consolidato relativo ai primi nove mesi con ricavi a 3,167 miliardi (+4,2% puntuale e -0,1% a parità di perimetro) in presenza di un traffico autostradale in calo dell’1,9% sulla rete in concessione in Italia e significativo incremento (+6,3%) sulla rete all’estero.

Stato Patrimoniale e grado di copertura Atlantia
Stato Patrimoniale e grado di copertura Atlantia

Da segnalare che in Italia, come ricordato, il terzo trimestre ha registrato una riduzione della flessione allo 0,8% lasciando intravvedere la prosecuzione del trend anche per il 2014. Positiva anche l’evoluzione dell’Ebitda, migliorato a 1,995 miliardi con un progresso del 5,3% in termini puntuali e dello 0,3% a parità di perimetro, mentre si riduce l’utile netto di competenza del Gruppo, che si attesta a 558 milioni con un calo del 20,6% in termini puntuali ma in crescita dell’8,4% al netto dei quasi 200 milioni di proventi finanziari non ricorrenti iscritti lo scorso anno e derivanti dall’acquisizione del controllo di alcune concessionarie cilene.

Atlantia migliora anche la struttura patrimoniale e gli indicatori strutturali

È doveroso infine ricordare i miglioramenti significativi negli indicatori strutturali. Da un lato gli investimenti realizzati nei primi nove mesi sono diminuiti (essendosi completati e aperti al traffico importanti interventi ) di oltre 250 milioni a quota 879 milioni, di cui 637 in Italia, dall’altro il cash flow operativo è

aumentato del 12% a 1,288 miliardi (+5,4% a parità di perimetro) e la combinazione di questi due elementi ha determinato una riduzione dell’indebitamento di oltre 500 milioni a quota 9,6 miliardi, mentre le riserve di liquidità si sono fissate a 6,8 miliardi tra disponibilità liquide, depositi vincolati e linee finanziarie committed non utilizzate; risorse grazie le quali perseguire senza affanni i piani di sviluppi predisposti dal vertice dell’azienda. Dinamiche confortanti anche se conseguenti a una pluralità di fattori, non tutti positivi in quanto la citata riduzione del traffico ha reso evidente la necessità di rimodulare priorità e investimenti con conseguente minore necessità di interventi di potenziamento su alcune tratte, mentre su altre il gruppo resta in attesa delle autorizzazioni per poter dare corpo ai progetti in pipeline.

Atlantia – permane l’incertezza sull’evoluzione degli investimenti in Francia

In merito allo “stallo” in Francia, “il 29 ottobre 2013 il Primo Ministro francese ha annunciato la sospensione dell’entrata in vigore dell’ecotaxe per poter alleviare il carico per gli utenti così come richiesto con forza dalle organizzazioni professionali dei trasportatori, agricoltori e politici della regione Bretone. I successivi comunicati del Primo Ministro e del Ministro dei Trasporti confermano che si tratta di una ‘sospensione’ e non della ‘soppressione’ dell’ecotaxe. Il quadro politico e sociale francese resta però teso e lo scenario di applicazione si presenta incerto e soggetto a evoluzioni” come aggiungono i relatori del documento, che completano ricordando come “il persistere di un quadro macro-economico italiano poco favorevole non lascia prevedere per l’anno in corso miglioramenti apprezzabili del risultato operativo in Italia rispetto al precedente esercizio, mentre è atteso un contributo crescente delle attività all’estero, connesso sia alla piena contribuzione derivante dall’ampliamento del perimetro di consolidamento avvenuto nel corso del 2012, sia alla più favorevole dinamica del traffico.”

Atlantia – le attese per fine 2013 indicano la sostanziale conferma del trend positivo dei primi nove mesi

Da rilevare al riguardo che i mesi successivi alla chiusura del resoconto al 30 settembre si sono mossi all’interno del trend delineato e quindi le previsioni per fine 2013 non dovrebbero discordarsi molto dal trend consuntivato nei primi nove mesi permettendo al gruppo di chiudere l’esercizio con ricavi nell’ordine dei 4,2 miliardi ed Ebitda complessivamente intorno ai 2,8 miliardi (includendo il consolidamento di ADR a partire dal mese di dicembre) con un incremento dell’Ebitda, a parità di perimetro, del 3,5% rispetto al 2012 (a parità di perimetro, l’Ebitda 2012 risulta pari a circa 2.490 milioni di euro). Risultati che come ricordato premiano gli sforzi attuati in questi anni per fronteggiare una delle congiunture più dure per l’Italia. Interventi grazie ai quali il gruppo può garantirsi redditività soddisfacente anche con dati del traffico più che stagnanti.

Atlantia – le proiezioni al 2014 si confermano positive grazie anche al supporto del business internazionale e nonostante le incertezze su congiuntura e traffico

Uno scenario che di fatto dovrebbe riproporsi anche per il 2014 anche perché gli interventi sull’efficienza dovrebbero bilanciare gli effetti connessi alla possibile ulteriore flessione dei veicoli in transito, mentre la componente estera del business dovrebbe continuare a dare grande soddisfazione seppur in uno scenario apparentemente meno favorevole.

Dalle attività autostradali gestite oltre frontiera dovrebbero infatti giungere circa 500 milioni di Ebitda sulla base dei principi contabili locali e un poco più contenuti sulla base dei principi utilizzati dal gruppo, di cui quasi 250 dal Brasile ed oltre 200 dal Cile. Dinamica contrassegnata da un ulteriore miglioramento, anche se tali progressi potrebbero essere in gran parte assorbiti dalla dinamica delle valute, il cui effetto è solo di conversone e quindi contabile, anche se significativo poiché negli ultimi sei mesi il peso cileno è sceso del 5% e il real brasiliano di oltre il 30% come emerge dal cambio medio pesos cileno e real brasiliano: cambio medio 2012 (CLP/€ 624.80 e BR/€2.51) vs cambio medio 2013 (CLP/€ 658.32 e BR/€2.87)

Atlantia – lo scenario italiano

Più complessa la situazione in Italia, ove la dinamica del traffico dovrebbe migliorare, ma non è ancora dato di sapere quando e come usciremo dalla recessione che ci stritola da troppi semestri e le più recenti proiezioni non sono promettenti mentre si affaccia un rallentamento anche nelle principali aree emergenti mettendo a dura prova i piani di sviluppo in molti Paesi dello stesso Brics a partire dal Brasile e dalla Cina, i cui tassi di crescita restano comunque in prossimità dell’8 per cento.

