Giornata debole per i listini europei all’indomani della vittoria di Emmanuel Macron alle presidenziali francesi. Intorno alle 16:00, dopo l’avvio poco mosso di Wall Street, il Cac 40 di Parigi cede lo 0,7%, l’Ibex 35 di Madrid è a -0,2%, il Ftse Mib di Milano e il Dax di Francoforte sono in flessione dello 0,1-0,2% mentre il Ftse 100 di Londra viaggia in controtendenza a +0,2 per cento.
L’affermazione dell’europeista leader di En Marche rafforza la stabilità dell’Unione Europea ed è vista con favore dai mercati, ma era già stata prezzata dagli investitori nelle sedute precedenti sia sul mercato azionario sia sul mercato delle valute. Inoltre gli operatori cominciano già a focalizzarsi sulle prossime elezioni di giugno, in cui il neopresidente cercherà di ottenere la maggioranza in Parlamento.
Sul Forex l’euro, dopo un balzo oltre quota 1,1 nelle ore immediatamente successive al risultato elettorale, è sceso nuovamente a quota 1,094 rispetto al dollaro, sostenuto pure dalle prospettive di rialzo dei tassi nella riunione di giugno della Fed.
Intanto però il presidente della Fed di St. Louis James Bullard ha dichiarato che i tassi d’interesse sono attualmente sui livelli necessari per il raggiungimento degli obiettivi della banca centrale di inflazione e occupazione, non fornendo commenti sulle tempistiche dei futuri interventi monetari.
In Europa, invece, si rafforzano le voci su una possibile apertura della Bce ad una revisione della politica monetaria accomodante, soprattutto se le prossime indicazioni su inflazione e crescita dovessero risultare positive.
Tra le materie prime Wti e Brent scambiano poco mossi rispettivamente a 46,3 e 49,1 dollari al barile. Le notizie positive provenienti da Arabia Saudita e Russia, favorevoli all’estensione dei tagli alla produzione nel secondo semestre 2017, sono infatti controbilanciate dal continuo incremento dell’output americano, dalle scorte elevate e dalla domanda troppo debole. L’oro invece si stacca dai minimi di sette mesi toccati nella notte a 1.221 dollari l’oncia, tornando in area 1.230 dollari.
Sull’obbligazionario, infine, prevalgono le vendite sui titoli di Stato dei paesi periferici, con il rendimento del Btp che risale al 2,2% e lo spread con il Bund in area 179 punti base.
A Piazza Affari, continua a soffrire il comparto del lusso, con MONCLER a -3,1%, FERRAGAMO a -1,7% e YNAP a -1,8 per cento. Sottotono anche BUZZI (-2%), CNH (-1,6%) e i bancari UBI (-1,3%) e BPER (-2,4%), quest’ultima in attesa del cda di domani per l’approvazione dei risultati del primo trimestre.
In controtendenza AZIMUT (+1,3%) che ad aprile ha raccolto 278 milioni spingendo il totale da inizio anno a 2,5 miliardi. Acquisti anche su MEDIASET (+0,6%), ENI (+0,7%) e INTESA (+0,7%).
Lievemente positiva BANCA GENERALI (+0,3%) che approverà domani i conti trimestrali così come BANCA MEDIOLANUM (-0,1%) che ha comunicato i risultati della raccolta mensile di aprile, positiva per 480 milioni. In rialzo di mezzo punto percentuale UNIPOL, che avrebbe rafforzato la sua partecipazione in Bper salendo al 10% del capitale.
Poco mosse le utilities, fra cui scende dello 0,6% ENEL. L’agenzia Standard & Poor’s ha confermato il giudizio ‘BBB’ sul merito di credito a lungo termine sul colosso elettrico, mentre ha migliorato l’outlook da stabile a positivo.
Debole PRYSMIAN (-0,4%) che ha firmato un accordo di fornitura con l’americana Verizon per supportare l’espansione della rete ottica dell’operatore telefonico, con un contratto del valore di circa 300 milioni di dollari.
Fuori dal listino principale infine crolla TOD’S (-10,8%) dopo i dati sulle vendite del primo trimestre 2017 chiuso con ricavi consolidati per 238,5 milioni, in calo del 5% a cambi costanti (-4,4% a cambi correnti).