Apertura poco mossa per le borse europee all’indomani della vittoria di Emmanuel Macron nella corsa all’Eliseo, un risultato già in parte scontato dai mercati nelle scorse giornate. Intorno alle 9:20 scambiano in negativo il Cac 40 di Parigi (-0,4%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,3%), il Ftse Mib di Milano (-0,2%) e il Ftse 100 di Londra (-0,1%), mentre viaggia poco sopra la parità il Dax di Francoforte (+0,1%).
Il trionfo del leader di En Marche, che ha sorpassato la rivale Marine Le Pen con oltre il 66% delle preferenze, ha confermato quanto emerso nelle scorse settimane nei sondaggi ed è considerato una vittoria anche per l’Europa.
Scongiurato dunque il rischio di vedere all’Eliseo un candidato notoriamente favorevole all’uscita della Francia dall’Ue, come la Le Pen, l’euro si è immediatamente impennato oltre quota 1,1 sul dollaro, tornando ora in area 1,098.
Moneta unica che si è rafforzata anche sullo yen, con l’EUR/JPY vicino ai massimi di un anno a 123,8 dopo un breve excursus oltre quota 124. Sostanzialmente stabile, invece, l’USD/JPY a 112,7, in attesa degli interventi questo pomeriggio di alcuni esponenti della Fed, che potrebbero fornire dei commenti sui tassi di interesse alla luce dei dati positivi sul mercato del lavoro americano pubblicati venerdì.
Ha sorpreso infatti il riscontro sull’occupazione di aprile, con i nuovi occupati che raggiungono la soglia delle 211.000 unità rispetto ai 190.000 previsti, quasi triplicati rispetto alle 79.000 nuove buste paga del mese di marzo. Il tasso di disoccupazione è crollato al 4,4%, minimo degli ultimi dieci anni, grazie anche al calo del tasso di partecipazione che riprende a scendere in virtù dell’uscita di forza lavoro (pensionati e gente che esce dalle liste di disoccupazione) dal mercato.
Reazione contenuta al voto francese sull’obbligazionario, con il rendimento del Btp al 2,19% e quello dell’Oat allo 0,84%, portando i rispettivi spread con il decennale tedesco a 178 e 43 punti base.
Tra le materie prime, infine, prosegue la rimonta del petrolio con il Brent (+0,8%) a 49,5 dollari e il Wti (+0,7%) a 46,5 dollari, beneficiando anche di alcune dichiarazioni provenienti dall’Arabia Saudita sulla possibile estensione dei tagli alla produzione oltre giugno 2017.
Tornando a Piazza Affari, senza direzione i bancari, con BPER (+0,4%), INTESA (+0,2%) e UBI (+0,1%) in frazionale rialzo, mentre UNICREDIT (-1,3%) e BANCO BPM (-0,9%) hanno aperto in calo.
Ancora vendite su MONCLER (-1,9%) dopo essere stata la peggiore del Ftse Mib lo scorso venerdì. In ribasso anche EXOR (-1,5%), mentre scattano parziali prese di profitto su YNAP (-1,4%).
Debole PRYSMIAN (-0,5%) che ha firmato un accordo di fornitura con l’americana Verizon per supportare l’espansione della rete ottica dell’operatore telefonico, con un contratto del valore di circa 300 milioni di dollari.
Balza in cima al listino, infine, CAMPARI (+1,8%), seguita da AZIMUT (+1,1%), ancora reduce dalla trimestrale positiva dello scorso giovedì.