Prosegue la seduta debole dei listini europei all’indomani della vittoria di Emmanuel Macron alle presidenziali francesi, risultato già parzialmente scontato dai mercati nelle giornate borsistiche precedenti. Intorno alle 12:15 scambiano in negativo il Cac 40 di Parigi (-1%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,4%), il Ftse Mib di Milano (-0,4%) e il Dax di Francoforte (-0,3%) mentre viaggia intorno alla parità il Ftse 100 di Londra.
L’affermazione dell’europeista leader di En Marche è positiva per i mercati poiché aumenta la stabilità politica dell’Unione Europea e spazza via le incertezze legate ad una possibile vittoria di Marine Le Pen. Tuttavia, l’esito delle urne era largamente atteso e gli operatori cominciano già a interrogarsi sulla capacità del neopresidente di ottenere la maggioranza nelle prossime elezioni parlamentari francesi, in programma l’11 e il 18 giugno.
Anche per questi motivi in mattinata sono prevalsi i realizzi sull’euro, sceso a 1,094 rispetto al dollaro dopo aver superato di slancio quota 1,1 nelle ore successive al voto. La moneta unica perde terreno anche nei confronti della sterlina e dello yen, arretrando rispettivamente a 0,844 e 123,1 sulle due valute.
Nel frattempo il biglietto verde è sostenuto anche dalle prospettive di rialzo dei tassi nella riunione di giugno della Fed. Nel pomeriggio sono attesi gli interventi di alcuni esponenti della banca centrale a stelle e strisce, che potrebbero fornire indicazioni in merito, anche alla luce dei dati positivi di venerdì sul mercato del lavoro.
Tra le materie prime Wti e Brent scambiano rispettivamente a 46,2 e 49 dollari al barile, in calo rispetto alla mattinata. Le notizie positive provenienti da Arabia Saudita e Russia, favorevoli all’estensione dei tagli alla produzione nel secondo semestre 2017, sono infatti controbilanciate dal continuo incremento dell’output americano, dalle scorte elevate e dalla domanda troppo debole.
Sull’obbligazionario, infine, scendono i rendimenti dei decennali tedesco (0,38%) e francese (0,8%) mentre prevalgono le vendite sul Btp (2,18%) e lo spread con il Bund risale in area 180 punti base.
Vendite diffuse a Piazza Affari, dove perdono terreno in particolare i titoli della moda MONCLER (-2,7%), già la peggiore venerdì, e FERRAGAMO (-1,7%), oltre a STM (-1,7%).
Segni rossi anche tra i bancari ad eccezione di INTESA (+0,2%), con BANCO BPM (-1,4%) e BPER (-1,3%) fra le più penalizzate.
Poco mossa GENERALI (-0,2%), mentre cresce l’attesa per la riunione del cda dell’11 maggio in cui oltre ai conti verrà presentata la nuova strategia nel settore dell’asset management.
In controtendenza AZIMUT (+2%) sostenuta ancora dalla trimestrale positiva di giovedì e che intende espandersi in Australia. Acquisti anche su ITALGAS (+0,8%) in cui Norges Bank è salita al 3,03% diventando il quinto azionista, su ENI (+0,75%) e BANCA GENERALI (+0,5%).
Lievemente positive anche MEDIASET (+0,4%) e UNIPOL (+0,5%), che avrebbe rafforzato la sua partecipazione in Bper salendo al 10% del capitale. Poco sotto la parità BANCA MEDIOLANUM (-0,2%) che ha comunicato i risultati della raccolta mensile di aprile, positiva per 480 milioni.
Debole infine PRYSMIAN (-0,3%) che ha firmato un accordo di fornitura con l’americana Verizon per supportare l’espansione della rete ottica dell’operatore telefonico, con un contratto del valore di circa 300 milioni di dollari.
Fuori dal listino principale crolla TOD’S (-9,8%) dopo i dati sulle vendite del primo trimestre 2017 chiuso con ricavi consolidati per 238,5 milioni, in calo del 5% a cambi costanti (-4,4% a cambi correnti).