È doveroso rilevare inoltre che la contrazione del traffico manifestatasi a partire dal 2009 ha determinato pure un altro effetto negativo in quanto i ricavi da royalties sono destinati a flettere ulteriormente poiché i gestori degli spazi hanno visto una progressiva riduzione dei loro ricavi e quindi dei loro margini. Ciò lascia intravedere un ridimensionamento delle attese sulle nuove gare con una flessione dell’Ebitda stimabile in circa 20 milioni per l’esercizio in corso.

E se non subentreranno altri fattori ad oggi non ipotizzabili è possibile immaginarsi per l’esercizio in corso, 2014, investimenti superiori al miliardo, con ricavi tendenti ai cinque miliardi rispetto ai 4,2 del 2013 ed Ebitda complessivamente in prossimità del tre miliardi rispetto ai 2,8 attesi per fine 2013; risultati in netta crescita rispetto all’esercizio 2013 per effetto del contributo per 12 mesi del Gruppo ADR, consolidata dal dicembre del 2013 come ricordato. Da rilevare comunque che i risultati attesi nel 2014 risultano sostanzialmente stabili a parità di perimetro complici aspettative di traffico che, come detto, scontano ancora pochi segni di ripresa per la componente domestica, sia sulla rete autostradale sia dei voli nazionali, nonché per la citata svalutazione in corso delle valute di Cile e Brasile che oramai contribuiscono una parte non trascurabile del business dell’intero Gruppo.

Analisti – A grande maggioranza suggeriscono di acquistare Atlantia

Equita rilancia il buy su Atlantia con target price a 18,2 euro perché “i volumi di traffico hanno raggiunto il punto di minimo e quindi non potranno che salire già dal 2014, mentre lo scenario dei tassi si mantiene favorevole e il costo del debito si conferma inferiore a quello dello Stato. Nel contempo – completa l’analista – il piano di investimenti nel breve termine non è più così elevato e ciò avrà effetti positivi sia sulla visibilità sia sull’avvicinarsi a una generazione di cassa positiva”.Coverage-and-consensus-gruppo-Atlantia

Intermonte mantiene l’outperform con prezzo obiettivo a 18 euro in quanto “ci attendiamo una ripresa del traffico dopo il crollo degli scorsi anni, grazie anche all’atteso sviluppo del Pil, e la conferma di uno scenario dei tassi decisamente favorevole, mentre dopo la diversificazione del business ci aspettiamo una maggiore diversificazione geografica con relativo sviluppo nei Paesi a maggiori potenzialità di sviluppo”. Siamo positivi anche perché, aggiunge l’analista, “Atlantia è una società ben gestita e guidata da un team che ha messo a punto strategie chiare e in fase di rapida implementazione”.

Mediobanca conferma l’outperform con target a 18,2 euro poiché “apprezziamo il ruolo strategico di operatori nelle infrastrutture, i volumi di traffico autostradale stanno recuperando dopo sei anni di contrazione e ci attendiamo un trend positivo già dal 2014 mentre il sistema aereo-portuale si sta concentrando sempre più e Atlantia può contare sulla centralità degli scali gestiti da ADR a Roma e Milano”. Siamo positivi anche perché, prosegue l’analista, “il dividend yield resta prossimo al 5% con uno spread sul bond vicino al 2,5% e ciò rende interessante investire in azioni anziché in obbligazioni, mentre non c’è un rischio Alitalia per Adr”.

Banca Akros ripropone l’accumulate con prezzo obiettivo a 17,5 euro in quanto “ci attendiamo una certa ripresa del traffico in Italia dopo due anni di contrazione, mentre la crescita delle tariffe dal primo gennaio 2014 è stata buona e dovrebbe esserci pure un buon contributo da Areoporti di Roma”.

Variazioni raccomandazioni analisti gruppo Atlantia
Variazioni raccomandazioni analisti gruppo Atlantia

Kepler Cheuvreux resta in buy con target a 18 euro poiché “ci attendiamo la conferma della ripresa del traffico in Italia dopo due anni di contrazione, mentre la fusione con Gemina ha rafforzato la componente del business meno esposto alle dinamiche congiunturali del nostro Paese in quanto la dinamica degli aeroporti è più esposta ai trend globali”. Siamo positivi anche perché, completa l’analista, “presenta un rendimento interessante, con yield al 4 per cento, e continuerà a beneficiare del calo dei tassi connesso all’analoga dinamica dei rendimenti dei titoli di Stato”.

Main First mantiene l’outperform con target a 20 euro perché “crediamo nel recupero graduale del traffico autostradale a partire dal 2014 e la valutazione potrebbe beneficiare di un’ulteriore riduzione dei tassi di interesse italiani, mentre la significativa flessibilità sugli investimenti nella rete autostradale italiana contribuirà a determinare un effetto positivo in termini di free cash flow, che secondo le nostre stime diventerà positivo a partire dal 2013”. Siamo positivi anche perché, completa l’analista, “la generazione di cassa è attesa in crescita nei prossimi anni e ciò permetterà di ridurre l’indebitamento rendendo molto visibile la sostenibilità dell’attuale politica di dividendi che determina un dividend yield di circa 5 per cento”.

ICBPI rilancia il buy con prezzo obiettivo a 16,2 euro in quanto “la crescita delle tariffe si coniuga con lo sviluppo delle concessioni in Sud America e tutto ciò permetterà di compensare eventuali ulteriori debolezze sulla rete autostradale in Italia, mentre in una logica di medio lungo potrebbero emergere sinergie industriali dalla fusione con Gemina. Il tutto – completa l’analista – anche senza considerare che lo scenario dei tassi risulta ancora più favorevole”.

JP Morgan conferma l’overweight con target a 19 euro poiché “la fusione con Gemina porterà a un miglioramento dei rendimenti e a una maggiore liquidità, mentre nasce un nuovo operatore globale nel settore delle infrastrutture con una capitalizzazione di oltre 13 miliardi”. Siamo positivi anche perché, conclude l’analista, “dovrebbe beneficiare del miglioramento della prospettiva in Italia, con annessa ripresa della crescita del traffico e tassi di interesse contenuti grazie alla continua compressione dei rendimenti del debito pubblico. Prevediamo inoltre un forte cash flow, a cui seguirà la piena riduzione della leva finanziaria entro il 2024, mentre si conferma uno yield interessante e prossimo al 5 per cento.”

