I buoni risultati e l’annuncio del buyback danno una spinta positiva al titolo che ha già guadagnato l’11% dal giorno prima della comunicazione dei risultati fino a ieri. Oggi le azioni del Gruppo di asset management segnano un ulteriore incremento dell’1,78% a 19,39 euro.
Azimut ha dato il via libera pochi giorni fa alla seconda tranche di acquisto azioni proprie, inserita nel contesto della delibera dell’assemblea del 27 aprile scorso che ha approvato un piano di buy back fino a un massimo dell’11% del capitale sociale.
A questo riguardo l’ad Sergio Albarelli ha dichiarato nel corso della conference call che, in caso non si presentino occasioni significative di investimento, la società potrebbe anche pensare di cancellare le azioni in portafoglio. Un’operazione che potrebbe essere interessante per gli azionisti visto che avrebbe l’effetto di aumentare l’utile per azione.
Azimut d’altronde ha una posizione finanziaria netta positiva per 236 milioni, cifra che le permette di poter affrontare anche le piccole acquisizioni per consolidare la propria posizione in alcuni mercati strategici, come l’Australia, senza affanni o senza dover rinunciare anche ad altri progetti di ottimizzazione finanziaria.
Nella tabella seguente riportiamo quali potrebbero essere gli effetti della cancellazione pari a tutte le azioni già attualmente in portafoglio, corrispondenti all’8% del capitale, insieme a tutti i titoli oggetto di delibera di riacquisto ossia un ulteriore 11 per cento. Questa rappresenta, tuttavia, solo un’ipotesi sulla carta, poiché è difficile che la società prenda in considerazione un’operazione di tali dimensioni. Il prezzo di Borsa ipotizzato nell’esempio è di 19 euro, prezzo di chiusura del giorno di ieri 8 maggio.
L’altro scenario ipotizzato nella tabella è quello di una cancellazione del 2,5% delle azioni in portafoglio. Tale quota corrisponde a quella dell’operazione di cancellazione già portata a termine nel 2008.
Come si rileva nella tabella, nell’ipotesi teorica di cancellazione delle azioni del quantitativo massimo possibile pari al 19,5% si arriverebbe a una riduzione notevole dei multipli di mercato. Alla luce di ciò, ipotizzando che il mercato stia valutando correttamente il titolo e cioè sia disposto ad acquistare le azioni ai multipli correnti, il valore a cui si dovrebbero portare le azioni per mantenere i ratio correnti sarebbe di 23,6 euro per azione, con un upside del 24 per cento. Tuttavia questa ipotesi è destinata a rimanere un esercizio teorico.
Più plausibile, invece, la cancellazione di una quota attorno al 2,5 per cento. In tal caso, applicando il medesimo ragionamento, il prezzo teorico per riportare i multipli ai valori correnti sarebbe di 19,5 euro, con un potenziale di rialzo del 3 per cento.
Commento
L’operazione di buyback, se accompagnata dalla cancellazione delle azioni, avrà l’effetto di sostenere il titolo, che beneficia anche della presentazione di ottimi risultati economici. Nei primi tre mesi 2017 Azimut ha registrato un utile di 72,9 miliardi, seconda miglior trimestrale del Gruppo, e ha archiviato ricavi per 214,7 milioni, in crescita del 61,2% a/a.
Dalla quotazione di 17,1 euro del giorno 3 maggio, antecedente all’annuncio dei risultati, ai 19 euro della chiusura di ieri, il titolo ha messo segno un rialzo dell’11 per cento. Anche oggi le azioni registrano un incremento dell’1,7% a 19,39 euro, contro un rialzo dell’1,21% dell’indice di settore.
In sintesi, anche se è difficile scindere quale sia l’effetto dei buoni risultati e quale quello dell’annuncio del buyback con eventuale cancellazione delle azioni, si può notare che le due notizie avranno un effetto sinergico a sostegno delle azioni.