Il 2017 segna per Generali una fase di passaggio in cui la compagnia triestina è impegnata a completare il proprio rafforzamento industriale, in linea con l’attuale piano, per poi partire nel 2018 con un’ambiziosa strategia di crescita e sviluppo basato su fondamenta ancora più solide, come sottolineato recentemente dal Ceo Philippe Donnet. Un primo passo in tale direzione è già stato avviato, con il varo di una nuova strategia di espansione nell’asset management, destinato a diventare sempre più centrale nel core business del Leone di Trieste accanto all’attività tradizionale. Ma tornando all’anno in corso, nel primo trimestre il Gruppo ha riportato premi lordi in per 19,2 miliardi (-2,5%), un risultato operativo di 1,2 miliardi (+4,2%) e un utile netto di 535 milioni (-9%).
L’esercizio 2017 segnerà una fase di svolta per Generali. I vertici della compagnia intendono portare a compimento nei 12 mesi in corso il rafforzamento industriale del Gruppo, per poi concentrarsi a partire dal 2018 nell’implementazione di un sostenibile piano di crescita e sviluppo, con l’asset management destinato a diventare centrale nella strategia.
Ma tornando all’anno in corso, il Gruppo triestino ha comunicato i risultati relativi al primo trimestre, in cui ha riportato una raccolta premi lorda pari 19,5 miliardi, in calo del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2016, in conseguenza a una riduzione della raccolta vita, parzialmente compensata dalla crescita del settore danni.
Il ramo danni ha raccolto premi per 6,4 miliardi, registrando un incremento dell’1,9% in termini omogenei rispetto all’anno precedente. La crescita è stata trainata soprattutto dal ramo auto, la cui raccolta premi ha mostrato un progresso del 3,5 per cento. Positivo anche il contributo del ramo non auto (+1,3%).
Il ramo vita ha riportato una raccolta premi pari a 12,8 miliardi, in diminuzione del 4,6% rispetto ai primi tre mesi del 2016. L’andamento è imputabile al pianificato calo dei prodotti di risparmio (-18,6%), attuato attraverso un ribilanciamento della raccolta verso prodotti con migliori caratteristiche in termini di rendimento rispetto al rischio, come ad esempio le unit linked (+26,2%).
Il risultato operativo, al netto delle elisioni infragruppo, si fissa a 1,2 miliardi, con un aumento del 4,2% rispetto al periodo gennaio-marzo 2016. Di questi, 771 milioni derivano dal ramo vita (+2%) e 476 milioni dal segmento danni (-4,4%). La flessione del risultato operativo del ramo danni è stata determinata principalmente dall’impatto negativo di 55 milioni derivanti dai sinistri catastrofali, assenti lo scorso anno. II Combined ratio si conferma su ottimi livelli (93,1%).
La redditività a conto economico degli investimenti si attesta allo 0,8% (0,9% nel primo trimestre 2016) nell’attuale contesto di bassi tassi di interesse.
Il periodo si chiude con un utile netto di 535 milioni, in riduzione del 9% rispetto al periodo di confronto. La discesa riflette minori profitti di realizzo per 100 milioni relativi in particolare al segmento obbligazionario e immobiliare, nonché svalutazioni per 42 milioni riferite ad Alitalia. Infine, impatta negativamente l’aumento della fiscalità.
Sul fronte della solidità patrimoniale, al 31 marzo 2017 il Solvency ratio è pari al 178% mentre l’Economic Solvency ratio si attesta al 195%, in linea con i dati a fine 2016.
A fine marzo il patrimonio netto consolidato ammonta a 24,3 miliardi rispetto ai 24,5 miliardi al 31 dicembre 2016. Il Roe è stato pari al 13,6 per cento.