Morgan Stanley passa da overweight a equalweight ma alza il target da 15 a 16 euro poiché “crediamo sia improbabile un’ulteriore sorpresa positiva sul traffico in Italia nel breve termine e temiamo che i problemi di Alitalia potrebbero avere ricadute negative sui conti di Adr e del gruppo”.

Macquarie ribadisce l’outperform e alza il prezzo obiettivo da 17 a 18,20 euro perché “resta sottovalutata sui fondamentali considerando che il traffico è migliorato e il trend dovrebbe consolidarsi nel prossimo futuro fornendo un impulso positivo alle quotazioni, mentre il rendimento resta allettante”.

Natixis conferma il neutral “per motivi di valutazione in quanto i risultati si confermano in linea con le attese”, ma alza il prezzo obiettivo da 12 a 15 euro perché “il traffico sta mostrando segni di ripresa dopo sei anni di contrazione e il trend dovrebbe confermarsi nei prossimi trimestri”.

Merrill Lynch rilancia il buy con target a 17,5 euro poiché “ci aspettiamo un ulteriore miglioramento del traffico in Italia dopo sei anni consecutivi di declino ed intravvediamo la possibilità di ridurre l’indebitamento a medio termine, mentre il rendimento espresso dal dividend yield rimane attraente e in crescita al 5,1% nel 2014”. Siamo positivi anche perché, prosegue l’analista, “la fusione con l’operatore aeroportuale Gemina porta sinergie, anche se limitate, e il prezzo pagato sembra essere ragionevole, mentre le prospettive si delineano interessanti.”

Deutsche Bank conferma il buy e alza il prezzo obiettivo a 17,70 euro perché “il traffico in Italia dovrebbe mostrare una ripresa con conseguente impatto positivo sull’andamento del titolo, mentre la fusione con Gemina creerà un gruppo con maggiori potenzialità di sviluppo internazionale e dovrebbe contribuire alla crescita delle valutazioni borsistiche”.

Nomura mantiene il Neutral ma alza il target price da 13,70 a 14,20 euro perché “il traffico sulla rete italiana dà segni di miglioramento, dovuti più ai veicoli leggeri che agli automezzi pesanti, mentre la crescita del traffico sulle strade a pedaggio in America Latina si conferma robusta”. I giudizi positivi, conclude l’analista, “sono supportati anche dalle attese su un’ulteriore espansione delle concessioni all’estero, in particolare in Brasile e Cile, che mostrano una crescita del traffico rispettivamente del 5,4 a del 7 per cento.”

Societè Generale rilancia il buy con prezzo obiettivo a 19 euro poiché “apprezziamo il miglioramento del traffico domestico dopo anni di contrazione e la sana crescita all’estero, specialmente in America Latina, oltreché la solidità patrimoniale abbinata a una comprovata capacità di ottenere finanziamenti a basso costo. Siamo positivi anche perché – completa l’analista – presenta un rendimento attraente in termini di dividend yield”.

Borsa Atlantia – Alcune prese di beneficio con prezzi ancora vicino ai massimi

Atlantia subisce le prese di beneficio e i prezzi scendono al di sotto dei 17 euro registrando nel durante di venerdì 31 gennaio una contrazione del 0,59% a 16,95 euro. Erosione a seguito della quale è stato limato il balzo del 50,4% cumulato negli ultimi sette mesi e cioè dal 21 giugno 2013 quando il titolo si era adagiato a 11,92 euro, il minimo dell’anno.

Una dinamica che nella sostanza ripropone l’andamento delle principali piazze finanziarie mondiali anche per l’emergere di alcuni indicatori che hanno preoccupato gli operatori: dal rallentamento del trend di crescita in Cina all’emergere di alcune incrinature nei tassi di sviluppo di alcune aree emergenti, a partire dalla Turchia, ma non solo.

O più semplicemente, come sottolineano gli operatori più posati, una sacrosanta presa di beneficio dopo un lungo periodo di crescita, con molti mercati giunti ai massimi storici o molto vicini ai massimi storici. Trend ben espresso dall’andamento di Atlantia, che il 21 gennaio 2014 ha toccato il massimo degli ultimi sei anni a 17,71 euro e quindi riposizionandosi al di sopra dei 16,41 euro raggiunti il 19 gennaio del 2010 al termine dello scatto innestatosi sul minimo degli ultimi lustri e cioè sugli 8,073 euro del 13 marzo 2009.

E il mese di marzo di cinque anni or sono resterà negli annali della storia delle borse mondiali come il primo di numerosi punti di minimo che si susseguiranno nei semestri successivi, di cui l’ultimo, per Atlantia, risale alla fine di luglio del 2012 quando i prezzi si sono riadagiati al di sotto di 9,3 euro. Valori poco distanti dagli 8,919 euro del 22 settembre del 2011 quando si è scaricata l’ennesima tempesta che ha squassato i mercati in questi ultimi terribili sei anni; un periodo che ha cambiato sin nelle fondamenta la struttura delle economie occidentali e sicuramente quella dell’Italia e delle sue imprese.

Sei anni nel corso dei quali pressoché tutte le aziende hanno cambiato profondamente il proprio posizionamento con la precisa volontà di salvaguardare la redditività anche in presenza di volumi decrescenti, ricercando nel contempo quello sviluppo internazionale finalizzato a ridurre l’incidenza di un Paese che scivolava inesorabilmente nella recessione anche per l’assoluta incapacità e inconsistenza della classe dirigente.

E Atlantia, come altre azienda, ha centrato l’obiettivo in quanto ha agito sull’efficienza per ridurre il punto di pareggio e nel contempo si è mossa alla ricerca di una strategia che consentisse uno sviluppo sostenibile. Scelte a volte dolorose, ma vincenti come testimonia il trend borsistico sopra delineato. Un trend ancorato ai fondamentali poiché l’azienda romana è riuscita a porre un argine agli effetti della progressiva riduzione del traffico a valere dal 2008 e avviare nel contempo quelle iniziative che hanno ridotto l’esposizione allo scenario macro italiano tramite lo sviluppo internazionale e l’ingresso nel business aeroportuale conseguito con la fusione per incorporazione di Gemina che deteneva gli Aeroporti di Roma.

Un passaggio, questo ultimo, funzionale alla seconda fase dello sviluppo mediante ulteriore riduzione dell’esposizione al Pil nazionale e crescita all’estero con investimenti diretti. Strategia accompagnata da un piano di investimenti da capogiro e cioè ben oltre 22 miliardi di euro di cui 12 nell’aeroporto di Roma e altri 10 nelle strade a pagamento sempre in Italia e sempre se ci saranno le condizioni per realizzarli.

Scelte strategiche e linee di sviluppo che il mercato ha apprezzato e premiato come testimonia il trend del titolo in Borsa e il permanere delle indicazioni di acquisto espresse a larga maggioranza dagli analisti che seguono la società. Questo anche se è doveroso ricordare che l’evoluzione futura delle quotazioni dipende da una pluralità di variabili, molte delle quali assolutamente estranee alle leve operative dell’azienda come quello scenario congiunturale a cui è abbinata l’evoluzione del traffico e quei consumi che poi si riflettono sui canoni di affitto delle strutture di servizio nelle autostrade, ma non solo.

Ed è proprio sulla base di queste semplici considerazioni che emerge con forza la necessità di interventi straordinari per agire con rapidità su uno scenario straordinario. Il nostro Paese deve ritrovare la forza e un condottiero in grado di canalizzarla verso obiettivi .

Criticità – Sovraesposta all’Italia, al rischio esecuzione e al tema delle regole

Atlantia coglie i benefici dell’incorporazione di Gemina e si prepara a un ulteriore crescita del ruolo internazionale, riducendo già da ora l’esposizione alla congiuntura italiana, anche se resta prossimo al 85% il peso del nostro Paese sull’Ebitda consolidato. Incidenza di non poco conto se solo si pensa che lo scenario macro in Italia resta ancora incerto e che quindi il gruppo continuerà a soffrire per una dinamica del traffico autostradale che nella migliore delle ipotesi resterà stabile o in lieve progresso, mentre lo scenario peggiore indica una contrazione di altri due punti percentuali dopo due anni di forte calo all’interno di un periodo di quasi cinque anni di sostanziale flessione come sottolineano gli analisti più critici.

Questo anche se, proseguono gli stessi critici, il gruppo è riuscito a incidere in modo significativo sul fronte dell’efficienza del business autostradale, riducendo il punto di pareggio e quindi creando le condizioni per salvaguardare i margini anche con traffico in flessione. Condizioni grazie le quali conseguire un vero balzo nella redditività qualora, e se, il trend del traffico riprenderà a crescere.

Buone notizie giungono pure dal versante aeroportuale, che è entrato a tutti gli effetti nel business consolidato del gruppo Atlantia a valere dal primo dicembre 2013 aprendo nuove opportunità di sviluppo anche sul fronte internazionale, anche se tale attività incorpora due criticità di non poco conto, di cui una, quella connessa ai destini di Alitalia, è totalmente esogena e Atlantia può fare ben poco per salvaguardare i propri interessi, anche se gli stessi nel caso specifico coincidono di fatto con quelli del Paese. Alitalia rappresenta quindi un’incertezza sia di breve sia di lungo poiché l’azienda resta ancora lontana da uno scenario di equilibrio e sostenibilità. Ma c’è pure altro poiché Aeroporti di Roma incorpora un rischio esecuzioni di non poco conto se solo si considera il piano di investimenti da 12 miliardi (vedere approfondimenti sul blog).

E il tema esecuzione si coniuga con quello delle regole e si ripropone pure per la controllata attiva nel business della gestione delle autostrade a pagamento. Questo in quanto gli analisti hanno apprezzato gli aumenti tariffari nell’ordine del 4% ottenuti a valere dal primo gennaio 2014, ma hanno collocato un punto interrogativo sul futuro dopo le forti proteste inscenate a seguito dei consistenti aumenti delle tariffe, in particolare in alcune tratte del Nord Italia nelle quali però Atlantia è totalmente estranea. Gi analisti temono in sostanza interventi penalizzanti nel prossimo futuro e ciò non è di poco conto per una realtà come Atlantia che ha in calendario progetti per complessivi 10 miliardi nel nostro Paese nel business della gestione delle autostrade a pagamento. Questo anche se è doveroso ricordare che tali investimenti, come ricordano a Roma, al quartier generale del gruppo, saranno realizzati solo se ci saranno le condizioni che rendano economicamente compatibili gli investimenti stessi, a partire dalla possibilità di recepire le risorse finanziarie necessarie.

Incertezze permangono pure in Francia, dove Atlantia ha completato la realizzazione del progetto per il pagamento del traffico pesante sulle strade statali d’oltralpe e la sua funzionalità è già stata testata, ma non è ancora giunto l’ok all’avvio dell’operatività dopo aver investito circa 600 milioni nel citato successo della fase di test. E questo anche perché i politici francesi si sono dovuti scontrare con la forte protesta dei camionisti guidati dalla grangia bretone poiché la regione si oppone con forza all’introduzione di una forma di tassazione da cui era stata esentata nei secoli scorsi.

Approfondimenti Atlantia – Castellucci: “ADR affina il piano da 12 miliardi ed apre il cantiere sugli investimenti”

“Il Gruppo Aeroporti di Roma (Adr) rappresenta una realtà fondamentale nel panorama del trasporto aereo italiano e internazionale. Gestisce due aeroporti posizionati strategicamente nel bacino del Mediterraneo ed é in grado di attrarre continuamente passeggeri da tutto il mondo, grazie all’importanza sempre robusta e crescente di Roma tra le destinazioni turistiche”.

Giovanni Castellucci-AD Atlantia
Giovanni Castellucci-AD Atlantia

Il sistema aeroportuale romano, puntualizza Giovanni Castellucci, Ceo di Atlantia, “è quindi un elemento essenziale del sistema di comunicazione e di scambi in Italia e in Europa e fornisce un supporto indispensabile alla crescita economica e sociale del nostro Paese”.

Un sistema in grande evoluzione poiché, prosegue Castellucci, “il 2012 ha visto la sottoscrizione della Convenzione – Contratto di Programma che ha portato, dopo anni di attesa, a un nuovo quadro regolatorio basato su regole chiare, trasparenti e durature sino a fine concessione. Punto centrale del Contratto di Programma, sottoscritto fra AdR ed ENAC il 25 ottobre 2012, è l’impegno a carico di AdR a realizzare un consistente piano di investimenti per l’ammodernamento e ampliamento dell’aeroporto ‘Leonardo da Vinci’ di Fiumicino”.

L’obiettivo della concessionaria aeroportuale, prosegue il Ceo di Atlantia, “è portare a compimento un piano di investimenti di circa 12 miliardi entro il 2044 al fine di potenziare il sistema aeroportuale romano e renderlo adeguato ad accogliere una domanda di traffico in crescita. Si tratta di un progetto di sviluppo senza eguali nel panorama nazionale ed europeo sia per dimensione sia per complessità. Una sfida importante che – puntualizza Castellucci – consentirà di recuperare il gap di competitività accumulato nell’ultimo decennio, rilanciando da subito l’attuale aeroporto in preparazione allo sviluppo del nuovo terminal di Fiumicino Nord”.

Giancarlo Guenzi CFO di Atlantia
Giancarlo Guenzi CFO di Atlantia

“Un programma da realizzare in due fasi principali: entro il 2021 è previsto il potenziamento dell’attuale aerostazione di Fiumicino Sud, che gestirà un traffico di 55 milioni di passeggeri all’anno posizionando Fiumicino tra i principali hub europei. La seconda fase si completerà entro il 2044 con la realizzazione del Nuovo Terminal Nord e consentirà ogni anno a 100 milioni di passeggeri l’accesso diretto in Italia e a Roma, una delle città da sempre tra le più desiderate dai turisti provenienti da tutto il mondo”. Questo anche se, sottolinea il Ceo di Atlantia, “la realizzazione del nuovo terminal è subordinata a un trend di crescita della domanda passeggeri che giustifichi l’investimento”.

Un impegno di valenza assoluta, la cui copertura finanziaria é assicurata dal nuovo piano tariffario introdotto in Convenzione con annessa tariffa media pari a circa 25 euro per passeggero partente; tariffa applicata dal marzo del 2013 dopo un blocco tariffario che perdurava dal 2000, anno di privatizzazione di ADR. Scelta grazie la quale, ricordano a Roma, “si è ridotto in maniera significativa il gap rispetto ai riferimenti europei, che comunque mediamente permangono ancora superiori, e si è reso possibile l’avvio del piano di investimenti”.

Il nuovo regime tariffario, proseguono all’Adr, “favorirà lo sviluppo e la crescita del sistema aeroportuale romano e il nuovo piano di investimenti avrà una significativa rilevanza per il Paese e per l’economia locale. Questo in quanto rappresenta un passo importante verso la realizzazione di quegli investimenti infrastrutturali indispensabili per affrontare la crescita dei passeggeri prevista nei prossimi anni per gli aeroporti di Roma e Fiumicino in particolare”. Un piano a cui è abbinato pure “un miglioramento dell‘efficienza operativa e un innalzamento degli standard qualitativi dei servizi resi ai passeggeri”.

Fabio Cerchiai Presidente Atlantia
Fabio Cerchiai Presidente Atlantia

Il nuovo quadro regolatorio consentirà quindi di “incentivare lo sviluppo del traffico di lungo raggio dai mercati emergenti, per i quali negli ultimi anni l’attrattività dell’offerta dello scalo romano è stata pregiudicata anche dalle attuali carenze infrastrutturali e dalla saturazione nelle ore di picco”.

É doveroso ricordare che il piano di sviluppo previsto nella nuova Convenzione è stato avviato nel 2013 con investimenti ‘consolidati’ per 83,5 milioni nei primi nove mesi (+238% sul 2012) e il trend risulterà in forte accelerazione nel quadriennio 2013-2016 sino a raggiungere circa 900 milioni rispetto a meno di 300 milioni del quadriennio precedente.

Il tutto, ricordano, “con l’obiettivo di tendere a uno scalo sempre più internazionale, dove il mercato domestico mantiene una quota importante, ma crescono le compagnie e le tratte europee/intercontinentali. Il Leonardo da Vinci non ha un’ambizione a essere uno scalo low cost, ma è aperto a tutte le compagnie e a tutti i vettori in una caratterizzazione di hub internazionale”.

Il piano di sviluppo Fiumicino Sud prevede invece “il nuovo molo A e l’area di imbarco F (già molo C) ideati per creare delle aree dedicate ai collegamenti intercontinentali che hanno bisogno di strutture più complesse, dai finger alla gestione dei bagagli più ingombranti dei passeggeri del lungo raggio. L’obiettivo è creare un hub per 50 milioni di passeggeri l’anno, una stima credibile vista l’elevata domanda che arriva dai Paesi mediterranei, dal Medio Oriente e dall’Asia”.

La prima fase del progetto Fiumicino Sud “dovrebbe concludersi nel 2021, ma l’area di imbarco F potrebbe essere pronta già nel 2016 e sarà destinata al medio e lungo raggio, gran parte delle tratte intercontinentali, mentre il molo A sarà riservato al breve e medio raggio. Seguirà la costruzione della nuova pista, dopo però aver finito la prima fase di sviluppo”.

Il Gruppo, completano a Roma, “sta quindi procedendo nell’attuazione del ‘Contratto di Programma’ e, nonostante lo scenario congiunturale resti complesso con effetti negativi sul traffico aereo, ha iniziato a realizzare gli investimenti previsti nella prospettiva che Fiumicino rimanga base di riferimento per il vettore nazionale. La situazione di estrema fragilità e instabilità in cui versa Alitalia, che realizza il 46% del traffico nello scalo di Fiumicino, è quindi elemento di estrema attenzione e preoccupazione”. Ed è proprio in questo contesto che AdR ” auspica la ricerca nel più breve tempo possibile di soluzioni definitive sul futuro di Alitalia al fine di eliminare una fonte di incertezza determinante sugli scenari di sviluppo dello scalo di Fiumicino”.

Approfondimenti Atlantia – Castellucci delinea il ruolo globale nel futuro del gruppo

“Noi vogliamo crescere per aggregazioni, integrazioni e acquisizioni in modo da creare una rete autostradale che, paese per paese, abbia la massa critica necessaria per sostenere finanziamenti efficienti e potenziamenti delle infrastrutture”. Strategia fondamentale in particolare per il Sud America, ma non solo, poiché, come ha affermato Giovanni Castellucci, Ceo di Atlantia, in occasione della Fusione Atlantia-Gemina, “il primo obiettivo strategico di questa fusione è aumentare l’esposizione alla crescita globale sviluppando i progetti che abbiamo realizzato nell’ultimo anno e mezzo con l’acquisizione del controllo di una rete autostradale di oltre due mila chilometri in Cile e Brasile.”

Triangulo do Sol Brasile
Triangulo do Sol Brasile

Più in particolare, prosegue Castellucci, “la nostra strategia di espansione internazionale si indirizza verso Paesi con i tassi di crescita più elevati al fine di diversificare geograficamente il portafoglio investimenti. Il tutto attraverso la partecipazione al finanziamento di investimenti in progetti infrastrutturali tramite società veicolo aperte alla presenza di primari investitori internazionali e la valorizzazione delle competenze maturate nel settore dei servizi per la mobilità, con la fornitura di soluzioni ‘chiavi in mano’ con focus sull’esazione, controllo del traffico e degli accessi urbani”.

È poi doveroso rilevare che, aggiunge il capo azienda, “nella selezione delle opportunità di investimento hanno particolare rilievo, oltre alle potenzialità di crescita economica del Paese, anche fattori quali la stabilità politica, la chiarezza e affidabilità del quadro regolatorio, la prevedibilità dei volumi di traffico e quindi dei flussi finanziari, la possibilità di creare sinergie e massa critica”.

Questo anche se in termini generali, precisa il Ceo di Atlantia, “nella selezione dei nuovi investimenti la nostra attenzione si focalizzerà su asset in prossimità di centri urbani in modo da sfruttare la diffusa esigenza di mobilità, sostenuta dalla densità demografica e dall’aumento dei consumi, creare ulteriore valore con il know-how acquisito nel campo dei servizi per la mobilità e sviluppare anche sinergie con il business aeroportuale”.

Stalexport Autostrada Malopolska Polonia
Stalexport Autostrada Malopolska Polonia

Obiettivi ambiziosi ma compatibili in quanto, come evidenzia Castellucci, “già oggi siamo presenti in Cile, Brasile Polonia e India grazie a una serie di acquisizioni intraprese a partire dal 2005 in concessionarie autostradali. Più in particolare, prosegue il Ceo di Atlantia, siamo attivi in Cile dal 2005 con circa 300 km concentrati nell’area metropolitana di Santiago e per il resto posizionati nel Sud del paese (Los Lagos); in Polonia siamo entrati nel 2006 attraverso la controllata Stalexport Autostrady che gestisce 61 km, mentre in India siamo attivi dal 2009, quando il consorzio con il gruppo Tata si è aggiudicato la concessione della tratta autostradale Pune-Solapur di 110 km nello stato del Maharashtra ove nel febbraio 2013 sono entrati in esercizio i primi 85 km e i restanti 25 sono in fase di completamento con i lavori di ampliamento da due a quattro corsie. Sempre nel 2009 siamo entrati in Brasile dove con il gruppo Bertin abbiamo dato vita ad un polo titolare di oltre 1.500 km di concessioni autostradali concentrate nell’area di San Paolo, imponendoci come il secondo gestore locale”.

Iniziative che testimoniano la “volontà di essere uno degli operatori più globali aggregando realtà locali. Stiamo raggiungendo la massa critica sia in Brasile sia in Cile, i due Paesi con le reti autostradali più sviluppate in America Latina”. E noi, aggiunge Castellucci, “dobbiamo crescere all’estero per poter migliorare la solidità finanziaria percepita e avere più risorse da investire in Italia. In un momento di forte, forse eccessiva, percezione di rischio nei Paesi mediterranei l’unico rischio che non possiamo correre è quello di essere percepiti come azienda esclusivamente italiana”.
Focus sulla nuova Joint Venture in Brasile tra Atlantia e Gruppo Bertin

Nel gennaio 2012 il Gruppo ha dato vita a una joint venture denominata Atlantia Bertin Concessões, di cui Autostrade per l’Italia detiene il 50% più un’azione del capitale. “Società nella quale abbiamo conferito il 100% di Triangulo do Sol, titolare della concessione con scadenza nel 2021 di 442 km nello Stato di San Paolo in Brasile, mentre il gruppo Bertin ha apportato il 100% delle partecipate Colinas, titolare della concessione con scadenza nel 2028 nello Stato di San Paolo per complessivi 307 km, Nascentes das Gerais, titolare della concessione con scadenza nel 2032 di 372km nello stato di Minas Gerais, nonché il 50% del capitale di Tietê, titolare della concessione con scadenza nel 2039 di 417 km nello Stato di San Paolo” illustra Castellucci.

Dall’accordo è nato un polo di oltre 1.538 chilometri di concessioni autostradali in Brasile, continua il Ceo di Atlantia, “con l’opzione di integrare ulteriori 105 km di raccordo anulare della città di San Paolo. In virtù di tale opzione la joint venture potrà acquisire il 95% del capitale di Spmar detenuto oggi dal Gruppo Bertin. Spmar, prosegue Castellucci, è titolare della concessione di una porzione di uno dei principali asset autostradali in Brasile, Rodoanel, il raccordo anulare a pedaggio di San Paolo di complessivi 105 km, di cui circa 60 km già in esercizio e i restanti in costruzione”.

Il Brasile, ribadisce l’amministratore delegato Atlantia, “ha assunto un ruolo centrale nella strategia di sviluppo di Atlantia in America Latina. Insieme al nostro partner gestiamo un portafoglio di autostrade a pedaggio concentrate nell’area di San Paolo e valuteremo con attenzione tutte le opportunità di sviluppo futuro”.

Nuovi investimenti in Cile

“Gli investimenti del Gruppo in programma in Cile riflettono l’orientamento strategico a prediligere i progetti nelle grandi aree urbane e il progetto ‘Santiago Centro Oriente’ è il maggior programma di interventi viari per la città di Santiago degli ultimi dieci anni”. Concordato nel 2013 tra la concessionaria

Autostrade Sud America
Autostrade Sud America

Costanera Norte, di cui Atlantia detiene indirettamente il 50,01% attraverso Grupo Costanera, e il Ministeriode Obras Publicas (MOP) “il progetto rappresenta una priorità per l’Autorità in quanto pone rimedio ai problemi di viabilità e congestione del traffico nell’area centro-orientale della città, problemi aggravati dai forti sviluppi immobiliari in corso nella zona, e rappresenta un’importante opportunità per Costanera Norte in quanto consente un forte aumento della capacità dell’infrastruttura”.

Il progetto, ricorda il Ceo di Atlantia, “ha una grande valenza e sono previsti sette interventi divisi in due fasi per un importo complessivo dei lavori pari a circa 360 milioni di euro. I tre lavori della prima fase, già approvati in via prioritaria dal MOP, sono stati avviati a febbraio 2013 per un importo totale di circa quattro milioni di euro. Le opere civili sono state affidate mediante gara a Sacyr. La società del Gruppo Atlantia, Autostrade Tech, si è aggiudicata la realizzazione dei portali di esazione Free-Flow.

Ecomouv

Nell’ottobre 2011 il Gruppo Atlantia, attraverso la società di progetto Ecomouv SAS (di cui detiene il 70% del capitale), ha sottoscritto con il Ministero francese dell’Ecologia, dello Sviluppo Sostenibile, dei Trasporti e dell’Edilizia Popolare (MEEDE) il contratto per la realizzazione e la gestione di un sistema di pedaggi satellitare obbligatorio per i mezzi pesanti superiori alle 3,5 tonnellate in transito su circa 15.000 chilometri della rete stradale nazionale (c.d. progetto Eco-Taxe Poids Lourds).

Il progetto, precisa il Ceo, “ha richiesto un investimento di circa 650 milioni di euro a fronte di un contratto con lo Stato che prevede introiti complessivi pari a 2,8 miliardi nel corso dei 13 anni e tre mesi di durata della concessione”.

Il 29 luglio 2013 è stato dato avvio alla fase di sperimentazione nazionale ad adesione volontaria del sistema, conclude Castellucci, “la quale ha visto il coinvolgimento di circa 4.200 veicoli che ha permesso di constatare il corretto funzionamento del dispositivo. Il 5 settembre 2013 il Ministro dei Trasporti ha tuttavia annunciato lo slittamento dell’applicazione della tassa”.

Ecomouv che prosegue, d’intesa con il Ministero dei Trasporti, all’ultimazione delle attività propedeutiche alla messa a disposizione del sistema, è attualmente in attesa dell’omologazione e della definizione della data di avvio dell’operatività del sistema.

Approfondimento – Castellucci delinea il futuro del colosso delle infrastrutture nato dalla fusine Atlantia-Gemina

“La fusione per incorporazione di Gemina in Atlantia costituisce il punto di approdo di un ampio disegno industriale volto alla creazione di un operatore di primaria rilevanza internazionale nel settore delle infrastrutture autostradali e aeroportuali”.

E tale disegno, spiega Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Atlantia, “ha preso avvio il 9 gennaio 2013, data nella quale Atlantia e Gemina hanno comunicato al mercato l’avvio di contatti volti a verificare la sussistenza dei presupposti industriali, finanziari, economici e giuridici di un’eventuale operazione di integrazione tra le due holding quotate”.

Giovanni Castellucci CEO Atlantia
Giovanni Castellucci CEO Atlantia

L’obiettivo dell’operazione, aggiunge Castellucci, “è creare un operatore leader in Italia e a livello internazionale nel settore delle concessioni autostradali e aeroportuali, con la finalità di condividere know-how, capacità realizzativa e presenza internazionale offrendo così al nostro gruppo nuove opportunità di crescita nel settore delle infrastrutture”. L’operazione, prosegue il capo azienda, “si è concretizzata con l’incorporazione di Gemina in Atlantia, a un rapporto di cambio fissato in n. 1 azione ordinaria Atlantia di nuova emissione ogni n. 9 azioni ordinarie Gemina e in n. 1 azione ordinaria Atlantia di nuova emissione ogni n. 9 azioni di risparmio Gemina”.

Gli effetti civilistici dell’atto di fusione stipulato in data 20 novembre 2013 hanno invece iniziato a decorrere dal primo dicembre del 2013. A partire da tale data, in conformità a quanto deliberato dalla Assemblea Straordinaria del 30 aprile 2013 e dell’8 agosto 2013, il capitale sociale di Atlantia è stato aumentato mediante emissione di n. 163.957.523 azioni ordinarie del valore nominale di euro 1,00 ciascuna al servizio del concambio della Fusione.

Castellucci ricorda poi che “rimaniamo dunque noi l’unica holding quotata, e controlliamo sia Autostrade per l’Italia sia Aeroporti di Roma, i due principali assets. Con un’elevata capitalizzazione e un ampio flottante, vantiamo una massa critica che ci pone ai vertici del settore a livello internazionale. Più in particolare deteniamo il 100% di Autostrade per l’Italia, capogruppo operativa nelle concessioni di autostrade a pedaggio con circa 3.000 km di rete in gestione in Italia e altri 2.000 Km circa all’estero, ed il 96% Aeroporti di Roma, primo scalo italiano e settimo in Europa per numero di passeggeri; una realtà che ha in corso il più importante programma europeo di sviluppo infrastrutturale in termini di capacità”.

È doveroso inoltre ricordare che iI nuovo Gruppo “rappresenta una realtà di primaria rilevanza a livello internazionale nel settore delle infrastrutture, idonea a conseguire una serie di obiettivi. E tra le principali finalità – ricorda il Ceo di Atlantia – c’è la diversificazione delle fonti di ricavo attraverso l’accesso al settore del traffico aereo; settore che evidenzia tassi di crescita strutturalmente superiori rispetto al PIL domestico in quanto esposto anche alla crescita globale di altri paesi. E in particolare AdR beneficia dei volumi di traffico cosiddetto inbound di origine estera che vedono Roma come destinazione turistica preferenziale”.

Castellucci continua spiegando che un altro obiettivo da ricordare è “la volontà di proporsi al mercato come il principale operatore infrastrutturale, autostradale e aeroportuale; operatore integrato nel rispetto di un modello internazionale in crescente diffusione”. Operatore con il quale, aggiunge il capo azienda, “cogliere nuove opportunità di business al di fuori del solo settore delle concessioni autostradali, che ha un deal flow (esclusi i progetti greenfield) limitato, per garantire opportunità di crescita stabili. In particolare, il settore aeroportuale si configura come ricco di opportunità nel breve termine in quei paesi dove Atlantia è già presente, come in Brasile e in Cile”.

Un’altra importante finalità perseguita con tale fusione “è sfruttare i benefici industriali dell’operazione da un punto di vista esecutivo, manageriale e ingegneristico valorizzando le competenze e le attività del gruppo Atlantia in materia di costruzione, gestione e finanziamento di opere infrastrutturali nell’ambito del piano di investimenti di AdR”. In particolare, seguita Castellucci, “il contributo di Atlantia potrebbe configurarsi come determinante per AdR nella riduzione dei rischi di esecuzione dei lavori, date le rilevanti esperienze acquisite nel campo della realizzazione di opere complesse, anche attraverso le controllate Spea Ingegneria Europea nel settore della progettazione e direzione dei lavori e Pavimental nell’esecuzione dei lavori”.

Spea Ingegneria Europea
Spea Ingegneria Europea

Nel contempo vogliamo “rafforzare il know-how di AdR in materia di accesso ai mercati dei capitali, grazie alla comprovata esperienza maturata da Atlantia, favorendo il ricorso a fonti di finanziamento diversificate oltreché a un’ampia base di investitori per gestire al meglio le esigenze finanziarie connesse al piano di investimenti”. E tutto ciò sarà abbinato agli “importanti vantaggi strategici rivenienti dalla fusione quali: diversificazione dei rischi di mercato e opportunità di crescita; maggiori opportunità di internazionalizzazione; ottimizzazione finanziaria; realizzazione di investimenti”.

Ma procediamo con ordine poiché come illustra il Ceo di Atlantia, “l’integrazione tra diversi segmenti di business nel settore dei trasporti riduce il complessivo rischio di mercato nella misura in cui comprime la dipendenza dalla crescita interna di singoli paesi nel nuovo aggregato (come accade per le autostrade), mentre consente di cogliere le opportunità della crescita globale attraverso l’accesso a un settore, come quello del traffico aereo, che evidenzia tassi di crescita strutturalmente superiori rispetto al PIL domestico in quanto esposto anche alla crescita globale di altri paesi”. Il business beneficerà in futuro anche “della maggiore capacità di spesa della middle class mondiale, prevista raddoppiare a due miliardi di persone nei prossimi due decenni. AdR, nel caso di specie, beneficia di volumi di traffico inbound di origine estera (con particolare riferimento all’Europa Orientale, al Medio Oriente e all’Asia) che vedono Roma come destinazione turistica a forte attrattività (in termini di arrivi internazionali, Roma rappresenta la terza città in Europa e la quattordicesima a livello mondiale). La diversificazione ci consentirebbe inoltre di ridurre l’esposizione dal rischio volumi relativo all’andamento del traffico, in quanto per AdR il rischio di traffico è limitato al periodo tariffario quinquennale e parzialmente controbilanciato dalla revisione periodica della tariffa”.

Novità importanti sono attese anche sul fronte internazionale poiché, illustra Castellucci, “l’integrazione col gruppo Gemina rafforza la nostra capacità di penetrazione in nuove aree, specie nei paesi emergenti, e la capacità di consolidamento in quelle in cui siamo già presenti, potendo operare congiuntamente sia nel settore delle concessioni autostradali sia in quello delle concessioni aeroportuali, ove si considerino quattro principali vantaggi: quelli derivanti rispetto ai competitors, che già si sono dati un assetto integrato; quelli relazionali nei confronti delle istituzioni governative con cui vi siano già consolidati rapporti di collaborazione o a cui si possa mostrare una maggiore forza industriale, finanziaria, gestionale; la maggior conoscenza del contesto regolatorio e burocratico locale in grado di facilitare il rapporto con istituzioni centrali e locali; infine la maggior capacità d’offerta verso paesi che abbisognano di diverse tipologie di infrastrutture”.

Ci sono poi le richiamate ottimizzazioni finanziarie in quanto prosegue, “la solidità finanziaria delle società partecipanti alla fusione e, a maggior ragione, dell’entità risultante dalla fusione, accresce la capacità di accesso ai mercati finanziari e agli investitori, anche in paesi emergenti, e la gestione integrata dei finanziamenti del piano aggregato di investimenti delle Società Partecipanti alla Fusione. L’entità risultante dalla Fusione potrà inoltre beneficiare del vantaggio derivante dall’esperienza accumulata da Atlantia nella gestione dei rapporti con le principali agenzie di rating e nella gestione degli impegni e vincoli finanziari richiesti dalle concessioni”.

Da rilevare al riguardo che “la fiducia riposta dagli investitori internazionali nei nostri confronti è testimoniata dai risultati ottenuti con i due ultimi prestiti obbligazionari emessi nel quarto trimestre 2013 da Atlantia e AdR, sia per ammontare della richiesta, sia per le condizioni particolarmente convenienti per l’emittente: il 22 ottobre Atlantia ha emesso un prestito obbligazionario da 750 milioni di euro della durata di sette anni e quattro mesi, con cedola fissa pari a 2,875%; il 5 dicembre AdR ha lanciato un prestito obbligazionario da 600 milioni di Euro, con scadenza 2021 (durata di 7 anni e 2 mesi) e con cedola fissa pari a 3,25 per cento”.

E tutto ciò darà il suo contributo alla possibilità di “perseguire senza affanni la strategia di sviluppo poiché noi siamo impegnati in un programma di investimenti per circa 21 miliardi, di cui quasi nove miliardi di euro già realizzati per il potenziamento di circa 900 km della rete autostradale gestita in Italia e a fine 2013 sono state aperte al traffico circa 370 km di nuove terze e quarte corsie, mentre la nuova convenzione sottoscritta fra AdR ed ENAC a fine 2012 prevede a carico della concessionaria aeroportuale la realizzazione di un piano complessivo di investimenti di circa 12 miliardi di euro al 2044 finalizzato a potenziare il sistema aeroportuale romano e a renderlo adeguato ad accogliere la domanda di traffico in crescita. La realizzazione di tale impegnativo piano potrà beneficiare della competenza del nostro gruppo nella progettazione, gestione e realizzazione di grandi opere, anche in forza delle società in house di cui dispone (SPEA Ingegneria Europea S.p.A. nella progettazione e direzione lavori, Pavimental S.p.A. nella loro realizzazione). Ne consegue una riduzione del grado di rischio complessivo nell’attuazione dei piani a budget, sia in termini di scostamenti rispetto alle previsioni di costo, sia per quanto riguarda il rispetto delle tempistiche di realizzazione”.

La Fusione, ribadisce con forza Castellucci, “si pone quindi l’obiettivo di creare una realtà in grado di proporsi al mercato come operatore leader infrastrutturale integrato (autostradale e aeroportuale), in linea con un modello internazionale in crescente diffusione, che vede delinearsi nel settore delle infrastrutture di trasporto la tendenza a superare la tradizionale segmentazione tra diverse e separate aree”.